Capitolo 13 ~Bus&Nanny.~

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Sorridi, sorridi e sorridi. Se sei una commessa o una cassiera devi: sorridere. Non importa quanto le due settimane che passerai ti facciano demoralizzare al solo pensiero, se lavori a contatto con le persone devi sempre sorridere ed essere cordiale, nonostante a volte ti capitino persone che sarebbe meglio se venissero messe sotto da un tram in piena corsa.

"No signora, la taglia più piccola è la otto non la dieci."

Oggi mi è toccato il turno da commessa dal momento che Cassidy è a casa con la febbre, ed è la quinta volta che ripeto alla signora davanti a me che la taglia più piccola in Inghilterra è la 8 e non la 10. Che la donna non fosse inglese l'avevo capito ma almeno speravo che il linguaggio da scuola elementare lo capisse. Sembra lo stia facendo apposta.

"Guardi."

Le dico pazientemente poggiando il jeans(10) su un bancone e sovrapponendogli l'altro(8) per dimostrarle che cosa intendo. La vedo annuire e sorridermi con gratitudine. Tiro un sospiro di sollievo, finalmente sembra aver capito.

"Venga, l'accompagno alla cassa."

Le sorrido. Ancora. Mi verrà una paralisi facciale alla fine di questa giornata. Non aspetto una sua risposta per paura che possa ribattere e mi dirigo in tutta fretta alla cassa, passo i jeans a Grace con faccia sconvolta e vengo ripagata da una leggera è divertita risata.

Per fortuna il turno mattutino è finito e ora possiamo bearci della nostra pausa pranzo lunga.... 30 minuti. Che strazio. Mi dirigo nello spogliatoio riservato allo staff e crollo su una delle panche, prendo il mio iPhone e lo accendo.

Una telefonata persa da mio fratello, sicuramente vorrà sapere com'è andata ieri sera dopo che mi ha accompagnata all'aeroporto. Devo ancora ringraziarlo, è lui che mi ha convinta a provarci, a "lasciarmi andare".... Dopotutto ho quasi 20 anni e ho il diritto di fare esperienze.

Chiamo velocemente mio fratello, gli racconto di ieri sera e in meno di 5 minuti chiudo la chiamata.

"Chi era?"

Dylan e Grace entrano a loro volta nella stanza, sedendosi in seguito sulla panca di fronte a me.

"Chris."

Scrollo le spalle guardando il display dello schermo... Non si è ancora fatto sentire e in teoria dovrebbe essere arrivato, sono già passate 9 ore. "Potresti anche chiamarlo tu." Mi rimprovera il mio subconscio.. Già, potrei.. Condizionale.

"Mmm e cos'hai fatto ieri sera?"

Chiedono all'unisono.. Strabuzzo gli occhi, si sono per caso messi d'accordo? È alquanto inquietante come cosa.

"La hostess."

Ironizzo volgendo gli occhi al cielo. Hostess.. chissà se hanno a disposizione una hostess quando usano il loro jet privato..

"Charlie smettila di scherzare, ci vuoi dire cos'hai fatto questo weekend? Non ti sei fatta sentire dopo che te ne sei sparita con Harry."

Mi rimprovera stizzita Grace. Ok, ha ragione, non ho chiamato ne lei ne Dylan, però questa volta avevo le mie buone motivazioni dopotutto, non c'è bisogno che si alteri così tanto.

"Sono andata a Brighton Grace, sai che lo avevo promesso a Chris."

Dico omettendole parte della verità. Non vorrei farlo, ma ora come ora non ho voglia di raccontarle di Harry. Mentre lei si infurierebbe per non averle detto niente prima, Dylan mi riempirebbe di domande imbarazzanti e ora come ora non voglio sguazzare tra i ricordi felici che ho di questo weekend sapendo che non vedrò il ragazzo dai lunghi ricci per altre due settimane.

Be Mine. [Harry Styles] (#Wattys 2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora