Rebecca
Peter è appena dovuto tornare a casa per mettere tutto in ordine prima che arrivi sua zia.
Mi buttai sul letto e continuai a pensare a quell'uomo, che, per qualche ragione sconosciuta, conosceva il mio vero nome e, quando l'ho rivisto, in quell'appartamento, ho avuto paura che gli avesse detto tutto, che l'avessi perso per sempre e che non sarei mai riuscita a rimediare.
Devo assolutamente dirglielo, prima che lo venga a scoprire da qualcun altro.
Mi alzai velocemente dal materasso e presi il computer dalla scrivania, per poi ributtarmi sul letto. Aprii l'apparecchio elettronico, misi la password e avviai una videochiamata.
A ogni squillo il respiro si faceva sempre più pesante e una sensazione di ansia, mischiata alla paura, si fece spazio dentro di me. Chiusi gli occhi per qualche secondo e presi un respiro profondo, per evitare che le lacrime vincessero su di me -Dai Rebecca. Sei forte- li riaprii, iniziando a fissare lo schermo, aspettando una risposta da Peter -Non posso farlo. Non ora. Presa dal terrore, chiusi freneticamente il computer e mi buttai all'indietro "Come faccio a dirglielo" sussurrai, pensando ad una risposta da darmi "Dicendogli la verità"Alzai il viso di colpo e vidi la sagoma di Jackson alla soglia della porta. Lo fissai per qualche secondo e ributtai la testa sul cuscino "Posso entrare?" annuii e lui, dopo essersi introdotto all'interno della camere ed aver chiuso la porta, si sedette ai miei piedi "Dai alzati" disse, prendendomi le braccia "Ti voglio parlare" e mi tirò su.
Lo guardai negli occhi "Non so cosa fare" sussurrai, muovendo leggermente la testa da destra a sinistra e mordendomi un unghia "Jackson" iniziai, prendendo un respiro "Sono in difficoltà" abbassai la testa, mettendomi le mani tra i capelli "Ho paura di quello che potrebbe succedere, di quello che potrebbe dirmi, di quello che potrebbe fare" affermai, con la voce spezzata e le lacrime agli occhi. Mi alzò il capo con entrambi i palmi e mi asciugò le lacrime "Vedrai che andrà tutto bene" disse con tono dolce. Sorrisi flebilmente e annuì, poggiando le mie mani sulle sue "Digli tutto. Senza rimorsi o ripensamenti" e mi diede un bacio sulla fronte. Chiusi gli occhi e lasciai cadere una lacrima sulla mia mia guancia, sperando nelle sue parole.Si staccò e mi guardò in viso "Senti" iniziò, posandomi una mano sulla gamba "Nei prossimi giorni io e Thomas andremo in capeggio con degli amici e, visto che tu hai il ballo domani sera, ho evitato di chiedertelo" continuò cercando di trovare le parole giuste "E vuoi che non faccia cavolate e cose varie" lui si girò e si mise a ridere, contagiando anche me "Oltre a quello" e agitò la mano in aria "Se vuoi far venire qualche amica" e sottolineò l'ultima parola "Non c'è nessuno problema" e mi sorrise.
"Peter non può venire?" chiesi con gli occhioni, cercando di convincerlo. Lui alzò gli occhi verso il soffitto e poi si girò nella mia direzione "Va bene" esultai e gli saltai addosso "Ma" e alzò il dito al cielo. Sbuffai e ritornai al mio posto "Ci deve essere qualcun altro con voi" e mi guardò malizioso, come se sapesse già quello che avremmo potuto fare. Sorrisi timidamente "Ma a cosa pensi?" chiesi, ridacchiando nervosamente e dandogli una leggera pacca sul petto.
Lui alzò un sopracciglio e tornai seria "Diglielo" sussurrò, per poi darmi un ultimo bacio sulla guancia e alzarsi "Non andare nel panico" affermò ridacchiando, per poi uscire dalla porta -Sono già nel panico.Aprii di nuovo il computer e, mentre stavo per chiamarlo, apparì la schermata della videochiamata. Presi un respiro profondo e la accettai "Ehi" affermò felice "Come mai mi hai chiamato?" chiese curioso "Volevo vedere come stavi" dissi. Lo vidi sorridere e lo feci anche io -Devo dirglielo. Prima che cambi idea.
"Non sai che casino c'era" inziziò velocemente, senza darmi il tempo di rispondere "Mamma mia" e si buttò sul letto "Peter" dissi, cercando di attirare la sua attenzione "La porta per terra. Tutte le sedie a terra" continuò, senza fermarsi "Peter" ripetei, alzando un po' il tono di voce "La porta della mia camera rotta" e me la fece vedere "Non so proprio cosa dire a May. Tu cosa mi consigli?" chiese. Nel frattempo affermai, per la terza volta, il suo nome "Dimmi" abbassai un po' lo sguardo e poi lo rialzai "Ti devo dire una cosa" sussurrai, con voce quasi spezzata "È successo qualcosa?" domandò preoccupato, corrugando la fronte.Aprii la bocca per iniziare il mio discorso, ma Thomas entrò nella stanza. Mi girai stranita nella sua direzione "Cosa c'è?" chiesi, guardandolo negli occhi "Ti devo parlare" affermò, toccandosi un po' i capelli "In un altro momento" dissi decisa, per poi posare di nuovo lo sguardo su Peter "Dai ci metto poco" continuò.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai "Ti richiamo dopo" e chiusi la chiamata. Mi alzai dal letto e mi posizionai davanti a lui "Dimmi" ed incrociai le braccia. Lui si girò, chiuse la porta e poi mi guardò "Chi cazzo è quello?" sussurrò, cercando di non urlare e di non farsi sentire dal padre.
Alzai le sopracciglia e lo osservai stupita "Il mio ragazzo" affermai fiera, per poi girarmi e avviarmi verso il materasso, ma lui mi prese il polso e mi tirò a se "Che cazzo vuol dire?!" e mi strinse sempre di più il braccio.
Feci una smorfia e posai i miei occhi sui suoi "Mi stai facendo male" dissi, stringendo i denti e rispondendogli a tono "Dopo tutto il dolore che hai procurato a me" iniziò, continuando a pressare sul mio polso "Hai pure il coraggio di dirmi una frase del genere" affermò, guardandomi con rabbia.Feci una risata beffarda e mi concentrai di nuovo su di lui "Io non ti ho fatto niente" sussurrai, osservandolo con disprezzo "Sei tu che ti sei fissato" proseguii, prendendo dei respiri profondi per evitare di urlargli in faccia.
A quelle parole lasciò il mio polso e mi puntò il dito contro "Sei tu che mi hai portato fino a questo punto" disse, continuando a camminare, fino a farmi sbattere contro al muro. Lo guardai negli occhi, senza dire niente, con rabbia "Non lo hai ancora capito?" chiesi ironica, corrugando un po' la fronte e lui mi guardò stranito, indietreggiando di qualche passo "Cosa dovrei capire?" domandò e notai che il suo petto continuava ad alzarsi e ad abbassarsi ripetutamente.
"Eri solo una persona con cui scopare" alzai le mani "Senza secondi fini, senza pensare al fatto che iniziavo a piacerti" ed incrogiai le braccia "Sai" ricomincia dopo alcuni secondi di silezio, continuando ad osservare la sua espressione "Alcune volte mi dicevo Devi dirglielo Rebecca, se no qui finisce male, ma ogni volta rimandavo, perche?" e mi avvicinai di un passo "Per provare ancora una volta quella sensazione di potere" sussurrai al suo orecchio, per poi allontanarmi e guardarlo.Dopo qualche istante, mentre continuavo ad osservare i suoi occhi pieni di lacrime, capii di aver fatto lo sbaglio più grande della mia vita. Provai ad avvicinarmi "No" e mi spinse leggermente "Hai già detto abbastanza" sussurrò, con la voce spezzata e le lacrime che solcavano il suo viso "Thomas" inziai, ma lui continuò ad indietreggiare "Io non volevo" affermai, cercando di fermarlo.
Lui scosse la testa e si avvicinò alla porta, per poi uscire velocemente e chiudersi nella sua stanza. Lo rincorsi e mi fermai davanti alla sua camera "Tommy" dissi, sbattendo una mano sulla lastra di legno "Apri" continuai, senza avere nessuna risposta "Ti prego" sussurrai, con la voce impastata dalle lacrime. Mi appoggiai alla sua porta e mi lasciai cadere a terra, continuando a piangere, ad esternare tutto quel dolore che, anche se non causato solo da questo litigio, mi divorava dentro e che, senza darmi tregua, mi stava portando ad una zona della mia vita, del mio essere, che avevo sotterrato negli inferi da molto tempo.Angolo autrice
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così allora continuate a leggere, aggiornerò molto presto. Consigliate la storia a qualsiasi persona che potrebbe interessarsi, voi, intanto, mettete una stellina e commentate. Qualsiasi persona che voglia consigli o che vorrebbe che leggessi qualche storia: mandatemi un messaggio in privato, vi risponderò il prima possibile.
GRAZIE PER AVER COMINCIATO A LEGGERE QUESTA STORIA..!
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Amore Proibito [Peter Parker]
Fanfiction[Piccolissima Anteprima] Volevo scrivergli di vederci, di parlare, che gli avrei spiegato tutto e che non gli avrei nascosto nient'altro, ma non ce la feci. L'avrei reputata un'ulteriore sconfitta. Lui è stato molto chiaro, non c'era niente da spieg...