"Quest'insaziabile sete di sangue, solo perchè volevo essere perfetto, ora sto vivendo nel peccato. Il tempo scava rughe sul volto delle bellezza, ma io ho fottuto il tempo e così sono diventato un eterno peccatore, un mostro...un vampiro"
✔️Completa
"Che festa sia! Oggi è un grande giorno viviamolo con tutto noi stessi e dimentichiamoci i brutti momenti trascorsi!"
La voce solare di Hoseok risuona in tutto il salone alimentando tutti i nostri cuori di gioia. O almeno, quasi tutti... I presenti alzano il proprio bicchiere ricolmo di sangue come fosse un glorioso premio ed il cristallino tintinnio rieccheggia tra le pareti della stanza. All'appello manca Jimin.
"Forse dovrei andare da lui, magari non sta bene..." dico tra me e me per poi avviarmi verso l'uscio dell'immenso salone.
"Seoyeon! Dove vai? Tu sei la reginetta della festa!" esclama Taehyung.
"Torno subito, devo andare in bagno" rispondo affrettata ed infine mi reco di fronte la camera di Jimin. Busso ma nessuno risponde.
"Jimin... Ci sei?" Busso nuovamente cercando di ottenere una risposta dall'interno ma ancora niente. Avvicino il mio orecchio alla porta: l'udito sviluppato dei vampiri è davvero eccezionale. Sento qualcuno respirare e quel qualcuno è proprio Jimin.
"Posso entrare?" Ma prima che possa ricevere il suo consenso apro lentamente la sontuosa porta in legno pregiatissimo e vedo la snella figura di Jimin seduta al bordo del letto con un taccuino in pelle tra le mani.
Jimin non si volta nemmemo per vedere chi fosse appena entrato dalla porta, come se non gli interessasse per nulla al mondo, piuttosto tiene incollato il suo sguardo serio alla carta bianca lattea. Con una matita inizia a disegnare nervosamente annerendo l'immacolata pagina di righe e scarabocchi: sembra impazzito.
"J... Jimin?" Tocco la sua spalla ed il ragazzo sussulta facendo cadere la matita a terra.
"Stai bene...? Non volevo spaventarti..."
Jimin si lascia perdere un grosso respiro mettendosi una mano al petto. Lo guardo preoccupata.
"Seoyeon... Cristo che spavento, perché sei qui?"
"Non ti ho più visto al salone e credevo non stessi bene. Sono passata per controllare che non ti fosse successo niente..."
Jimin si china a raccogliere la matita e nel mentre rivela sul suo taccuino ciò che stava facendo: uno schizzo di un uomo intento a raccogliere un libro e sovrastato da un qualcosa che non so descrivere, forse un serpente, completamente avvolto da una cupa nube.
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"Che bello, lo stavi facendo ora?"
"Si, è uno schizzo che probabilmente aggiungerò ad un quadro a cui sto lavorando"
"... È molto inquietante."
"Vero? Lo credo anche io. Più che altro lo trovo ansiogeno, toglie il respiro"
"Già..." mi limito a rispondere ed un disagiante silenzio soffoca la stanza. A romperlo sono proprio le mie parole.
"Non vieni a festeggiare? I ragazzi pare che ti stiano aspettando"