||pur sempre giovani e pazzi||

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Dal soffitto inizia a cadere acqua, quando mi guardo la maglia capisco che non è semplice acqua, ma è colore, in poco tempo siamo tutte ricoperte di colore.

Quegli imbecilli hanno riempito le tubature di tempera, e hanno fatto scattare l'allarme anti incendio. Guardo le altre quasi sorridendo, solo loro potevano pensarla. Scoppiamo a ridere tutte insieme. Chiudo l'armadietto e lascio che la pioggia di colori mi sporchi dalla testa ai piedi. Ci metteranno un po' per riuscire a fermarle soprattutto conoscendoli, hanno anche manomesso quello che ferma questa pioggia di colore.

Vedo i ragazzi correrci incontro, Aaron prende Rachel per i fianchi e la bacia con trasporto, distolgo lo sguardo ridendo. Una sorella non accetterà mai che anche suo fratello fa certe cose, nonostante siano molto legati, è la regola.

Josh prende Lucy per i fianchi e la fa volteggiare, io guardo la gemella come a dire "che ti dicevo?" e lei di rimando mi fa la linguaccia e mi spintona scherzosamente. Qualcuno mi copre gli occhi un profumo dolce mi avvolge, ho imparato a riconoscerlo ormai. Mi volto e come mi aspettavo mi trovo Cole che mi guarda con i suoi occhi azzurri, io gli sorrido.

-allora? Com'è?- mi chiede tranquillamente come se stessimo discutendo del tempo, io scoppio a ridere e lui con me.

-siete pazzi, totalmente. Dimmi che non vi scopriranno mai- gli dico guardandolo negli occhi

-ei così ci insulti, siamo mai stati scoperti?- mi chiede sorridendo. Alla faccia del bravo ragazzo. Con gli occhi che brillano mi prende per le mani e mi fa fare una piroetta. Io scoppio a ridere e mi lascio condurre in questo ballo disordinato come se nulla fosse.

Ecco così siamo, stupidi adolescenti orfani, che non hanno idea di che cosa sia crescere con i genitori accanto, che hanno già passato troppo per la loro età, ma pur sempre giovani e pazzi. Ed è proprio quello a renderci incredibilmente speciali.

Continuiamo a stare sotto quella strana pioggia colorata, finché i professori non ci cacciano. Posso aver giurato di aver visto Mr. Brown sorridere e farci l'occhiolino con sguardo d'intesa, ma non ne sono sicura.

Usciamo e ci avviamo verso i dormitori, siamo fortunati che faccia ancora caldo, altrimenti ora staremo congelando. Cammino con il braccio di mio fratello che mi circonda le spalle.

-ci avete fatto preoccupare stupidi- dice Rachel spintonando mio fratello che non si muove di un millimetro

-beh ne è valsa la pena- dice Cole ridendo.

-già, questo è certo, venite da noi questa sera?- chiede Lucy ancora stretta al mio migliore amico, che la da un bacio sulla tempia

-infondo dobbiamo farci perdonare- dice Josh sorridendo, e vedo il resto dei maschi alzare le spalle

-beh allora tra un ora nel nostro appartamento è deciso- dice Beth infilando il telefono nella tasca posteriore dei Jeans che indossa. Smetto di ascoltare perché una sottospecie di umano mi cammina accanto.

-sembri appena stata vomitata da un unicorno, Ness- mi dice all'orecchio, io lo guardo

-o certo perché tu non vero?- alzo un sopracciglio squadrandolo da testa ai piedi

-sì ma a contrario tu, a me donano tutti i colori che indosso, a contrario tuo- lo guardo e scuoto la testa, ah che devo fare con questa testa di cazzo, con un ego smisurato?

-ma dove lo metti tutto quel tuo ego?- chiedo facendo la finta confusa, lui non dice nulla però mi guarda con uno sguardo malizioso, faccio una smorfia -sei disgustoso-

-solo per te, Ness- esclama sorridendo, prima di entrare nel suo dormitorio. Io scuoto la testa ma sorrido. Quell'imbecille mi manderà fuori di testa prima o poi. Se non l'ha già fatto.

Incontro lo sguardo di Josh, che mi lancia uno sguardo d'intesa, io lo guardo male e lui scompare dietro la porta di entrata del dormitorio. Codardo che non è altro.
Entro nell'edificio con il braccio di Beth che mi circonda le spalle, e ride di gusto per una cosa che ha appena detto Lucy, sul suo gemello.

Camminiamo per i corridoi e la gente ci guarda confusa, tutti si chiedono che cazzo è successo. Noto che alcuni sono presi come noi e sorrido.
Ascolto pezzi di conversazione e mi sembra di capire che tutte si chiedono che cazzo è appena successo, ma soprattutto tutti si chiedono chi è stato. Io sorrido, sapendo che nessuno lo saprà mai, sono troppo intelligenti per farsi scoprire, ne hanno combinate così tante senza che nessuno venga a sapere che siamo stati noi.

Passiamo davanti alla camera di Jamie e di alcune sue amiche, la sento strillare da dentro e cinque secondi dopo esce dal suo appartamento sbattendo la porta. La guardo e per poco non scoppio a ridere. Ha il viso rosso dalla rabbia e come tutte noi è coperta da cima a fondo di colore. Quando ci nota incrocia le braccia al petto, rischiando che il suo seno prosperoso esca dalla maglietta scollata. Mi viene da vomitare.

-che avete da guardare?- ci chiede guardandoci con sufficienza. Lucy non ce la fa e scoppia a ridere, seguita a ruota da me. Avrei giurato di averle visto uscire del fumo dalle orecchie. Siamo al corrente che siamo conciate come lei, solo che a differenza sua a noi non importa nulla, per lei invece ritrovarsi ricoperta di colore equivale alla chiusura immediata e definitiva di Victoria Secret.

-posso dirti una cosa Jamie, il verde ti dona proprio- dice Lucy ridendo, commentando il colore dei capelli della ragazza qui difronte a me

-certo come a te dona la povertà, ho sentito che tu e Wilson state insieme o forse ti usa solo per scopare e usare i tuoi soldi- dice con voce ingenua. Vedo Marika afferrare Lucy per li braccio tenendola ferma. Lucy ha ricevuto davvero tanta eredità dai genitori, ecco perché è molto ricca quasi come Marika.

-invece tu vai in giro a prostituirti per guadagnare qualcosa? Ho sentito dire che tu fai bene- dico avanzando di un passo verso di lei. Jamie mi guarda con astio.

-oh guarda chi abbiamo qui- dice guardandomi dalla testa ai piedi -la depressa- mi guarda dritta negli occhi, sento un coltello trapassarmi il cuore

-okay basta così, via cagnolina vai a cuccia- dice Rachel prendendomi per il braccio e trasportandomi letteralmente lontano da quella stronza senza cuore.

Quanto la odio quella stronza. Apriamo la porta del nostro appartamento, appena attraversata la soglia corro in camera mia e mi ci chiudo dentro. Non voglio sentire nessuno, non ora. Ho bisogno di stare da sola. Il peso sul mio petto si fa di colpo dieci volte più pesante del solito, ha lo stesso peso di quella mattina, e non mi fa respirare.

Appoggio la schiena sulla porta e scivolo finché il mio sedere non tocca per terra, mi tiro le gambe al petto e mi prendo le mani tra i capelli. Respiro a fondo e faccio in modo di regolare i miei battiti cardiaci, fottuti attacchi di panico. Quando finalmente il peso torna a farsi più leggero apro gli occhi, prendo un profondo respiro e le mani mi ricadono lungo i fianchi.

Sento un leggero bussare alla porta

-Summer tutto bene?- mi chiede Rachel dall'altra parte della porta, io sospiro mi alzo e le apro la porta. La guardo negli occhi, noto che il suo sguardo è preoccupato che assomiglia terribilmente a quello di una madre. Non riesco a trattenere una smorfia.

-sto bene, quella stronza non riesce più a farmi del male- dico ingoiando la bugia, sorridendo. Lei mi guarda negli occhi e la vedo annuire, non so se sia perché ci crede o perché ha deciso di far finta di nulla.

-credo ti serva un doccia eh?- mi chiede sorridendo, io le sorrido

-ehi non puzzo così tanto è- dico ridendo e spostandomi una ciocca di capelli con fare altezzoso, lei scoppia a ridere, ma si dirige in cucina. Prima di chiudere la porta la sento dire

-certo certo- scuoto la testa e mi chiudo in bagno. Penso che un dolce bagno caldo mi possa aiutare. Un bagno caldo è sempre la soluzione a tutto.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora