18. Louis Ryan Jenkins

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Ho deciso di scrivere tre o quattro capitoli in cui descriverò dei ricordi di Rebekah, incentrati sulle persone a lei care.
Buona lettura☺️
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Corsi incontro a mio padre, che era venuto a prendermi a scuola alla fine delle lezioni. Era un mercoledì, precisamente il giorno del mio undicesimo compleanno.

<<Ciao principessa.>> mi salutò, prendendo il mio zaino e iniziando a dirigersi verso l'auto.

Ci rimasi male quando non sentii nessun "auguri" uscire dalle sue labbra, allora decisi di farglielo notare.

<<Papà, che giorno è oggi?>> domandai, retoricamente.

<<Mercoledì, perché?>>

Se n'era dimenticato davvero? No, non poteva essersene dimenticato, era mio padre!

<<Lo so che è mercoledì, ma->>

Mi interruppe. <<Allora perché me lo chiedi?>>

Se n'era dimenticato...

Mi arresi e sbuffai, triste. <<Niente, lascia perdere.>>

Appoggiai la testa al finestrino, e chiusi gli occhi in attesa di arrivare a casa. Purtroppo però, mio padre aveva avuto la bella pensata di dimenticarsi il cellulare a lavoro, e quindi fummo costretti ad andare in ferrovia - mio padre era un ferroviere.

Quello che non sapevo, era che, appena varcata la soglia di casa, ci sarebbero stati tutti i miei amichetti lì ad aspettarmi per festeggiare insieme il mio compleanno.

Mio padre mi abbracciò da dietro. <<Pensavi davvero ci fossimo dimenticati del tuo compleanno, principessa?>>

Era stato un bel pomeriggio, ma la sorpresa più bella la ricevetti quella stessa sera, quando tutti i miei compagni erano già tornati a casa.

<<Amore, non hai neanche finito la tua fetta di torta...>> mi fece notare mia madre, e subito abbassai lo sguardo.

Quando si parlava di cibo, mi sentivo sempre in colpa. La roba che mi cucinavano era buona, solo che non avevo fame.

<<Scusa.>> dissi a bassa voce.

<<Ehi... >> mio padre mi fece alzare il viso, appoggiandomi due dita sotto al mento. <<non importa. Pronta per il tuo regalo, ora?>>

Sorrisi raggiante, impaziente di ricevere il mio regalo di compleanno.
Ancora non sapevo che sarebbe stato il più bello di tutti i regali. Pensavo che niente potesse superare il peluche gigante che mi aveva regalato la mia migliora amica Natalie...mi sbagliavo.

Quando mi misero tra le mani una busta azzurra, rimasi perplessa. La aprii, e lessi il biglietto rosa che c'era all'interno.

"Fratellino o sorellina?" recitava.

Alzai lo sguardo sui miei genitori, che attendevano con ansia una mia reazione.

<<Pronta a prenderti cura del tuo nuovo fratellino o della tua nuova sorellina?>> fece mia madre, posando una mano sul suo ventre.

Scoppiai di gioia, e saltai letteralmente addosso ai miei, che ridevano felici della mia reazione.

Ricordo perfettamente il momento in cui mi dissero che avrei avuto un fratellino. E ricordo perfettamente come iniziai a saltellare per tutta casa, finendo poi per cadere dal divano...fortuna che mio padre mi aveva presa al volo, prima che piombassi di testa sul pavimento.

Passavo intere sere con mia madre a scegliere il nome del mio futuro fratellino. Mia mamma lo voleva chiamare Liam, mentre mio padre Ryan.

Ma io lo volevo chiamare Louis.

E fu proprio questo il nome che scelsero per lui, anche se mio padre insistette sul mettergli Ryan come secondo nome.

Ed ecco che il 6 maggio 1989 * nacque Louis Ryan Jenkins, il mio fratellino.

Quando lo presi in braccio per la prima volta, subito capii che quella creatura andava protetta. Ed io sarei stata la sua guerriera. Mi sarei fatta uccidere pur di far vivere lui, avrei fatto di tutto pur di vederlo sorridere. Era il mio fratellino, e guai a chi me lo toccava.

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Era una promessa che non avevo saputo mantenere. Ero lì, ma non avevo fatto niente per proteggerlo.

Avrei potuto cercare di salvarlo, avrei potuto chiamare un'ambulanza...ma ero talmente sotto shock per ciò che avevo fatto, che mi ero completamente dimenticata di lui. E l'avevo lasciato lì a terra, sul pavimento della cucina, agonizzante.

Se fossi andata da lui, magari sarebbe ancora vivo. La morte non me l'avrebbe portato via.

Il peso della sua morte me lo sarei portata dietro per tutta la vita, e avrei dovuto imparare a convivere con la consapevolezza di aver lasciato morire il mio fratellino.

E con questi pensieri in testa, con il cuscino ormai impregnato delle mie lacrime, e con i muri ormai esausti di assorbire i miei pianti, mi feci gli auguri.

Buon ventisettesimo compleanno, Rebekah.
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*La serie tv è iniziata nel 2005, quindi anche la storia è ambientata nel 2005.
Non ho scelto le date a caso, ho semplicemente fatto dei calcoli😅

A Little While - Prison BreakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora