Peter
Tornai a sedermi e sorrisi al mio amico.
"Allora? Cos'è successo?" mi chiese Ned, incuriosito dalla risposta che potrei dargli.
"All'inizio sembrava andare male, ma alla fine sono riuscito a mettere tutto al proprio posto" affermai, passandomi la lingua sulle labbra e mordendole per un breve lasso di tempo.
"Raccontami" disse il mio amico, incitandomi a parlare.
"Gli ho chiesto scusa per tutto quello che era successo oggi e lei, inizialmente, sembrava abbastanza incazzata. Per un momento ho pensato che mi avrebbe mandato a cagare e che non mi avrebbe più parlato, ma alla fine ha accettato le mie scuse" mi bloccai per prendere fiato e iniziai a sorridere e a muovere la gamba freneticamente. Pensai nuovamente alle frasi che mi aveva detto e mi incupii per alcuni secondi.Ned mi diede uno schiaffo leggero sul petto "È fantastico!" affermo, ma deve aver notato la mia preoccupazione, perché mi mise una mano sulla spalle e disse "Che c'è che non va? Non sei felice di aver chiarito?"
"Ovvio che sono contento, ma c'è una cosa che lei ha detto" mi fermai pensando alla sua frase "Ha affermato che sono il suo migliore amico" e buttai la schiena indietro, dispiaciuto per questa minima frase che significa tanto, ma che ti può spezzare il cuore in mille pezzi.
"Calmati Peter. Vedrai che le farai cambiare idea" si fermò per alcuni secondi a guardarla "Come fa a dire di no a uno come te? Sei fantastico amico" affermo e fece una piccola risata "Conta anche che vi conoscete da poco tempo. Solo tu hai la capacità di innamorarti in così poco tempo"
"Hai ragione" dissi, seguendolo con una piccola risata.Siamo appena arrivati a Venezia ed è una città fantastica. Completamente navigabile. I palazzi che si innalzano nell'acqua. È spettacolare. Arrivati al nostro hotel, scendiamo dalla piccola barca ed entriamo.
"Ma cos'è sto odore?" domandò MJ tappandosi il naso. Al suo fianco c'era Rebecca, in tutto il suo splendore, che osservava ogni particolare.
"Forse è Parker" urlò Flash per farsi sentire dall'intera classe, tutti si misero a ridere, tranne MJ, Ned e lei, che lo guardava schifata, come se avesse appena bestemmiato. MJ invece gli diede uno schiaffo sulla testa per zittirlo. Io non feci niente, sono abituato a subire i suoi insulti e non me né mai fregato.Subito dopo aver messo i bagagli nelle rispettive stanze, uscimmo a fare la solita gita istruttiva.
Ammirai i muri consumati dal tempo, i colori sbiaditi, le gondole che navigavano al nostro fianco, ma la cosa che mi stupì di più fu la costruzione di due mani, che reggevano un edificio.
"Prof. potremmo fermarci? Vorrei disegnarle" affermò Rebecca e il professore fece accostare la barca per farci scendere.
"Bene ragazzi, avete un ora di tempo libero, quindi, andate pure. Ci vediamo qui, sull'imbarcazione. Fate attenzione!" urlò, mentre la maggior parte degli alunni se n'era già andata.
Rimasi per qualche minuto ad osservarla, mentre stava disegnando quelle mani stupende. Guardai i movimenti leggeri che facevano le sue dita sul foglio, mentre creava con il gessetto i vari punti luce, per poi sfumarli con il pollice e l'indice sul foglio. Non volevo andarmene, volevo stare lì con lei, ma prima dovevo comprare una cosa.Entrai in un negozio di antiquariato e salutai il signore al suo interno.
"Buongiorno"
"Buongiorno" disse, ricambiando il saluto.
"Em.. sto cercando un ciondolo a forma di fiore. Si chiama Dalia Nera" e gli feci vedere un disegno che avevo fato sul momento. Lui fece di sì con la testa e si mise a cercare dentro ai cassetti e ai vari scaffali.
"Fiore Nero" e me la porse, io non potetti non sorridere "È perfetto" la presi in mano e la osservai meglio, nero come i suoi capelli. Lo pagai, salutai il gentile signore e me ne andai.
Mentre stavo tornando alla barca per fargli compagnia, notai che era insieme a MJ, in mezzo alla piazza e ricoperta di piccioni, mentre Ned, invece, gli stava facendo una foto. La osservai ridere, rimasi lì immobile, senza parole, affascinato dal suo sorriso stupendo.
Dopo pochi secondi, mentre si stava guardando intorno, mi vide. Mi guardò per qualche secondo, si morse il labbro sorridendo, abbassò il capo e poi distolse di nuovo lo sguardo.Stavo tornando all'imbarcazione, quando però, sentii uno scoppio e delle urla. Mi girai di colpo e vidi un campanile cadere. D'istinto guardai Rebecca che era esattamente sotto la traiettoria dell'edificio. Iniziai a correre nella sua direzione, mentre lei, invece, rimase immobile.
"Rebecca!" urlai "Spostati da lì" continuai, ma non mi ascoltò, continuò a guardare un punto fisso.
La costruzione era a pochi metri da terra, allora mi buttai addosso a lei e dopo pochi secondi ci ritrovammo per terra, mentre l'edificio cadde a circa un metro da noi. La coprii con il mio corpo, la circondai completamente e, successivamente, una nube di fumo e polvere ci circondò.Iniziammo entrambi a tossire, allora, mi alzai, la tirai su e la portai lontana dalle macerie, poi la feci sedere a terra e la guardai attentamente: era sconvolta, aveva il viso paonazzo.
"Rebecca, come stai? Tutto bene?" gli domandai preoccupato, ma lei continuò a non rispondermi, allora le presi il viso e la guardai dritta negli occhi "Rebecca" sussurrai.
Gli scivolò una goccia sulla guancia, mi guardò per qualche secondo e poi mi abbracciò, liberandosi da quelle lacrime tanto pesanti quanto leggere "Mi dispiace" iniziò a dire "Io.. Non so cosa mi sia successo" sussurrò, per poi staccarsi dall'abbraccio.
Nel frattempo tutti i nostri compagni si avvicinarono, increduli di ciò che era appena successo.Sera
Non riesco ancora a capire perché non si sia spostata, ci sto pensando da tutto il pomeriggio, ma non mi viene in mente niente.
Uscii dalla mia stanza e mi avviai verso la sua. Mi fermai davanti alla sua soglia, con il pugno alzato intento a bussare -Se volesse stare da sola? Abbassai il braccio, ma, mentre stavo per andarmene, lei aprì la porta.
"Peter" affermò sorpresa "Cosa ci fai qui?" domandò.
La guardai in faccia. Ha ancora gli occhi gonfi, avrà appena smesso di piangere.
"Volevo vedere come stavi" iniziai, inumidendomi le labbra "E non credo vada bene"
Lei si asciugò le lacrime e si spostò per farmi entrare, poi si sedette sul letto e mi fece segno di sedermi al suo fianco.Iniziò a mordersi il labbro e poi abbassò la testa verso il materasso, quindi io, per avere contatto visivo, gli misi due dita sotto al mento e gli alzai il viso "Cosa ti sta succedendo?" lei alzò lo sguardo per evitare che le lacrime uscissero, ma inutilmente, perché una ad una, lentamente, avevano già iniziato a solcargli il volto.
"Ehi" richiamai dolcemente la sua attenzione "Non piangere" e gli asciugai una piccola gocciolina "Se non vuoi parlarmene non c'è nessun problema" dissi, per poi avvicinarmi e abbracciarla.
"Grazie" sussurrò "Veramente, non fai altro che pensare a me e a come sto, ma non ti soffermi mai su te stesso" affermò, stringendomi ancora più forte "Ti va di dormire qui?" domandò a bassa voce, come se non si volesse far sentire da nessuno, manco da me "Con me" e si allontanò per guardarmi negli occhi "Me ne frego di quello che potrebbero dire gli altri"
"Se questo è quello che vuoi, lo faccio volentieri" dissi, dandogli un bacio sulla guancia umida.Ci sdraiammo e lei si accoccolò al mio fianco. La circondai con le mie braccia e la strinsi a me, un po' per la paura di perderla, un po' per la paura che la mattina dopo se ne sarebbe andata, ma con una consapevolezza, che ci sarò sempre per lei, in qualunque momento, che io sia nei panni di Spider-Man o in quelli di Peter Parker, io farò di tutto per proteggerla e nessuno, ripeto, nessuno, potrà portarmela via.
Angolo autrice
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così allora continuate a leggere, aggiornerò molto presto. Consigliate la storia a qualsiasi persona che potrebbe interessarsi, voi, intanto, mettete una stellina e commentate, facciamo diventare virale questa storia. Qualsiasi persona che voglia consigli o che vorrebbe che leggessi qualche storia: mandatemi un messaggio in privato, vi risponderò il prima possibile.
P.s. GRAZIE PER LE 100 VISUALIZZAZIONI..! E scusatemi tanto per gli errori.
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Amore Proibito [Peter Parker]
Fanfiction[Piccolissima Anteprima] Volevo scrivergli di vederci, di parlare, che gli avrei spiegato tutto e che non gli avrei nascosto nient'altro, ma non ce la feci. L'avrei reputata un'ulteriore sconfitta. Lui è stato molto chiaro, non c'era niente da spieg...