Capitolo 2

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È da qualche giorno che penso a ciò che è successo la scorsa sera, non l'ho detto a nessuno, neanche a Jackson, e mi sono sorte un paio di domane:
1_ Come faceva Spider-Man a sapere dove mi trovavo?
2_ Come faceva a sapere che avevo bisogno di aiuto?
Quindi, o mi stava pedinando, e non è una buona cosa, oppure ha un sesto senso con cui riesce a capire se ci sono emergenze. Probabilmente la seconda, ma comunque, in ogni caso, non posso rischiare di essere scoperta.

Prendo il computer dal comodino e inizio ad indagare su questo uomo-ragno. Alla fine della mia ricerca sono giunta a una conclusione: è come un fantasma, nessuno sa chi sia o da dove provenga. L'unica cosa che posso fare adesso è lasciar stare e concentrarmi sui miei problemi e sulla mia vita.

Sento la sveglia suonare e, nonostante le poche ore di sonno, riesco ad alzarmi senza problemi, a prepararmi e a scendere al piano di sotto per fare colazione con Jackson e Thomas.
"Come mai sei già sveglia?" mi chiede Jack.
"Sono riuscita a svegliarmi senza problemi oggi"
Osservai per qualche secondo il viso di Tom che era un misto tra rabbia e delusione, forse per la faccenda di quella sera, oppure per il fatto che dopo quella notte non l'abbia più cagato, ma non posso stare perennemente appiccicata al suo bel faccino.
"Io vado, se no arrivo in ritardo a scuola" affermai, dando un bacio sulla guancia al mio secondo babbo e ignorando l'ammasso di ricci al mio fianco.

Sono appena arrivata davanti all'istituto e pure in perfetto orario. Mi incamminai verso l'entrata quando mi sentii chiamare, mi girai e vedi Peter correre verso di me -chissà cosa vorrà.
"Ah ciao Peter, scusa non ti avevo sentino" sorrisi, provocandone uno sul suo volto.
"Ti volevo chiedere scusa se l'altro giorno sono stato un po' freddo, non sapevo se fidarmi" ammise abbassando la testa verso il suolo -Forse è meglio se non ti fidi. non faccio altro che causare problemi.
"Tranquillo" alzai le spalle. Mi voltai e mi incamminai verso l'interno, ma pochi secondi dopo me lo ritrovai affianco, come se non mi volesse perdere di vista.

Durante le successive 8 ore di scuola Parker mi ha seguito dappertutto, a momenti pure in bagno, però un po' mi ha fatto piacere, almeno posso dire di avere un amico, anzi, due, perché mi ha fatto conoscere il suo migliore amico Ned. Sono entrambi dei ragazzi simpaticissimi, anche se un po' invadenti.
Mi hanno parlato molto di loro e della loro vita e io, come sempre, ho raccontato le mie solite bugie: la solita storia che sono nata qui a Brooklyn, che vivo con mio padre e mio fratello, ecc.
Questo pomeriggio ho deciso di non andare al campo, ma di andare a prendere un tacos con questi due individui.

"Allora, a te piace fare passeggiate nel bosco?" mi girai verso Peter e lo guardai stranita, è come se sapesse di quella notte, come è possibile?!
"No, non molto. Perché questa domanda?" domandai, lo guardai dritto negli occhi e dopo qualche secondo distolse lo sguardo.
"Così, era per sapere" disse e accelerò il passo.
Mi girai verso Ned in cerca di spiegazioni, ma lui non mi seppe rispondere e non fece altro che alzare le spalle.

Peter

Perché una persona come lei si dovrebbe inoltrare nel bosco a quell'ora? E meno male che l'ho pedinata per quasi tutta la sera, perché se no, molto probabilmente sarebbe morta.
Sono stato uno stupido a porgli quella domanda, ora inizierà a dubitare di me e della mia vera identità. Sto andando nel panico, se fossi rimasto solo un minuto di più insieme a lei è possibile che gli avrei urlato contro tutta la verità, sono uno scemo!
Iniziai a camminare il più veloce possibile con l'intento di seminarli. Non ho intenzione di stare altro tempo insieme a loro.

Alcuni secondi dopo sentii un esplosione. Una nuvola di fumo e polvere si innalzò nel cielo e io non riescii a capire da dove provenisse finché non vidi un gruppo di persone correre verso di me.
Mi nascosi in un vicolo buio e mi misi la tuta, sparai una delle mie ragnatele e mi diressi nel luogo dello scoppio.

