24. I Didn't Ask To Meet Michael Scofield.

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POV's Rebekah
Non ce la facevo più.

Ne avevo abbastanza.

Quando vidi Lincoln puntare la pistola contro quell'uomo, la mia mente mi mostrò per la milionesima volta il video che lo inquadrava mentre sparava a Steadman.

Mi presi la testa fra le mani e mi voltai, cercando di nascondere le mie lacrime. Quel video, insieme alle foto delle vittime di T-Bag, mi tormentavano ormai tutte le volte che provavo a chiudere occhio. Era un mese che quelle immagini non mi lasciavano in pace, sempre pronte a ricordarmi con chi avevo avuto a che fare.

Ed ora un pedofilo era in libertà, e un assassino era proprio davanti a me...e in parte era colpa mia.

<<Basta!>> urlai, stupendo me stessa per il tono che avevo usato, e che a quanto pare lasciò tutti senza parole.

O forse a lasciarli senza parole fu la pistola che tenevo tra le mani, e che mi ero portata dietro da quando l'avevo trovata nel furgone.

Non sapevo neanche il perché me la fossi tenuta invece di lasciarla lì...forse, semplicemente, non mi fidavo né di Michael e né di Lincoln.

<<Rebekah...che stai facendo?>>

Con le lacrime agli occhi e la voce tremante riuscii a rispondere. <<Quello che la sedia elettrica non è mai riuscita a fare: fare fuori tuo fratello.>>

Mai nella vita mi sarei immaginata di arrivare a tanto. Ma una persona era come un palloncino: può trattenere molta aria, ma arriverà il momento in cui non ci starà più niente, e scoppierà.

Ed io avevo decisamente raggiunto il mio limite.

Non ce la facevo più, ogni volta che provavo ad addormentarmi, finivo per fare sempre gli stessi incubi. Finivo sempre a vedere le stesse immagini, in loop.

I corpi squartati e tumefatti di quei ragazzi, poi lasciati lì ad affrontare la morte da soli. Lasciati lì a marcire lentamente.

E la prova che Lincoln fosse un uomo pericoloso, un video di cui sequenze erano stampate nella mia mente.

Avrei fatto fuori lui...e poi avrei fatto fuori me.

Tanto non avevo niente da perdere. Avrei rivisto il mio fratellino, anzi. Bastava un solo sparo alla tempia, o in bocca...e sarebbe tutto finito.

Tutte le pene, se ne sarebbero finalmente andate.

Ma prima dovevo eliminare quella feccia di Lincoln Burrows...dopotutto era colpa sua se non riuscivo più a mangiare o a dormire.

Sua e di suo fratello, che mi aveva coinvolto nel suo stupido piano senza che io glielo chiedessi.
Non avevo chiesto di evadere, non avevo chiesto di conoscere Michael Scofield.

<<Ti prego, Rebekah...tu non lo vuoi fare.>> disse Michael, mettendo le mani davanti a sé e avvicinandosi lentamente a me.

<<È qui che ti sbagli, Michael. Questa è l'unica cosa che voglio fare.>> risposi.

<<Perché?>>

Aveva davvero avuto il coraggio di chiedermi il perché, dopo tutto quello che era successo?

<<Rebekah, posa la pistola.>> stavolta fu Lincoln a parlare. Posò la sua arma a terra, e la spinse verso di me con il piede. <<Io ho posato la mia, visto? Possiamo parlarne.>>

<<Parlarne?>> sbottai. <<E di cosa? Di come hai ucciso quell'uomo?>>

<<Lui non ha mai - >>

A Little While - Prison BreakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora