Ultimo - una storia diversa[COMPLETA]

CAPITOLO 46

POV'S NICCOLÒ

< allora facciamo così? > chiede Jacopo, il mio manager dopo aver concluso il suo lungo discorso.
Sono ansioso per la nascita della bimba, sospratutto perché il tour negli stadi si avvicina e già la prima data è  il 6 giugni e come minimo la bambina nascerà dopo e poi ciò significa che starò fuori per tanto tempo e sinceramente non voglio perdere i suoi primi giorni.
Poi non sarebbe nemmeno giusto lascere da sola Noemi per occuparsi della bambina.
Per un primo momento ho anche pensato di spostare almeno i primi concerti, ma sia jacopo che Noemi hanno insistito perché io non cambiassi programma.

Sono passati molti mesi e l'attesa sta iniziando a diminuire sempre di più.
Ma allo stesso tempo sento in me l'ansia prendere possesso della mia mente.
Mancano circa due settimane a giugno e l'Honiro ed io ci stiamo preparando al massimo per gli stadi.

< sì sì va bene >
Abbiamo appena finito di fare la scaletta, prendo il cellulare e metto una Storia in cui lo comunico ai miei followers.
Guardo le foto della mia bacheca e automaticamente sorrido.
Le immagini rappresentano tutto quello che è accaduto.
Osservo Noemi con il pancione, è scresciuto molto.
I miei fan hanno appreso bene la notizia, non proprio tutti, ma la maggior parte.
Alle volte sotto i commento riesco a leggere frasi come "sapessi cosa ci trova in questa" o "è antipatica e lui ci fa anche un figlio... bah".
Un po' mi feriscono, Noemi è la mia compagna di vita, è unica ai miei occhi anche se l'unicità non esiste e il fatto che alcuni non l'apprezzino mi fa stare un po' male, ma alla fine cerco di non dare corda a questi commenti, in fondo se non lo fa Noe, figuriamoci se lo dovessi fare io.

Adriano apre la porta non modo abbastanza violento a tal punto da farla sbattere contro il muro, la cosa mi fa sussultare sulla sedia.
Ha il fiatone e cerca di parlare più volte, bloccandosi con il suo stesso respiro.

< Nic, me devi accompagnare
in ospedale > il mio sguodo dicenta preoccupato, lui prende un respiro profondo < Monica sta per partorire >

A quelle parole mi alzo di scatto dalla sedia, guarda il mio menager con uno sguardo di intesa, giusto per fargli capire che vedo andare, non che serva più di tanto anche perché la cosa è abbastanza chiara.
Prendo le chiavi della macchina e corriamo verso quest'ultima.
Ho un'angoscia tremenda solo per lui.
Adesso mi iniziano a venire tutte le paranoie anche per Noemi.

< era con Noe e le si sono rotte
le acque > ecco, parlando del diavolo.
Mi tremano le mani e persino cambiare le marcie in questa auto sta diventando faticoso.
Faccio il più in fretta possibile, pargheggio fuori dall'ospedale e corriamo dentro verso il reparto ostretricia/neonatologia.
Entramo nella sala d'attesa, riesco a vedere Noemi in lontanaza.

< io sono il padre, devo entrare > comunica impacciatamente ad una delle ostetriche del reparto che viene verso di noi.
Lei prova a calmarlo mettendogli le mani sulle spalle, perché è davvero molto agitato, sinceramente non vorrei essere al suo posto  anche se la mia sorte non tarderà tanto ad arrivare e sarà sicuramente la medesima.

< si calmi, mi dica il suo nome > chiede lei, ma Adriano alza il tono di voce e ripete nuovamente.

< sono il PADRE! >

< questo l'ho capito, ma se non mi dice come si chiama non so di quale bambino sia il padre > risponde molto irritata l'ostetrica.

< C-Cassio > la ragazza guarda su una preve lista e poi chiede ad Adriano di seguirlo, per poi farlo entrare in una stanza.

Io invece mi avvicino a Noemi che è seduta su una delle tante sedie scomode, sorride e le do un bacio a stampo per poi toccarle la pancia e affiacarmi sulla sedia accanto.
Appoggia la sua mano sulla mia che si trova ancora sopra alla sua pancia.