"Andate via tutti, mettetevi al riparo e aiutate le persone in difficoltà" urlai disperato.
In lontananza vidi Ned che stava cercando aiuto, mentre Rebecca, invece, si trovava incastrata sotto un detrito. Atterrai al loro fianco e mi misi le mani sulla testa.

"Ei tu, ciccio! Parlo con te!" cercai di richiamare l'attenzione del mio amico "Vieni ad aiutarmi. Al mio tre sollevalo con tutta la forza che hai"
Mi girai verso di lei e la vidi stringere i denti -Tieni duro, ora ti salverò e ti porterò in un luogo sicuro.
Sollevammo il residuo di muro e lo spostammo, così da farla uscire, poi la feci alzare e, insieme a Ned, la portammo in una piccola viuzza.
"Rimanete qui e non andatevene per nessun motivo al mondo, sono stato chiaro?" loro annuirono, mi girai e andai a controllare se ci fosse il colpevole, ma niente, il responsabile deve aver lasciato l'esplosivo e se ne deve essere andato.

Andai a controllare le condizione dei mei due amici, Ned stava bene, ma Rebecca no: la ferita non faceva altro che sanguinare e, in più, stava per perdere i sensi.
"Tu corri a casa, intanto, io la porto in ospedale"
Quando arrivammo venne subito portata in sala operatoria -Non posso rimanere qui- e me ne andai.

Sera

Presi un respiro profondo e bussai alla porta di casa. May, mia zia, mi venne ad aprire.
Accennai un "ciao" a bassa voce, lei respirò profondamente e se ne andò.
"È tutto il giorno che ti chiamo e non rispondi al telefono.." chiusi la porta e abbassai lo sguardo.
"Ti sembra il modo?" continuò.
"Poi ho visto quella cosa dell'esplosione.." respirò, mentre io mi avvicinai a lei.

"Ho chiamato cinque stazioni di polizia. Cinque. Ho chiamato cinque amici tuoi.." continuò "Sto bene, May. Sto bene. Va tutto bene." cercai di dire, mentre lei, invece continuava a parlare "Ho chiamato la madre di Ned, ma ti rendi conto.."
Sentendo le mie parole, si alzò dalla sedia su cui si era seduta poco prima e mi guardò dritta negli occhi "Bene?! Basta con le stronzate! So che sei scappato da scuola" abbassai la testa "Che hai lasciato la stanza di albergo a Washington. Che esci di nascosto da casa tutte le notti. Non va bene!"
Mi guardai intorno. Piano piano i miei occhi si riempirono di lacrime che non sarei riuscito a trattenerle ancora per molto.

"Peter tu devi dirmi che sta succedendo! Dimmi la verità. Siamo solo io e te"
"Una mia amica è stata ricoverata d'urgenza a causa dell'esplosione" ammisi, buttando fuori tutta l'aria che avevo assorbito nei minuti precedenti.
"Cosa?!" domandò May stupita mentre io annuivo "Si"
Mi sedetti e continuai a tenere la testa abbassata.
"Oh tranquillo. Okay.. okay" continuava a ripetermi mentre mi accarezzava la schiena e i capelli.
"Mi dispiace che ti sei preoccupata"
"Guarda che io non voglio rovinarti la vita.." proseguì "Insomma, anch'io ho fatto delle sciocchezze" si fermò per qualche secondo e mi guardò schifata, poi mi annusò i capelli.
"E fatti una doccia.. puzzi. Puzzi.. di bruciato"
"Lo so" annuii.

Mi alzai ed entrai in bagno, mi spogliai e mi buttai sotto al getto d'acqua congelato.
-Com'è potuto succedere?! Se le capitasse qualcosa.. non me lo perdonerei mai, in fondo, è stata una mia idea andare a prendere un gelato, ed è stata colpa mia se non ho potuto proteggerla.
Aaah Peter.. perché devi essere sempre così stupido?!

Angolo autrice

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così allora continuate a leggere, aggiornerò molto presto. Consigliate la storia a qualsiasi persona che potrebbe interessarsi, voi, intanto, mettete una stellina e commentate, facciamo diventare virale questa storia. Qualsiasi persona che voglia consigli o che vorrebbe che leggessi qualche storia: mandatemi un messaggio in privato, vi risponderò il prima possibile.
P.s. lo so, in pratica ho copiato la discussione tra Peter e May, però è bellissima quella scena.

Amore Proibito [Peter Parker]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora