Capitolo 28

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Peter

Mi lanciai tra i vari palazzi e mi appoggiai su un muro di essi. Un enorme volto, composto completamente di elettricità, si formò sugli specchi di un grattacielo "Mi vedi adesso Spider-Man? È ora che incontriamo il nostro destino" domandò, per poi spegnersi. Vidi una scia bluastra trasportarsi da una parte all'altra degli edifici, perciò la seguii. Mi appoggiai sulla sommità di una costruzione e guardai la fabbrica energetica ai miei piedi.
"Arrivi tardi Spider-Man" affermò con voce roca e profonda "Ho disegnato io questa centrale e adesso mi riprendo quello che era mio di diritto" continuò, completamente circondato da scariche elettriche e da scintille che volavano da tutte le parti "Avrò il controllo di tutto" disse, mentre io abbassai lo sguardo e guardai il trasformatore ai piedi dell'edificio "Sarò come un Dio, ma loro.." e lo bloccai "Un Dio chiamato scintilla?" chiesi ironico.

Incazzato mi lanciò una gigantesca scarica elettrica, quindi io saltai in aria e lui colpì una parte della cupola di vetro e ferro. Atterrai sul trasformatore e lanciai due ragnatele ai lati di uno dei diversi tubi, tirandolo su e cercando di colpirlo, ma lui, furbo, bloccò il getto d'acqua, con un'altra onda elettromagnetica "È tutto quello che sai fare?" domandò sarcastico, continuando ad interrompere il liquido "Andiamo!" urlò, per poi fortificare la spinta della scarica e facendo scoppiare il macchinario.
Mi lanciai all'indietro e mi attaccai a uno dei vari tralicci, spenti a causa delle onde emanate da quell'uomo, per poi lanciarmi sopra di lui e tirargli un calcio.
L'essere continuò a scagliarmi alcune onde, fino a quando non gli lanciai un pezzo di metallo addosso e lo feci cadere a terra, perciò mi buttai sopra di lui e cercai di fermarlo, ma esso mi prese dal collo e mi sbatté il corpo al suolo "Allora? Ti arrendi?" continuai a chiedere scherzosamente.

In quel momento, dopo quelle domande, aprì la bocca e una scarica elettromagnetica mi circondò completamente la faccia. Per liberarmi, gli lanciai un calcio sullo stomaco e lui volò in aria, poi scaglio altri due fulmini. Bloccai una delle due mani e lui, di tutta risposta, mandò la scarica elettrica sulle mie ragnatele, ma visto che mi ero preparato ad una cosa del genere, quest'ultime non mi fecero niente, quindi, con tutta la forza che mi era rimasta, lo lanciai al suolo.
A causa di un onda che era stata prodotta dalla caduta, il mio costume andò in corto circuito e una scarica mi percorse l'intero corpo.
Mi buttai per terra stordito e presi dei respiri profondi "Non è niente. Sono solo ossa, muscoli e organi" affermai, cercando di alzarmi.

Dopo alcuni secondi, uno dei tralicci venne circondato completamente da delle scariche elettriche "Oh mamma" dissi, alzandomi leggermente. L'uomo continuò a trasportarsi da un traliccio all'altro. Era troppo veloce e, non riuscendo a rilevare la sua energia, sentii una forte spinta. Caddi a terra, ma mi rialzai subito, successivamente lui, sotto forma di onda elettromagnetica, mi colpì una seconda volta e mi fece sbattere ripetutamente sulle varie colonne. Provai a lanciare una delle mie ragnatele e a scappare, ma lui mi bloccò "Spider-Man. Non te l'aspettavi?" domando, ma, proprio in quel momento, una macchina della polizia gli si scagliò contro e lo fece volare ad alcuni metri di distanza dall'impatto.

Caddi a terra ed andai a sbattere contro alcuni tubi, intanto cercai di alzarmi e osservai la persona che stava scendendo dalla vettura. Sgranai un po' gli occhi e notai che era Rebecca "Davvero?" cominciò, avvicinandosi velocemente a me "Mi appiccichi a una macchina? Che sei un uomo delle caverne?" continuò a domandare arrabbiata.
"Non dovresti essere qui" affermai, portandola dietro di me, ma lei continuò a non ascoltarmi "Mi leghi per andare a fare la guerra?" urlò ancora "Io so come aiutarti" e si indicò da sola.
Mi misi le mani in testa, mi guardai intorno e successivamente ritornai ad osservarla "Che cosa ci fai qui?" urlai isterico "Io conosco i dettagli del progetto. So come resettare l'intera cosa" rispose, mentre io continuavo ad urlarle contro.
La feci fare altri passi indietro, continuando a proteggerla con il mio corpo, e poi le misi le mani sulle braccia "Non puoi stare qui adesso. Sto parlando seriamente. Non puoi stare qui. Okay? È una follia" affermai velocemente, scuotendo ripetutamente la testa.
"Sai cosa ti dico?" domandò, guardandomi negli occhi "Nessuno può prendere decisioni per me. Hai capito? Nessuno. Questa è una mia scelta. Okay?"
Mi girai e continuai a guardarmi attorno, mentre lei continuava a ripetermi le stesse cose.

Amore Proibito [Peter Parker]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora