CAPITOLO 10

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POV'S NOEMI

Apro lentamente gli occhi, non so dove mi trovo e deve essere notte fonda.

Mi guardo attorno, sento delle voci che provengono dal televisore di fronte a me.

Provo ad alzarmi, quando vengo bloccata dalla voce di Niccolò.

< oi, te sei svegliata > finisce con un rumoroso sbadiglio.

< ehm, c-che ore sono? >

< le 2 e 58 > risponde controllando l'orario sul telefono.

Spegne la televisione, si sposta dalla sedia sulla quale stava guardando la tv e siede sul divano accanto a me.

< dove sono?> chiedo ancora con voce assonnata.

< sei a casa mia, nella mia umile dimora >

Accende la luce e noto che ha solo dei pantaloncini addosso.
Riesco a vedere tutti i suoi tatuaggi.
È bellissimo, forse arrossisco un po'.

Prende il pacchetto con le sigarette e si sposta verso il balcone, inizia a fumare guardando il cielo.

< allora perché mi hai portato qui e non a casa mia? >

< Non ricordavo l'indirizzo >

Mi sposto dal divano e mi avvicino a lui.

Passa lo sguardo su di me.

< fumi? > chiede tranquillo.

< non più > ammetto sorridendo.

< spero che tu mi sorrida anche quando non ti sono accanto > continua guardandomi negli occhi.

Non posso fare nient'altro che guardarlo negli occhi e incurvare le labbra all'insù.

A rompere il silenzio è un forte tuono,  infatti piove a dirotto.
Le nuvole riempono il cielo, non si riesce ad intravedere nemmeno i pochi raggi luminosi della luna.

Sussulto al suo suono di un secondo tuono.

< hey > Niccolò si avvicina ancora di più  a me e mi cinge le spalle con il suo braccio portandomi sempre più vicino al suo petto.

< va tutto bene, ci sono io accanto a te>

Mi godo quel momento, mi sento bene, mi sembra di essere a casa.
Forse per la prima volta dopo mesi non ho paura del tocco di un uomo.

POV'S NICCOLÒ

La tengo tra le mie braccia, ha gli occhi chiusi e trema visibilmente, sembra quasi impaurita.

Vorrei fare qualcosa, ma sto andando in ansia pure io.
Provo a chiamarla un po' di volte, ma è come se non mi sentisse.

Il suo respiro si fa sempre più affannato, quando poi scoppia in un pianto liberatorio.

Mi abbraccia, tiene le sue mani dietro alla mia schiena, il suo tocco delicato mi fa venire qualche brividi, ma voglio far finta che sia per il freddo che ti entra nelle ossa in queste sere di pioggia, ma so che sto mentendo a me stesso.

< scusa > dice tra un singhiozzo e l'altro.

< perché ti scusi, tranquilla >

Spengo la sigaretta che ormai si era fumata da sola ed inizio ad accarezzarle i capelli.

Ci sediamo sul divano, la tengo sulle gambe mentre tiene la testa nell'incavo del mio collo.
Sembra che sia il suo posto preferito.

Ultimo - una storia diversa[COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora