||dopo sbornia||

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Sento dei rumori dalla camera affianco alla mia, accendo l'abat jour e mi stropiccio gli occhi, mi serve poco per capire che il rumore arriva dalla stanza di Beth. Mi alzo da letto, ed esco dalla camera colpendo il mobile con il piede. Da quando questo cazzo di mobile è qui, ma perché durante la notte i mobili si spostano da soli?

Mi lamento silenziosamente ed esco dalla mia camera e apro la porta di quella di Beth. La stanza è immersa nell'oscurità e riesco a vedere poco nulla, ma sono certa che Beth non è a letto, la luce del bagno è accesa.

Cazzo.

Mi avvicino alla porta e la trovo, è china sul water mentre svuota tutto il suo stomaco, faccio una smorfia di disgusto ma mi avvicino le prendo i capelli e glieli tiro indietro. Quando finalmente il suo stomaco è completamente vuoto si ritrae dalla tazza e si siede per terra appoggiando la schiena al muro, fa respiri affannosi, mi chino verso di lei

-meglio?- le chiede con voce ancora assonnata, lei annuisce

-Dio non beerò mai più così tanto- dice massaggiandosi le tempie, io ridacchio, dice sempre così. La faccio alzare dal pavimento e la riaccompagno in camera, dove si stende a letto.

-grazie Sam- dice chiudendo gli occhi, e so già che è crollata nel mondo dei sogni, sorrido

-sono la tua migliore amica Beth non ti abbandono quando hai bisogno di me- dico alzandomi e uscendo dalla sua camera. Scendo al piano inferiore e mi prendo un bicchiere d'acqua, guardo l'ora sull'orologio sopra il frigo, sono solo le 4 30 di mattina. Lascio il bicchiere nel lavello e torno in camera, appena tocco il letto mi addormento immediatamente.

**********

Quando apro gli occhi la mattina dopo sembra che qualcuno mi stia colpendo ripetutamente la testa con un martello, non ce la posso fare oggi. Mi metto a sedere e mi guardo intorno, la mia camera è illuminata dalla poca luce che entra dalle fessure della finestra. Mi alzo definitivamente dal letto, quando sono in piedi mi costringo ad appoggiarmi alla libreria che ricopre tutta una parete, perché tutto inizia a girare di colpo, e rischio di finire con il culo per terra se non mi sorreggo.

La camera dopo un po' smette di girare, a differenza del mal di testa che sembra quadruplicato. Riesco finalmente a ritrovare l'equilibrio, cerco le mie pantofole in giro per la camera. Quando finalmente le trovo sotto la scrivania scendo in cucina.

-Buongiorno- mi dice Lucy seduta in tavola davanti ad una tazza piena di caffè, con voce stanca e distrutta

-'giorno- dico io assonnata, prendo un aspirina dallo scaffale e la prendo. Sento qualcuno spostare rumorosamente la sedia, mi giro e vedo una Rachel alle prese con la dopo sbornia. Ha gli occhi stanchi e so già che ha il doppio del mio mal di testa. Prendo un'altra aspirina e gliela porgo con un bicchiere d'acqua. Lei fa un cenno di ringraziamento e la prende subito.

Mi riempio la tazza di caffe e mi siedo sulla sedia difronte al bancone appoggiando la testa sulla mano

-ma quanto cazzo ho bevuto ieri sera?- chiede Lucy prendendosi la testa tra le mani.

-non dirlo a me- dice Beth entrando in cucina reggendosi a malapena in piedi, Dio è distrutta, si prende un aspirina e si siede accanto a me -grazie per questa notte- mi dice sussurrando, io le sorrido

-sono la tua migliore amica per un motivo Beth- le dico e lei appoggia la sua testa alla mia spalla, e grugnisce qualcosa di incomprensibile e io ridacchio. Finisco il mio caffe e salgo in camera. Accendo il mio telefono e leggo le varie notifiche.

Cole mi ha mandato il buongiorno, mio fratello che si lamenta della dopo sbornia e varie notifiche da Instagram. Rispondo a tutti e due, mi soffermo sul messaggio di Cole, e lo guardo per un attimo, sbalordita chiedendomi se quello che vedo è reale, e perché sento un leggero svolazzamento nel mio stomaco. Rispondo con un sorriso stupido sulle labbra

Apro instagram e guardo le varie storie, quando arrivo a quelle di Beth ridacchio, Dio le devo eliminare subito, entro nel suo profilo che ho salvato insieme al mio e cancello tutto. Cara Beth che faresti se io non ci fossi. Guardo l'ora e mi rendo conto che sono già le 3 30 e che tra mezz'ora devo trovarmi con Josh. Sbuffo non ho voglia rendermi presentabile per uscire. Ecco perché non lo farò.

Mi chiudo in bagno e mi guardo allo specchio la mia faccia potrebbe essere paragonata a quello di uno zombie, potrei avere la parte in un film horror, certo che non sarebbe proprio una brutta cosa. Potrei finire famosa e miliardaria. Ma visto che non conosco nessuno che mi possa trovare un provino per un film decido di lavarmi il viso con acqua gelata.

Mi pettino i capelli e faccio una coda alta per domare il disastro che sono i miei capelli, dopodiché mi trucco il minimo indispensabile per non spaventare chiunque trovi in giro per il campus.

Torno in camera e cerco qualcosa da indossare, decido di indossare un paio di pantaloni della tuta grigi, un leggero maglioncino nero che mi circonda i fianchi con dolcezza. Amo questo maglioncino è così morbido e comodo. Lo amo. Prendo una sciarpa gigante che mi fa quasi da coperta e come tocco finale il giubbetto in pelle e le mie Nike bianche. Mi guardo allo specchio, amo questo genere di stile, è trendy e allo stesso tempo comodo. In questo modo riesco ad essere presentabile senza dover fare troppo sforzo.

Prendo la borsetta con la catenina lunga che mi arriva alla vita, ci metto dentro portafoglio, telefono e chiavi dell'appartamento, che non si sa mai. Ricordo ancora quel giorno che sono rimasta chiusa fuori, ho passato la notte dai ragazzi, le altre erano tutte andate a letto e mi avevano chiuso fuori. Esco dalla mia camera e scendo le scale.

-io esco- urlo per farmi sentire da tutte. Schiaccio il pulsante dell'ascensore e appena le porte si aprono trovo una ragazza che non conosco, ma credo di averla già vista in una classe, può essere quella di scienze? O era Storia? Ah beh se dovessi ricordarmi il nome di tutte le persone che "frequentano" questo campus uscirei di testa.

La poveretta si sforza di sorridermi, ha gli occhi rossi per il sonno, indossa un vestitino molto corto, ha i capelli in disordine e il mascara ormai colato sulle guance. Certe persone proprio non riescono a reggere le feste. Io le sorrido compassionevole e schiaccio il pulsante per il piano terra.

L'ascensore prima sale al 5 piano, dove la poveretta esce barcollando lievemente, prima che riesca a controllare che arrivi al suo appartamento le porte si chiudono, e l'ascensore scende al primo piano. Io sospiro, e mi appoggio al fondo e attendo.

Quando esco dall'ascensore mi si presenta davanti una scena orripilante.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora