Siamo appena arrivati all'Hotel che ci ospiterà per due giorni e una notte qui a Napoli e devo dire che è molto confortevole: un letto matrimoniale, una Tv e il bagno, piccolino, ma carino, ma la cosa che mi piace di più è il fatto che la mia stanza è a vista mare ed è anche affianco a quella di Peter e Ned, che sono in stanza insieme; io, invece, sono con MJ, ultimamente abbiamo fatto molta amicizia.
Ora stiamo andando a visitare la Reggia Di Caserta ed è stupenda.
Siamo appena entrati ed io sono rimasta immediatamente a bocca aperta: ci sono delle scalinate in marmo, decorate da rilievi, da statue, da volute e da tante altre decorazioni e delle mezze colonne, cioè che, dai muri, emerge solo metà colonna, sono fatte dello stesso materiale degli scalini e anch'esse decorate da volute e altri dettagli.
Tutto l'edificio è abbellito da affreschi, da statue, dagli arredi che venivano utilizzati all'epoca e dalle armature usate in battaglia.
Successivamente, dopo aver visitato gli interni, siamo usciti e abbiamo ammirato l'immenso giardino che circonda l'edificio e anch'esso è decorato da statue e da enormi fontane.Abbiamo appena finito di pranzare e, ora, andremo a visitare le rovine di Pompei.
Durante il viaggio, sul pullman, mi sono seduta vicino a Peter. La scorsa sera è stato molto gentile a rimanere con me tutta la notte, ma comunque, in ogni caso, gli devo la vita.
Mi porse una cuffietta, me la misi all'orecchio e iniziai ad ascoltare Silece di Marshmello e Khalid, una delle mie canzoni preferite. Mi appoggiai alla sua spalla, mentre lui mi accarezzava i capelli.
Non vorrei andarmene mai, rimanere tra queste braccia per sempre, che ormai sono diventate la mia casa, un luogo in cui nulla può succedere, perché lui è il mio eroe e, so, che mi proteggerà da qualsiasi cosa.Appena siamo arrivati a Pompei, la guida iniziò a spiegarci i fatti, la storia del Vesuvio che seppellì centinaia di persone nel 79 d.C. Ci mostrò i vari reperti, le varie abitazioni distrutte dall'esplosione, ma, la cosa che mi impressionò di più, furono i resti dei corpi "fossilizzati" -Non oso immaginare cosa abbiano passato nel momento esatto in cui si ritrovarono questo fenomeno davanti agli occhi.
Strinsi il braccio di Peter, a cui ero rimasta aggrappata dall'inizio della gita. Lui mi guardò per qualche secondo e poi fece una piccola risata "Tranquilla, con me sei al sicuro" sussurrò al mio orecchio ed io rabbrividii.
"Ci conto" sussurrai a mia volta, per poi tornare ad ascoltare ciò che stava spigando il prof.Dopo qualche minuto, mentre stavamo camminando, mi sentii tirare via, guardai Peter stranita e lui mi fece segno di stare zitta. Continuai a seguirlo, senza chiedergli dove stessimo andando, mi fido di lui e non c'è bisogno di spiegazioni.
Dopo circa cinque minuti di camminata, anzi di scalinate, ci sedemmo su una panchina e lui indicò il panorama dinanzi ai nostri occhi "Guarda" mi girai in direzione del suo dito e rimasi senza parole "Wow" riuscii a dire.
Mi alzai e ammirai Napoli in tutto il suo splendore "Come facevi a saperlo?" domandai, girandomi verso di lui."Ci sono già stato" affermò, per poi alzarsi e affiancarsi a me "Un posto speciale per una persona speciale" bisbigliò -Peter Parker, non vuoi farti sentire?
Voltai il mio sguardo in direzione del suo, sorrisi e mi toccai l'orecchio, per fargli capire che, anche se non si voleva far sentire, io lo ascoltavo sempre e che se avesse mai avuto il bisogno di parlare io ci sarei sempre stata.
"Ora andiamo o ci daranno per dispersi" disse, prendendomi per mano e portandomi di nuovo dal nostro gruppo.Sono quasi le 17:30 e, visto che siamo in vicinanza del mare, i professori hanno deciso di portarci in spiaggia per fare un bagno. Respirai l'odore dell'acqua marina e sentii l'aroma del sale riempirmi i polmoni. Una volta cambiata, uscii dallo spogliatoio e stesi l'asciugamano sulla sabbia, mi sdraiai su di esso e iniziai a prendere un po' di sole. In lontananza vidi i miei amici, gli feci segno di avvicinarsi e di coricarsi vicino a me.
"Che fai? Non vieni a farti un bagno?" chiese Peter vedendo che non avevo intenzione di alzarmi.
"Forse più tardi" a queste parole lo vidi avvicinarsi lentamente e, proprio mentre mi stavo per alzare e scappare, mi prese come un sacco di patate e iniziò a camminare verso l'acqua.
"Peter" urlai "Mettimi giù!" e cominciai a dargli dei pugni sulla schiena.
"Non puoi sprecare questo momento per l'abbronzatura. Tanto non ti serve"
In effetti ha ragione, non ne ho proprio bisogno. Visto che non aveva intenzione di cedere, smisi di lamentarmi e mi soffermai ad osservargli le natiche. Ho sempre pensato che avesse un bel culo tonico, ma non mi sono mai soffermata a guardare questo bellissimo panorama.
In pochi secondi mi ritrovai in mare. L'acqua fredda mi avvolse e mi fece venire una serie di brividi in tutto il corpo, mentre le braccia di Peter continuavano a stringermi.Appena riuscimmo ad emergere ci guardammo per qualche secondo e iniziammo a ridere, mentre il resto della classe ci osservava, forse curiosi oppure invidiosi del nostro rapporto, ma continuavano a guardarci. Decisi di immergermi e nascondermi da quegli sguardi, che ogni volta mi mettevano in soggezione.
Sentii delle mani sfiorarmi, man mano, tutto il corpo, finché mi ritrovai a pochi centimetri dal viso di Peter. Ci osservammo, anche se gli occhi iniziavano a bruciare a causa del sale e anche se il respiro iniziava a mancarci. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da qui due pozzi, profondi come gli abissi, pieni di segreti, pieni di dolcezza. Lui si avvicinò di qualche millimetro e per qualche secondo ebbi il terrore che mi baciasse, non so come avrei reagito, ma so che non lo amo, ne sono certa. Non so se ha notato la paura nei miei occhi, ma, dopo qualche secondo, si spostò un po' a sinistra e mi diede un bacio sulla guancia, per poi salire in superfice.
Feci lo stesso anch'io. Lo guardai allontanarsi, andare sempre più a largo. Avrei voluto urlargli di tornare indietro, ma non dissi niente. Per la prima volta dopo due anni ho paura di perdere una persona a me cara.Peter
Avrei potuto baciarla, eravamo sott'acqua, non ci avrebbe visto nessuno, ma non ne ebbi il coraggio, non potevo farlo, non se i sentimenti non sono ricambiati e io sono certo che non lo siano. Gliel'ho letto negli occhi, ho visto la paura, il terrore che io rovinassi tutto, ed è per questo che me ne sono andato. Se solo mi avesse fatto una domanda, anche piccola, è probabile che gli avrei detto tutto, dei sentimenti che provo, delle emozioni che mi fa sentire ogni volta che mi parla, dei brividi che mi fa venire ogni volta che mi guarda o che mi sfiora la pelle. Non potevo rovinare tutto, non ora che ero riuscito ad avvicinarmi così tanto a lei.
La sera, dopo cena, rientrai in camera, non avevo voglia di andare a qualche stupida festa o andare a mangiare qualche stupido gelato, più che altro, non avevo voglia di vederla, di vedere il suo viso pensieroso, di incrociare il suo sguardo e dover fare uno dei miei sorrisi finti, non avevo voglia di mentirle.
Mi sedetti sulla sedia in balcone e ammirai Napoli di sera. Le luci, che sembravano un cielo stellato. Il rumore delle ultime auto, che probabilmente stavano tornando a casa, infine, mi soffermai ad osservare la spiaggia, a pochi metri di distanza dall'hotel, e notai una coppia anziana seduta su delle sedie che ammirava la luna. Li guardai per minuti, mentre pensavo a cosa avrei fatto io in futuro.
Sono Spider-Man, certo, salvo centinai di vite al giorno e ne sono fiero, ma questo mio ruolo nel mondo non potrà darmi la felicità, o almeno, non quella che vorrei io. Distolsi lo sguardo da quella scena e iniziai a contemplare la luna."Bella vero?" sentii dire, mi girai in direzione della voce e la vidi, appoggiata al davanzale, illuminata dalla luce biancastra del nostro unico satellite.
"Già" sussurrai, abbassando il volto verso terra. Stavo per iniziare a parlare, ma lei mi precedette.
"Ti vorrei parlare" affermò. Alzai la testa e la guardai negli occhi, poi continuò "Peter. Ti voglio bene e vorrei essere chiara con te" si morse il labbro "Non vorrei che pensassi che quel bacio, alla festa, significhi qualcosa"
"No, no. Tranquilla" dissi con un tono di voce molto basso "So che l'hai fatto per toglierti dai piedi Flash" conclusi.
"Mi dispiace tanto Peter"
"Per cosa scusa?" domandai confuso.
"Non sono cieca" affermò "So che provi qualcosa e me ne hai dato la certezza oggi"
Buttai furi tutta l'aria che avevo nei polmoni "Non abbandonarmi" dissi, con le lacrime che minacciavano di uscire
"Mai"
Sorrisi, perché quella frase, anche se piccola, significava che lei ci sarebbe sempre stata e che ciò che era successo oggi, ormai, era acqua passata.Angolo autrice
Come sempre: spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così allora continuate a leggere, aggiornerò molto presto. Consigliate la storia a qualsiasi persona che potrebbe interessarsi, voi, intanto, mettete una stellina e commentate. Qualsiasi persona che voglia consigli o che vorrebbe che leggessi qualche storia: mandatemi un messaggio in privato, vi risponderò il prima possibile.
GRAZIE PER AVER COMINCIATO A LEGGERE QUESTA STORIA..!
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Amore Proibito [Peter Parker]
Fanfiction[Piccolissima Anteprima] Volevo scrivergli di vederci, di parlare, che gli avrei spiegato tutto e che non gli avrei nascosto nient'altro, ma non ce la feci. L'avrei reputata un'ulteriore sconfitta. Lui è stato molto chiaro, non c'era niente da spieg...