Prologo

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Il 10 Ottobre sembrava così lontano... Eppure eccomi qui, pronta ad iniziare una nuova vita in una nuova città.
Questo cambiamento è sinonimo di libertà, libera da tutti i miei compagni di scuola che non smettevano di giudicarmi.

Sia chiaro, non mi importa niente di cosa pensino, ma essere presa di mira da tutti non è facile da sopportare.

Ah... Non mi sono presentata.
Sono Darla Smith e vivo, o meglio vivevo, a Flagstaff, una cittadina in Arizona, con la mia famiglia: mio padre Adolph, mia madre Susannah, mio ​​fratello Archibald di 7 anni e mia sorella Olimpia di 20 anni.

Eh sì, nella mia famiglia c'è sempre stata l'usanza di dare nomi strani... Basta pensare a quello di mio padre o di mio fratello... o al mio.

Ci stiamo trasferendo in Oregon, Portland. Se vi steste chiedendo il perchè di questo trasferimento, beh perché a mio padre è stato proposto un lavoro stabile e ben retribuito che a Flagstaff non aveva e poi io avevo diverse difficoltà a scuola a causa del mio aspetto fisico: fino a 2 anni fa ero "Darla la Cicciona" e quando riuscii a perdere peso diventai "Darla lo Stecchino ", insomma, nonostante gli sforzi, non riuscivo ad essere accettata.

Dopo 7 ore di viaggio io vorrei letteralmente morire, non posso sopportare un'altra ora in questa dannata auto insieme ai miei odiosi genitori e al mio piagnucoloso fratellino. Mia sorella abita già lì perchè frequenta l'università di Portland. Beata lei che è già al college, a me mancano ancora 2 anni...

Per ingannare il tempo faccio un sonnellino, infilo gli auricolari nelle orecchie e mi addormento lasciandomi cullare dalla voce di Lady Gaga.

Sento un fischio assordante, non capisco cosa sia, ma quando apro gli occhi, mi accorgo che è quel moccioso di mio fratello che sta suonando una trombetta per darmi fastidio.

Dio, giuro che se non la smette gli tiro un pugno. E sono davvero tentata, ma i miei genitori sono pronti a rimproverarmi, perché "una sorella maggiore deve dare il buon esempio al fratellino". Ma insomma... È LUI A DARMI FASTIDIO!
Quindi il mio comportamento sarebbe giustificato.

Il flusso dei miei pensieri viene interrotto quando la macchina si ferma e ci ritroviamo davanti una casa imponente color mogano, con un giardino ben curato nel quale intravedo un'altalena, uno scivolo, un dondolo a forma di cavallo e altri svariati giochi per bambini, che immagino appartengano ad Archie.

Dietro la grande casa riesco a vedere il bordo di una piscina. È tutto troppo sfarzoso per i miei gusti, quindi non voglio immaginare l'interno...

In quella casa intravvedevo finalmente uno scorcio di libertà, o almeno quello che pensavo fosse la libertà... Perché la mia vita da questo momento sarà totalmente stravolta.

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