11. You Know What That Means?

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I'm back!!!!
Sono tornata giusto oggi dalle vacanze, e come avevo promesso, in queste settimane mi sono data sotto con la scrittura di tanti bei capitolozzi😊😊
Quiiindiii ho deciso di postarne già uno, con la speranza che vi piaccia😘
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Entrai di corsa nella stanza sotto l'infermeria e chiusi la porta alle mie spalle, facendo attenzione a non far alcun rumore.

<<Ci è mancato un pelo.>> tirai un sorpiro di sollievo. Mi voltai con un sorriso stampato sulle labbra, che però scomparve quando mi accorsi di essere sola nella stanza.

<<Michael...>> lo chiamai, sperando mi rispondesse.

<<Sono qui.>> le mie spalle si rilassarono quando sentii la sua voce, che seguii. Lo trovai seduto a terra appoggiato al muro, con le ginocchia al petto e la testa nascosta tra di esse.

Mi avvicinai a lui e mi abbassai alla sua altezza, chiedendogli se stesse bene. Lui non mi rispose, il che mi fece preoccupare maggiormente.

<<Michael, ti prego rispondi.>>

Il ragazzo alzò lo sguardo e appoggiò la testa al muro, ma senza degnarmi di uno sguardo o di una parola. I suoi occhi erano persi nel vuoto, come se con la mente fosse in tutt'altro mondo. Mi sedetti accanto a lui e gli appoggiai una mano sulla guancia, facendolo voltare dalla mia parte.

<<È successo qualcosa di grave?>> chiesi titubante. Sicuramente era successo qualcosa, altrimenti Michael non starebbe così.

<<Dobbiamo evadere domani sera, Becky, o non ne avremo più la possibilità. O domani, o mai.>> disse, e anche se cercava di mantenere la calma, non riuscì comunque a mascherare la tensione nel suo tono di voce.

<<Va bene. Non ci sono problemi, giusto?>>

Scosse la testa. <<Hanno intenzione di mettere mio fratello in isolamento per ventiquattro ore a partire da domani mattina, e vuole che io evada senza di lui. Ho pianificato tutto questo apposta per evitare che lui venisse punito per colpa di altri, ho studiato ogni singola mossa...ma a quanto pare il mio lavoro è stato tutto inutile.>>

<<Ehi, no.>> mi spostai e mi misi davanti a lui, così da essere sicura che mi guardasse negli occhi e capisse che ero sincera. <<Non è ancora stata detta l'ultima parola. Michael, sei la persona più intelligente che io abbia mai conosciuto, e sono sicura al cento per cento che troverai un modo per far uscire tuo fratello dall'isolamento. Lui avrebbe fatto lo stesso per te...non deluderlo così, mollando tutto. Come hai detto tu, hai faticato tanto per organizzare tutto questo nei minimi dettagli, e non puoi mandare tutto il tuo lavoro a puttane solo perché tuo fratello si trova dietro ad una porta.>>

Lo vidi abbassare lo sguardo sulle sue mani, che durante il mio discorso non aveva fatto altro che torturarsi, e poi lo rialzò. <<Come fai ad essere così tranquilla e sicura?>>

Stavolta ad abbassare lo sguardo fui io. <<Non lo sono, in realtà. Ho il terrore che qualcosa possa andare storto e che qualcuno possa beccarci. Ma cerco comunque di pensare positivo e di fidarmi ciecamente del tuo piano, senza pensare a tutti gli ostacoli che potremmo incontrare.>>

Mi afferrò il mento con due dita e mi costrinse ad alzare la testa, così da poterlo guardare. <<Davvero ti fidi così tanto di me?>>

Senza pensarci due volte, annuii. <<Sì, Michael. Mi fido di te perché sei l'unico che qui dentro mi ha dimostrato che c'è ancora umanità in un uomo.>> chiusi gli occhi e presi un gran respiro prima di continuare a parlare. <<E anche perché sei stato l'unico a non abbandonarmi, anche dopo aver scoperto quello che ho fatto. Sei l'unico a cui io tenga davvero.>>

Riaprii gli occhi e lo guardai in attesa di una risposta. Ma non parlava, aveva smesso persino di guardarmi. Guardava un punto sul pavimento, attratto dal nulla. Quel silenzio faceva male, era forse peggio di un rifiuto. Mi allontanai da lui e mi alzai, intenta ad uscire da quella stanza.

Ma prima che potessi aprire la porta, una mano mi afferrò saldamente il polso, e mi costrinse a voltarmi.

<<E tu sei l'unica per me.>>

Non mi diede neanche il tempo di reagire, che le sue labbra furono sulle mie. Ma il bacio non era dolce come lo era stato il primo, ma era più...più desideroso.

Indietreggiai fino a ritrovarmi con la schiena incollata alla parete, ma senza mai staccarmi dalle labbra di Michael.

Le sue mani accarezzarono il mio corpo con delicatezza e passione. Le sue labbra tracciarono un percorso che partiva dalla mia mascella e finiva sul mio collo, dove sentii una leggera pressione.

La mia testa continuava ad impormi di fermarlo, di dirgli che era sbagliato e che avremmo solo perso tempo prezioso...ma il mio cuore lo voleva.
Voleva lui come non aveva mai voluto nessuno, mi pregava di accontentare gli impulsi che mi trasmetteva il mio corpo. E cazzo se il mio corpo lo voleva!

In pochi minuti eravamo rimasti con solo l'intimo addosso. Il mio corpo fremeva dal piacere che quell'attesa mi stava procurando. Rubai un attimo del nostro tempo per osservare Michael. Era proprio un bel ragazzo, e su questo non c'erano dubbi. I suoi lineamenti erano perfetti, e l'eccitazione non faceva altro che rimarcarne la perfezione. Le labbra leggermente gonfie, gli zigomi arrossati, gli occhi lucidi dal desiderio...

Gli appoggiai le mani sulle spalle e poi le feci scivolare sul suo corpo, tracciando con le dita i contorni dei suoi tatuaggi. Lo sentii rabbrividire sotto al mio tocco, e questo mi fece solo ancora più piacere.

L'attimo dopo eravamo completamente nudi. Lui passò le mani sotto le mie cosce e mi sollevò, ed io agganciai le braccia al suo collo e le gambe al suo bacino.

Nell'esatto momento in cui posò nuovamente le labbra sulle mie, mi penetrò, e mi lasciai sfuggire un gemito di piacere. Ormai la stanza si era riempita solo dei nostri gemiti e dei nostri ansimi, accompagnati dallo schiocco dei nostri baci.

Quando raggiungemmo entrambi il culmine del piacere, aspettammo alcuni minuti per riprendere fiato, poi iniziammo a rivestirci nel silenzio più assoluto.

<<Michael.>> lo chiamai.

<<Dimmi.>>

Avevo paura a rivolgergli quella domanda, ma avevo bisogno di sapere. <<Cosa siamo noi?>>

Di tutta risposta si avvicinò a me e mi baciò. Ci staccammo e lui appoggiò la fronte alla mia.

<<Siamo due detenuti che hanno bisogno l'uno dell'altra e viceversa. Due detenuti che hanno intrapreso una strada molto, molto pericolosa. Una strada che fa soffrire, sicuramente, ma che fa anche star bene. Sai che vuol dire?>>

Scossi la testa in segno di negazione.

<<Vuol dire che ho bisogno di te, Rebekah. Ho dannatamente bisogno di te. Non riesco a starti lontano, anche se ci ho provato...ma non ci sono riuscito. Torno sempre sulla stessa via, quella che mi porta da te. E poi->>

Non lo lasciai finire che stavolta a baciarlo fui io, presa dall'immensa felicità.

<<E questo che vuol dire?>> mi chiese, una volta staccati.

<<Che ti amo anch'io, Michael.>>
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Capitolo amorosamente amoroso😍😍 Lascio a voi i commenti😏

A Little While - Prison BreakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora