Quando la vidi lì in piedi, in mezzo a tutta quella gente, quasi non mi misi a piangere. Aveva tagliato i capelli e li aveva scuriti, probabilmente era stata costretta a farlo per ovvie ragioni.
Non sapevo neanche quali fossero i miei sentimenti nei suoi confronti. Rabbia? Odio? Risentimento?
Ero così confusa e frustrata che la voglia di prendere il primo treno e allontanarmi da loro era grande. E crebbe ancora di più quando vidi Sara avvicinarsi a Michael, e abbracciarlo.
Eravamo in due ad essere state prese in giro sa Michael Scofield, eppure lei aveva avuto la meglio. Lei aveva trovato qualcuno...io ero tornata ad essere sola.
-
Chicago.Era lì che eravamo diretti.
Era lì che dovevamo andare per scoprire a cosa servisse la chiave che Sara aveva appesa al collo, e che prima apparteneva a suo padre.
Io, Lincoln e Sara rimanemmo in disparte ad osservare la scenetta che Kellerman si era inventato per assicurarci un'intera carrozza per noi.
<<Rebekah, tu non dovresti essere qui.>> Sara mi si era avvicinata, e mi aveva parlato con tono quasi da rimprovero.
<<Lo so.>> risposi. <<Ma non avevo altra scelta.>>
La guardai negli occhi, sperando che capisse il mio desiderio di concludere quella conversazione. Non avevo voglia di parlare con lei di come mi sentivo, mi avrebbe solo riportato alla mente i giorni passati in isolamento, quando la domanda "come stai?" apriva ogni discorso.
Ringraziai quando Kellerman si affacciò dalla carrozza, facendoci capire di dover salire.
Mi misi seduta in un angolo, e mi rannicchiai sul sedile con la testa appoggiata al finestrino. Al mio stesso posto, ma dal lato opposto, si sedette Lincoln. Michael era seduto pochi sedili più avanti, e Sara davanti a lui.
Non ci volle molto prima che sentii la dottoressa chiedere per un po' d'acqua, e Michael si alzò per andare a vedere nel bagno che si trovava poco più avanti.
Quando il ragazzo mi passò accanto, voltai lo sguardo verso il finestrino, osservando i binari che venivano calpestati dal treno.
Mi sentivo così vuota...che senso aveva continuare questa fuga se tanto sarei tornata in prigione comunque, in un modo o in un altro? In che modo potevano far cadere qualsiasi accusa contro di me?
Semplicemente, non potevano.
<<SARA!>> sentii Lincoln esclamare, così alzai lo sguardo.
Ero talmente invasa dai pensieri, che non mi ero accorta di Sara che si era avvicinata a Kellerman, e stava cercando di strozzarlo con una catenina.
Mi alzai e cercai di separare Sara dall'uomo, afferrandola per le spalle e tirandola via. Nel mio tentativo, però, Sara non la smise di dimenarsi, e finí con il tirarmi una gomitata dritta sul naso. La lasciai andare, ma Lincoln fu abbastanza svelto da fermarla prima che potesse aggredire nuovamente Kellerman.
Nel frattempo mi si avvicinò Michael, di ritorno dal bagno. Mi mise una mano sotto al mento, ma mi scansai a quel tocco.
<<Vai dalla tua ragazza, Michael...e lascia stare me.>>
Corsi in bagno, dove presi subito un asciugamano e lo bagnai con un po' d'acqua. La gomitata di Sara era stata più forte di quanto avessi pensato, e il mio naso aveva iniziato a sanguinare.
Cercai di fermare il sangue con il panno, e mi appoggiai al lavandino. Sfinita da quella giornata praticamente appena iniziata, mi lasciai scivolare a terra...e scoppiai in un pianto liberatorio.
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A Little While - Prison Break
De Todo"La mia cliente afferma di essersi solo difesa." Era vero, mi ero difesa. Ma forse mi ero difesa nel modo sbagliato. Ma che altro avrei potuto fare? Se l'avessi solo cacciato, mi avrebbe fatto del male la volta dopo. "La vostra cliente è colpevole d...