6. Page Number 46

1.4K 37 15
                                    

Prima di iniziare con la storia, ci tengo a scusarmi per la troppa attesa...i miei professori avevano amorosamente deciso di riempirci di studio per gli ultimi giorni di scuola...che amori che sono🥰.

Detto questo, mi dileguo e vi lascio alla storiella😊
.
.
.
Quella notte non riuscii a dormire. Mi giravo e rigiravo nel letto in cerca di una posizione comoda, ma il problema era quello che mi frullava in testa. Tanti, troppi pensieri.

Michael aveva un piano per evadere, e non facevo altro che pensare a ciò che mi aveva detto.

Flashback

<<Cosa intendi dire?>> gli domandai, asciugandomi le lacrime che ancora erano posate sotto ai miei occhi.

<<Ti sto per dire cose molto importanti, ma prima voglio sapere se posso fidarmi di te.>> disse lui.

<<Farò qualsiasi cosa per dimostrarti che di me puoi fidarti.>> dissi decisa. Ero pronta a tutto, avrei fatto qualunque cosa pur di uscire da quel dannato carcere.

Lui mi prese le mani e incastrò le sue dita con le mie. Mi sembrava un gesto così intimo, ma anche così naturale. <<Non devi fare niente, devi solo giurarmi che quello che sto per raccontarti non lo dirai ad anima viva.>>

Allora annuii. <<Lo giuro sulla mia stessa anima, non dirò niente a nessuno.>>

Lui sospirò prima di iniziare a parlare. <<Prima di essere arrestato, ero un ingegnere. La ditta in cui lavoravo era stata incaricata di progettare la planimetria di un carcere, di questo carcere. Poco tempo dopo mio fratello è stato arrestato per un omicidio non commesso, ed è stato rinchiuso qui a Fox River. All'inizio ero convinto fosse stato davvero lui a compiere quell'omicidio, le prove erano schiaccianti. C'è persino un video che lo ritrae mentre spara alla vittima. Tutte cazzate! Tutto falso, era tutto un piano per incastrare mio fratello. Lui era solo una pedina. E ci sono arrivato troppo tardi, mio fratello era già stato condannato alla sedia elettrica...>>

Mi coprii la bocca con le mani, stupita del coraggio di Michael nel dirmi quelle parole con così tanta calma.

<<Michael...mi dispiace, io non sapevo che...>>

<<Lasciami finire, per favore.>> sbottò, ed io mi zittii. <<Ho pensato che una persona non dovrebbe pagare per i peccati di un altro, così un giorno mi sono deciso: avrei fatto evadere mio fratello. Per farlo mi sono dovuto studiare ogni cosa, ogni minimo particolare della planimetria del carcere, ma nessun essere umano sarebbe stato capace di ricordarsi tutto. Così ho deciso di tatuarmi ogni cosa sul corpo.>>

La mia mascella tremava, la sua storia era così surreale. Non avrei mai pensato che un uomo come lui avesse passato tutto questo. <<I tuoi tatuaggi...>>

<<Altro non sono che un modo per evadere.>> concluse.

Fine flashback

"Sono un modo per lasciarmi alle spalle tutto e ricominciare da capo" aveva detto. E adesso avevo capito cosa intendeva con quella frase. Si era tatuato sul corpo il suo piano di fuga dal carcere.

La mattina arrivò troppo presto, e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che dovevo parlare con Michael. Prima di lasciare quella stanza, mi aveva detto di farmi trovare il giorno dopo sulle gradinate durante l'ora d'aria.

Il momento era quasi arrivato. Eravamo nel corridoio per andare in cortile, quando Emma attirò la mia attenzione. O meglio, la sua mano che sventolava davanti al mio volto attirò la mia attenzione.

<<Becky, mi stai ascoltando?>>

Scossi la testa per scacciare quei mille pensieri che popolavano la mia mente, e mi voltai verso Emma dicendole che avevo la testa da tutt'altra parte, e le chiesi di ripetere cosa aveva detto.

<<Ho detto che oggi mi vedo con tu-sai-chi, e che devi coprirmi le spalle durante quest'ora.>> ripeté, non prima di aver sbuffato.

<<Okay, va bene.>> dissi io, senza guardarla negli occhi e cercando Michael nel cortile dell'ala maschile.

<<Chi stai cercando?>> mi chiese lei, con un sorrisetto sulle labbra e uno sguardo come per dire "ti ho beccata" sul volto. Incrociò le braccia al petto e aspettò una mia risposta.

<<Cos...nessuno!>> mi affrettati a ribattere. <<Sto solo guardando che nessuno mi abbia fregato il posto sulle scalinate. Ho un bel po' di pagine arretrate da leggere.>>

Le piazzai sotto al naso la copia de "Il grande Gatsby", sperando che potesse credermi.

<<Tu non me la racconti giusta. Se scopro che ti fai uno dei detenuti dell'ala maschile, giuro che ti prendo, t'appendo e ti - >>

La interruppi mettendole una mano sulla bocca per zittirla. <<Ho capito, ho capito. Ora, per favore, va' dal tuo principe azzurro e lasciami leggere in santa pace. Grazie.>>

Lei mi fulminò con lo sguardo, mi lanciò un'occhiata da "ti tengo d'occhio" e poi se ne andò, lasciandomi finalmente sola.

Andai a sedermi sulle scalinate, stavolta al primo gradino. Aprii il libro alla pagina numero 46...la pagina che mi aveva detto Michael.

"Dietro al termosifone dell'infermeria metterò un libro, tu dovrai prenderlo quando la dottoressa sarà distratta. Nascondilo fino a quando non torni nella tua cella. Quando sarai sicura di essere sola, aprilo alla pagina 46. Ci sarà il pass della dottoressa Mendoza per entrare nell'ala maschile, durante le ore d'aria. Useremo quelle ore per preparare il piano di fuga."

Queste erano state le sue parole. Rimasi a fissare il pass, chiedendomi come avesse fatto Michael ad avercelo. O aveva pagato qualcuno per prenderlo al posto suo, oppure era semplicemente molto scaltro e furbo.

<<Sei tu Rebekah Anderson?>>

Sobbalzai e mi voltai verso la rete che separava il nostro cortile da quello dell'ala maschile. A parlare non era stato Michael, ma un uomo dalla carnagione scura, rasato anche lui. Tra le dita teneva un pezzo di carta ripiegato.

Annuii. <<Sì, sono io.>>

Mi disse di avvicinarmi alla rete, e così io feci.

<<Mi chiamo Fernando Sucre, sono il compagno di cella di Michael.>> si presentò.

Infilò il pezzo di carta nella rete, facendolo cadere sul terreno, e io prontamente lo afferrai. A quel punto mi accorsi che non era un semplice bigliettino piegato, ma un origami. Era una gru.

<<Te lo manda Michael.>>

<<Perché non me l'ha dato direttamente lui?>> domandai, mettendo l'origami in tasca.

Lui alzò le spalle. <<Non lo so, mi ha solo detto di darlo a Rebekah Anderson, la ragazza dai capelli rossi seduta sulla scalinata. Ho solo fatto quello che mi ha chiesto.>>

<<Okay...beh, è stato un piacere conoscerti Fernando.>> gli rivolsi un piccolo sorriso, che mi fu ricambiato.

<<Piacere mio, Rebekah.>>

<<Chiamami pure Becky, se mai ci rivedremo.>>

<<Okay, Becky. Ci si vede, allora!>>

<<Senz'altro!>> lo salutai con un cenno della testa, e poi tornai a sedermi sulla panca.

Mi guardai intorno per assicurarmi che nessuna guardia mi stesse osservando, e una volta sicura di non essere sotto agli occhi di qualcuno, presi l'origami di Michael.

Lo aprii.

"Stanza sotto all'infermeria. Ore 7.00pm. Ti spiegherò il piano."
.
.
.
Questo capitolo non è granché, sinceramente non mi fa per niente impazzire, ma spero vi piaccia comunque💦

A Little While - Prison BreakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora