Capitolo XXXIII

613 37 13
                                        


Le parole che escono dalla bocca di Jimin tradisco lui stesso. Lo si vede dallo sguardo.
Non appena ha pronunciato quelle parole e una piccola risata, se ne va quasi preso dai sensi di colpa.

Con ancora quell'orrido sapore ferroso in bocca decido di seguirlo e mi siedo accanto a lui su un divanetto. Il ragazzo fissa un punto della stanza con occhi vigili e attenti.
Alzando lo sguardo dopo di lui, mi accorgo che sta osseravando Jungkook.

"Tutto bene Jimin?" domando con tono preoccupato, ma il ragazzo non da risposta.
Rimane vigile come un cane da caccia scrutando la figura del minore dei ragazzi.
Mi chiedo incuriosita il motivo di tale comportamento.

"Non lo senti?" sono le parole che pronucia senza distaccare lo sguardo

"Che cosa?"

"Concentrati e rispondimi."

Corrugo la fronte stranita ma poi, improvvisamente, un sentore caratteristico invade le mie narici. Odore di demone.

"Lo sento".

Il ragazzo si volta verso di me "C'è un demone e credo di averlo individuato. Guarda Jungkook, il suo comportamento è sospetto. Si guarda attorno come se stesse studiando la zona e cercando qualcuno."

Effettivamente è vero. Jungkook si comporta in modo strano. È distaccato e scambia solo poche parole con gli altri.

Jimin si alza dal divano e s'incammina verso il ragazzo

"Cosa hai intenzione di fare?"

"Andrò a parlarci. Vieni con me?" mi porge la mano.
Un pò titubante l'afferro e ci incamminiamo sospettosi. Jungkook si volta e sorride.

"Come mai tutto solo? C'è qualche problema?"
Domanda Jimin e il ragazzo lo guarda con un sorriso sghembo

"No. A dire la verità cercavo un momento per restare solo. Questa musica m'imbalordisce".

Strano. Non è da lui. Jungkook ascolterebbe musica ad alto volume ventiquattrore su ventiquattro.

"Ah, è cosí... Capisco. Bhe, allora che ne dici di seguirmi, ho una cosa per te".

Un pò titubante Jungkook decide di seguirci e ci ritroviamo in uno studio. Jimin fruga tra i cassetti di una scrivania dallo stile piuttosto barocco e fa per porgere un'oggetto imbavagliato nelle mani del ragazzo.

"È ciò che mi hai commissionato".
Inutile dire che Jungkook è rimasto sorpreso e rigido per tutto il tempo.

"Che c'è? Tieni, è tuo". Glielo pone tra le mani per poi rimuovere con un gesto fulmineo il fazzoletto bianco che lo copriva. Le urla di dolore straziante di Jungkook risuonano in tutta la stanza.
Un fumo nero e denso si alza dalle sue mani ed il caratteristico odore di demone si fa sentire più che mai.
La pelle delle mani del ragazzo è completamente bruciata e rangrinzita dalla scottatura provocata dalla lama argentea che gli e stata posata sulle mani.

"Che cazzo ci fai qui? Dove si trova Jungkook!?"

Il demone da terra alza lo sguardo verso di noi e, con gli occhi completamente corvini, osserva beffardo me e Jimin per poi farsi scappare una risata sadica sotto i baffi.

"Dove si trova Jungkook?! Rispondi!" la voce di Jimin si fa sempre piú nervosa e le parole schizzano fuori taglienti e ricolme di rabbia.

"Lo vuoi proprio sapere? Bhe... Mi dispiace deluderti ma non basterà bruciarmi le mani per scoprire dove si trova il ragazzino"

Jimin furioso si precipita sul demone prendendolo per il colletto del lupetto che sta indossando
"O parli e ne va della tua stessa vita, lurido bastardo"

Perfect IdolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora