||una specie di accampamento||

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-ce ne avete messo di tempo eh- ci rimprovera, per così dire, la mia migliore amica con una maschera spalmata nel viso, appena varchiamo la soglia dell'appartamento. Io la guardo impendendomi di scoppiare a ridere.

-la bellezza richiede sforzi tesoro- dice Rachel fermandosi sulle scale che stava salendo per mandarle un bacio

-abbiamo fatto tutto lavoro per nulla allora, eravamo già belle prima- dice Lucy spostandosi i capelli dalla spalla con fare altezzoso. Io scoppio a ridere, le passo accanto battendole il cinque dirigendomi poi verso la mia camera.

Collego la cassa al telefono e faccio partire la musica e finalmente mi concedo finalmente il mio bagno caldo e rilassante.

Esco dall'acqua solo quando essa comincia a diventare fredda, mi obbligo ad alzarmi e ad avvolgermi nel mio accappatoio. Esco dal bagno tamponandomi con delicatezza i capelli bagnati dopo di che li lascio cadere bagnati a casaccio. Indosso temporaneamente un paio di mutandine e una maglia extra large. Esco da camera mia, e scendo al piano inferiore dove trovo tutte in pieni preparativi.

In questi casi il salotto diventa una specie di accampamento, dappertutto ci sono vestiti, scarpe, trucchi, smalti, spazzole, piastre ed altre cose. Non c'è un millimetro vuoto per terra, ma almeno poi mettiamo apposto o almeno ci proviamo.

Mi siedo sul divano e incrocio le gambe guardando gli smalti, alla fine opto per il bianco e il nero, decido di farle tutte nere eccetto l'anulare bianco. Il finale mi sorprende, le lascio asciugare nel mentre guardo le altre come sono prese.

Noto Rachel che urla in giro per il salotto perché non trova il mascara che ha in mano. La guardo e scuoto la testa, Marika fortunatamente le passa difronte glielo prende dalle mani e glielo sventola davanti agli occhi, la fidanzata del mio fratellone sorride imbarazzata e ringraziando la nostra compagna di stanza.

-perché sei così in ansia? Lo sai che è la solita festa, ormai partecipiamo a questo genere di feste da vari anni, se potessi andrei in pigiama- gli dico quasi sorridendo, sapendo che non lo farei mai, capisco tutto ma ci tengo leggermente alla mia dignità. Lei mi guarda alza le spalle e continua a fare quello che stava facendo. Quella ragazza non la capirò mai.

Quando lo smalto finalmente si asciuga obbligo, letteralmente, Beth a farmi le trecce che partono dall'alto, lei inizialmente sbuffa un po', ma dopo averla minacciata che altrimenti sarà obbligata a farsi da mangiare da sola, le è bastato per prendere spazzola ed elastici per correre da me.

Come ultimo tocco passo sulle mie ciglia un po' di mascara waterproof, rendendole così più lunghe e resistenti all'acqua. Se facessi pubblicità ad un mascara tutti lo comprerebbero, potrebbe essere l'inizio di una fantastica carriera.

Salgo in camera e indosso il costume aprendo poi la cabina armadio in cerca di qualcosa da mettere sopra. Rimango a fissarla per dieci minuti abbondanti seduta sul letto, senza riuscire a decidermi, sperando che i vestiti escano magicamente da lì, ma come ogni santa volta non accade nulla di tutto ciò.

Alla fine mi alzo e mi avvicino alla cabina armadio e guardo dentro. Dopo aver passato in rassegna metà di tutti i miei vestiti opto per un top bianco incrociato sul davanti, che finisce poco prima dell'ombelico, che sembra fatto quasi di lana e per un paio di pantaloncini rosa pallido della tuta. Mi guardo allo specchio e sorrido al mio riflesso. Il risultato mi piace davvero tanto.

Prendo la borsa che userei per andare in spiaggia e ci metto dentro asciugamano, occhiali da sole, anche se so che non mi serviranno, e un paio di ciabatte. Appoggio tutto sul letto e mi avvio in bagno, tolgo gli orecchini a cerchio cambiandoli con un paio di più semplici anellini da cui pende una piccola croce. Li ho comprati da poco, quando li ho visti in negozio me ne sono innamorata subito e ho deciso di prenderli subito. Cambio anche il piercing all'ombelico verde con uno nero.

Sorrido ricordando quando l'ho fatto, avevo a malapena 16 anni, ma mi ero innamorata di questo piercing da un paio di anni, e ho deciso di farlo. Quando l'ho fatto vedere agli altri, inizialmente Aaron ha storto il naso, ma ehi il corpo è mio, non può decidere lui cosa cazzo farci. Inoltre lui ha ben 4 tatuaggi, uno sul polso, uno sull'addome, uno sulla schiena e l'altro sul polpaccio. Perciò se ho un piccolo piercing all'ombelico deve farselo andare bene.

Esco finalmente dalla mia stanza con il mio paio di Nike ai piedi. Scendo al pieno inferiore bussando prima sulla porta di Beth per avvisarla che è ora di sbrigarsi.

-mi muovo sì- mi dice la mia migliore amica dall'altra parte della porta, e io sorrido scuotendo la porta. Esso però si spegne subito quando arrivo in salotto, dove trovo un accampamento di ragazzi.

-che cazzo ci fate qui?- chiedo appoggiando per terra la borsa e mettendomi in tasca il cellulare. Aaron, Cole, Josh e Evan si voltano tutti verso di me, smettendo di guardare la tv. Mi metto le mani sui fianchi e alzo un sopracciglio aspettando una risposta. Aaron mi guarda male, Josh sorride tra se, Cole mi guarda sorridendo, mentre Evan mi squadra da capo a piedi. Dio santo questi sanno come mettere in soggezione una ragazza.

-ma mi avete sentito o siete sordi?- chiedo cominciando a battere il piede per terra

-tu non puoi venire vestita così- dice Aaron autoritario e alzandosi subito dal divano, io lo guardo male

-credo di non aver capito bene- dico incrociando le braccia al petto

-tuo fratello ha ragione, non puoi uscire vestita come una prostituta- dice Evan distogliendo finalmente lo sguardo dal mio corpo e tornando a guardare la tv.

-incredibile- dico scuotendo la testa -punto primo io mi vesto come cazzo mi pare, punto secondo io non sono vestita da prostituta e sono sicura che tu sai bene come si vestono, e non sono come loro- dico passando lo sguardo sui due ragazzi

-secondo me stai benissimo- dice Cole prendendo parola ricevendo uno sguardo omicida da parte di mio fratello e del suo caro amico, io a contrario loro abbasso la testa per nascondere il mio sorriso e le mie guance bollenti. Quando alzo la testa sorrido a Cole, ringraziandolo con gli occhi e poi mi rivolgo agli altri due

-sentito? Aaron smettila non ho più 7 anni- dico guardandolo negli occhi, lui sbuffa e si arrende. Gli sorrido e vado in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua, in cucina trovo Lucy che mi guarda come una che ne sa qualcosa. Alzo gli occhi al cielo e mi prendo il bicchiere dalla mensola alzandomi in punte di piedi. Maledetta bassezza.

Lucy appoggia i gomiti sul tavolo

-allora cosa non ci racconti, signorinella?- mi chiede sorridendo, io la guardo con sufficienza

-non so di cosa parli Lu- dico appoggiando il bicchiere sul bancone e rivolgendogli il sorriso più falso possibile

-lo sai anche tu di cosa parlo, ragazza, sei un imbecille a volte sai? Mi spieghi che cazzo di rapporto hai con Evan Baker?- mi chiede alzando un sopracciglio. Mi avvicino a lei sorridendo, come se dovessi digli un segreto dello stato americano

-lo odio- sussurro sorridendo compiaciuta, dopodiché mi allontano tornando in salotto. Prendo la borsa e me la metto in spalla. Tutti insieme usciamo dal nostro appartamento dirigendosi verso il centro commerciale.

Già il centro commerciale oltre ai negozi e ai ristoranti, ha anche una palestra, una spa, perciò anche delle piscine, una piccola sala cinema e altre cose. Insomma è davvero molto utile. Inizialmente mi perdevo lì dentro, ma ora so camminare ad occhi chiusi senza perdermi.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora