||serata a tema ragazze||

49 4 0
                                    

Accendo il portatile e guardo la pagina vuota, sapere di dover scrivere un libro che parteciperà ad una competizione mi causa un blocco, non riesco a capire da dove diavolo iniziare. Sono un paio di giorni che cerco di buttare giù idea ma nulla sembra soddisfarmi come dovrebbe. Cazzo è dannatamente stressante questa cosa. Porto le gambe al petto e mi rannicchio nella sedia, mentre stingo Stitch, è una delle poche cose che mi sono rimaste nella mia infanzia, e che terrò fino alla mia morte.

Ricordo ancora quel pomeriggio al luna park avevo pregato papà perché me lo comprasse, lui mi ha dolcemente spiegato che non potevo comprarlo lo dovevo vincere, e per vincerlo dovevo buttare giù le bottiglie con la pallina. Alla fine l'abbiamo vinto insieme. Quel ricordo mi stringe il cuore e mi fa sorridere allo stesso tempo.

Alla fine mi alzo dalla sedia senza essere riuscita a scrivere nulla, appoggio il mio peluche sul letto e poi scendo in salotto dove trovo Lucy che digita sul telefono con la tv accesa. Ridacchio

-ma perché tieni la televisione accesa se poi non la guardi?- le chiedo sedendomi accanto a le, prendendo il telecomando per cambiare canale, e mettermi a guardare qualcosa di più interessante, che una pubblicità su un aspirapolvere. Lei appoggia il telefono accanto a lei e mi guarda

-io la stavo guardando- mi dice tutta seria, alzo un sopracciglio e la guardo come per dire "mi prendi per il culo?", e lei sorride non dicendo però nulla e torna a scrivere sul telefono, senza darmi ragione. Lucy Evans non ammette mai di avere torto, questo è certo.

-dove sono le altre?- chiedo mentre faccio zapping tra i canali distrattamente, cercando qualcosa che possa sembrare vagamente interessante. Lei mi risponde senza staccare gli occhi dal cellulare

-Beth è di sopra a studiare, Marika è su Skype con il suo ragazzo e Rachel dovrebbe essere da tuo fratello- mi dice sorridendo allo schermo del telefono, io cerco di vedere con chi si sta scrivendo, e vedo il nome del mio migliore amico, con accanto un cuore. Ora capisco tutto.

-Marika e Nate stanno ancora insieme?- gli chiedo guardandola, lei annuisce, incredibile. Quei due si sono incontrati in orfanotrofio all'età di 14 anni, e hanno subito fatto amicizia, in poco tempo sono diventati migliori amici. Poi il "collage" li ha divisi, infatti Nate non viene alla Lake, ma ciò non ha rovinato la loro amicizia, anzi si sono legati ancora di più fino a che due anni fa non hanno deciso di mettersi insieme. Sono fantastici sul serio. Nate è venuto da noi un paio di volte, e fa decisamente per la nostra Marika, è dolce, carino, un vero principe azzurro. Di certo io con lui non sarei felice, perché è dolcissimo, ma io sono dell'idea che okay essere dolci, ma non devi farmi salire il colesterolo, ma Marika è la ragazza più felice del mondo.

Non trovo nulla di interessante in televisione, perciò mi alzo e mi avvio in cucina, il mio sguardo cade sulla lavagnetta che abbiamo appesa al frigo, in stampatello c'è la scritta "fare la spesa", con ben 3 punti esclamativi, vuol dire che siamo messe davvero male, e che dobbiamo assolutamente rimediare, prima che di trovarci senza nulla in dispensa.

Torno in salotto

-Lucy alza quel tuo culone, andiamo a fare la spesa- dico, lei alza lo sguardo e incrocia i miei occhi, alza le sopracciglia, mi sta chiedendo se è proprio necessario o se oppure possiamo rimandare ancora di qualche giorno, io la guardo male, lei allora si alza alzando le mani in segno di resa e salendo in camera a prendersi scarpe e giubbotto. Controllo la lista a quanto pare tocca a me mettere i soldi questa volta. Guardo l'app che abbiamo appositamente per controllare la carta, e guardo quanti soldi mi rimangono, fortunatamente mi va abbastanza bene, e non ho problemi a fare la spesa.

Salgo in camera, mi guardo allo specchio, leggings neri e una felpa abbastanza vecchia ed enorme, ho solo un filo di trucco e i capelli sono raccolti in una crocchia disordinata. Alzo le spalle al mio riflesso, prendo le converse e le indosso, prendo al volo la carta e torno al piano di sotto. Non mi impegno nemmeno a sembrare presentabile, vado a fare la spesa, se non vado in pigiama è un miracolo. Lucy scende subito dopo di me, ha cambiato i pantaloni del pigiama con un paio di jeans larghi. Per il resto non ha fatto sforzi per essere presentabile. Indossiamo i cappotti e usciamo dall'appartamento.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora