Stringo al mio petto Stitch, il mio peluche, mentre una donna mi guarda con sufficienza attraverso i suoi occhiali posati sul naso.
Mi guardo intorno, siamo in una stanza con le pareti grigie, c'è solo una piccola finestra da cui entra poca luce del mattino, al centro della stanza c'è una scrivania e alcune sedie, mentre attaccati alle pareti ci sono alcuni quadri che raffigurano alcune città famose. Mi pare di vedere anche una torre che sono andata a vedere con mamma, papà e Aaron, alcuni anni fa.
La signora continua a scrivere qualcosa sul foglio, e io la guardo confusa, non so perché sono qui.
So che questa mattina ad avermi svegliato è stata lei, mi ha detto di vestirmi e di fare la valigia con il minimo indispensabile, io le ho chiesto dov'era la mamma, ma non mi ha risposto.
Così ho fatto la valigia e sono scesa dalle scale, e li ho trovato Aaron, il mio fratellone, ha 3 anni in più di me, appena mi ha visto mi ha abbracciato, nemmeno lui però sembrava capire qualcosa.Siamo usciti di casa, nel nostro giardino c'era molta confusione, prima di essere messa in macchina, sono riuscita a vedere l'autoambulanza e la macchina della polizia.
Dopodiché mi hanno portata qui, mio fratello è nell'altra stanza, e io sono qui, seduta su questa sedia, che guardo la signora e stringo Stitch.Sbadiglio e mi stropiccio gli occhi con la mano, la signora alza lo sguardo e mi guarda negli occhi
-come ti senti Summer?- mi chiede, io la guardo
-non capisco che cosa ci faccio qui, dov'è Aaron e dov'è la mamma? Voglio tornare a casa- chiedo quasi sottovoce, lei sospira
-non tornerai a casa Summer, andrai insieme a tuo fratello in un orfanotrofio- mi dice
-no io voglio la mamma e voglio tornare a casa- piagnucolo
-non puoi, Summer la tua mamma se ne è andata- mi dice
-dov'è andata? Non la possiamo far tornare indietro, oggi è sabato è il giorno della pizza, questa sera dobbiamo fare la pizza tutti insieme- dico stringendo Stitch sorridendo. Adoro il giorno della pizza.
-Summer la tua mamma è andata in cielo, non c'è più- mi dice guardandomi con aria dispiaciuta.La mamma non c'è più, è in cielo. Lei non mi abbraccerà più quando avrò paura dei mostri, ora chi mi porterà a scuola, chi mi darà il bacio della buona notte. Sento delle lacrime calde scivolarmi sulle guance, e non riesco a smettere di piangere. Dentro di me sento come un peso che non mi permette di respirare. Voglio che questo dolore se ne vada subito, non riesco a resistere.
La signora chiama mio fratello, dicendo che stavo piangendo, lui essendo il mio supereroe viene da me e mi abbraccia stretta e mi dice che andrà tutto bene. Io lo guardo, incontrando i suoi occhi azzurri come l'oceano, che sono identici ai miei
-non te ne andare mai, Aaron- dico singhiozzando senza smettere di stringere lui e Stitch
-non me ne vado Summer, sto qui vicino a te ora, e per sempre- mi dice baciandomi la testa e continuando a stringermi forte.
STAI LEGGENDO
I need a hug [in pausa]
RomanceSvegliarsi una mattina e trovarsi senza genitori, non è una delle cose che augureresti a qualcuno, ma è esattamente quello che succede a Summer e a suo fratello maggiore. Da quel giorno vengono portati in orfanotrofio e poi in un college per orfan...