7. No Longer In Prison

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Era sera, e le guardie ci stavano accompagnando in mensa per la cena. Dovevo inventarmi qualcosa per riuscire a raggiungere Michael senza farmi notare.

Lasciai da sola Emma dicendole di dover andare in bagno, e mi avvicinai ad una guardia. Era giovane, forse ai primi anni di lavoro.

Sul cartellino attaccato alla divisa c'era scritto "Miller", che dedussi fosse il suo cognome.

<<Anderson, torna con le altre.>> mi disse appena si accorse di me.

<<Dovrei andare in bagno, ho le mie cose.>> mi portai una mano all'altezza del basso ventre, fingendo di avere i crampi.

<<Devi proprio?>>

Sta scherzando?! Okay, adesso gli faccio vedere io...ho un'idea geniale!

Portai le mani sui fianchi e lo guardai con disprezzo. <<Ha qualche problema a riguardo? Io non ho nessun problema ad andare dal direttore a dire che lei mi ha violentata.>>

Spalancò gli occhi. <<Io non ti ho violentata, quindi smettila di dire cazzate e torna con le altre.>>

<<Potrei andare a dirgli che ero vergine e che lei non ha avuto nessuna pietà mentre mi strappava via la purezza.>> continuai.

<<Tu non->>

<<Il sangue non mente. Potrei spacciare il mio ciclo per un altro tipo di sangue.>> conclusi.

Lui sorrise beffardo. <<Non lo faresti.>>

Ricambiai il sorriso. Ormai nel corridoio non c'era più nessuno, fatta ad eccezione di noi due.

<<Aiuto! Qualcuno mi aiuti!>> iniziai ad urlare, ma lui mi tappò la bocca e mi sbatté contro al muro. Sfortuna volle che in quel momento un'altra guardia passò di lì, e ci vide in quella posizione.

<<Miller, che diamine stai facendo?>> chiese lui, rivolto al mio "aggressore".

Mi liberai dalla sua presa e guardai l'uomo con occhi supplicanti. <<La prego, mi aiuti.>>

Miller si staccò da me sotto richiesta dell'altro, che gli disse che l'avrebbe accompagnato dal direttore.

<<Puttana...>> mi sussurrò Miller, prima che l'uomo lo portasse via.

<<Anderson, torna pure con le altre.>> mi disse lui, ed io obbedii.

Era stato più facile del previsto. Quando fui sicura di essere sola in corridoio, mi affrettai a raggiungere la stanza che mi aveva detto Michael, cercando di ricordarmi come arrivarci.

Sentii dei passi dietro di me, accompagnati da delle voci, e il mio cuore iniziò ad aumentare di battito. Dovevano essere per forza delle guardie.

Presi il primo corridoio che mi capitò, sperando che le guardie ne prendessero uno diverso dal mio. Ma quando sentii le loro voci farsi sempre più vicine, iniziai a cadere in un attacco di panico.

All'improvviso una mano mi tappò la bocca impedendomi di urlare, mentre un braccio mi circondò le spalle, e fui trascinata in una stanzetta prima che le guardie mi beccassero.

<<Stai calma, sono solo io.>>

Michael.

Mi staccati dalla sua presa e lo spintonai dal petto. <<Ma sei impazzito?! Per poco non mi facevi prendere un infarto!>>

<<Attento Papi, la ragazza morde!>> solo in quel momento mi accorsi della presenza di altre persone all'interno di quella stanza. Tra quelle riconobbi solo Fernando, il compagno di cella di Michael.

A Little While - Prison BreakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora