Capitolo 10

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Rebecca

Mi alzai e, come tutte le mattine, mi preparai, ma sta volta non per andare a scuola, ma per andare a Boston, dalla mia famiglia. Uscii di casa senza farmi vedere da Jackson e mi avviai alla stazione. Dopo quattro ore di treno, arrivai a destinazione.
Il clima è sempre lo stesso, freddo, e visto che si sta avvicinando l'inverno, iniziano ad esserci le prime nevicate. In quel esatto momento, mi cadde un fiocco di neve sulla mano, perciò iniziai a ricordare tutti quei momenti passati con la mia famiglia e con i miei amici.

A passo lento intrapresi la via che portava al cimitero. È la prima volta, dopo quasi tre anni, che ritorno nella mia città, che vengo a salutare i miei genitori. Mentre camminavo mi misi a guardare i vari condomini che mi circondavano, non sono cambiati per niente, hanno sempre il loro fascino: con i loro colori vivaci, che spiccano pur essendo circondati da grattacieli, pur essendo circondati dal freddo e dallo smog. Osservai le persone che avevo intorno, alcune le conoscevo, infatti voltavo il capo dalla parte opposta per non farmi riconoscere, ma poi mi giravo e le guardavo andarsene, consapevole, che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che le avrei viste.
Mentre continuavo a camminare, notai il negozio che una volta era dei miei genitori, "I fotografi di Boston" così lo chiamava la gente. Ora, invece, è occupato da un fioraio. Mi fermai e presi tre rose, una per ogni componente della mia famiglia.

Appena arrivai, mi misi a cercare, tra le varie lapidi, quella della nostra famiglia.
È incredibile il numero di persone che vengono sepolte in un solo anno. Quante persone hanno sofferto per i loro cari. Lessi alcuni nomi tra cui il nome di una persona che io conoscevo molto bene. Jessica Martin, la nonna della mia migliore amica, o almeno, quella che era la mia migliore amica due anni e mezzo fa. Mi chinai e accarezzai il nome inciso sulla targa commemorativa.
"Mi dispiace di non esserci stata" sussurrai e una lacrima mi solcò la guancia, la asciugai prima di farla cadere a terra, poi mi alzai e dopo qualche passo trovai la nostra tomba e mi soffermai sulle scritte scalfite nella pietra: In memoria della famiglia Johnson e poi i quattro nomi Harry Johnson (1975-2017), Lydia Johnson (1978-2017), Simon Johnson (1998-2017), Allison Johnson (2001-2017).

Mi soffermai su quel nome, non lo sento dire da qualcuno da tanto, troppo, tempo. Lasciai le tre rose li davanti e poi mi fermai a guardare il nome dei miei genitori. Ero venuta qui per sapere la verità, per vedere se mio fratello era veramente lì dentro, ma non posso farlo, sarebbe un'offesa nei confronti della mia famiglia, dei miei amici, ma anche nei confronti di me stessa.
Appoggiai la testa sulla lapide e iniziai a piangere, mentre alcune persone mi guardavano dispiaciute.
"Ve lo giuro" dissi tra un singhiozzo e l'altro "Vi vendicherò. Fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita" e appoggiai una mano sul blocco di pietra.
Pochi secondi dopo sentii qualcosa cadere, simile a delle foglie, però più marcato. Alzai il capo e mi girai lentamente, consapevole di avere qualcuno, forse che conoscevo, a pochi metri di distanza.

"Allison" sentii sussurrare prima di voltarmi. Riconoscerei quella voce a kilometri distanza. Quella voce che mi ha supportato, che mi ha consolato, che mi ha fatto ridere e che mi ha anche fatto piangere.
Mi girai completamente e la vidi. Con la sua pelle pallida, bianca come la neve. Con i suoi capelli biondi, come i raggi del sole, ma che oggi sembravano spenti, privi di vita. Con i suoi occhi azzurri, come il ghiaccio, ma oggi delineati da due occhiaie violacee e zuppi di lacrime.
"Tu" e mi indicò, con la voce spezzata "Sei davvero tu?" domandò, per poi strofinarsi gli occhi, credendo che fossi una sua immaginazione. Poi, dopo un po' di tempo, ebbi il coraggio di parlare.
"Sì, sono io" sussurrai, abbassando il capo per nascondere il dolore che stavo provando in quel momento, successivamente, con ancora la testa abbassata, continuai "Mi dispiace per tua nonna, se.." ma prima di terminare la frase mi ritrovai nelle sue braccia -Quanto mi erano mancate!

Amore Proibito [Peter Parker]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora