||come uno stalker||

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Sbadiglio sonoramente, Dio il mio letto è davvero comodo eh. Blocco l'episodio che stavo guardando su Netflix e mi metto a sedere sul letto. Guardo fuori dalla mia porta finestra, è una domenica pomeriggio piovosa e noiosa. Sono le domeniche che io chiamo pigre, non hai mai voglia di fare nulla. Amo questo tipo di domeniche, mi danno il modo di non fare totalmente nulla per un intera giornata. In compenso però, nonostante io abbia dormito fino a mezzogiorno ho così sonno che dormirei per sempre cazzo.

Mi alzo definitivamente dal letto, mi avvicino alla finestra e mi siedo sul mobile che ho sotto la finestra gigante.

In camera mia la finestra è leggermente verso l'esterno, e c'è giusto un mobile giusto sotto di essa. Il giorno in cui ho visto questa camera, mi sono vista a leggere esattamente sopra questo mobile. Così la prima cosa che ho fatto è stata mettere un piccolo materasso fino, ho aggiunto molti cuscini e una coperta sopra. Credo che sia l'angolo che preferisco di tutta camera, se non della casa. L'ho sistemato così soprattutto per queste giornate. Mi accomodo lì, appoggio la schiena al muro e guardo fuori. Socchiudo la finestra, e annuso a pieni polmoni.

Dio il profumo di pioggia è una cosa sensazionale, sa di fresco e pulito. Come se la pioggia lavasse via tutto dalla tristezza, alle ansie, lasciando solo il mondo pieno di edifici bagnati e gocciolanti. Il momento più bello rimarrà sempre il momento in cui la pioggia ha appena finito di cadere, c'è ancora quel profumo di pioggia, ma tra le nuvole spunta un sole timido, che dopo ore di pioggia fa brillare tutto. Nonostante esso sia debole sembra il più bello mai visto.

Le palpebre a poco a poco si fanno sempre più pesanti, e con questi pensieri in testa cado tra le braccia di Morfeo.

*****

Quando apro gli occhi la prima cosa che noto è il colore rossastro del cielo, ho dormito per tutto il pomeriggio, più che un sonnellino sono andata in coma, mi metto a sedere e mi stiracchio. Noto una sagoma seduta sulla poltrona difronte al mio letto, sto per mettermi ad urlare quando capisco che è solo quel bifolco di Evan.

-Dio Evan mi hai fatto perdere 20 anni di vita deficiente!- esclamo portandomi una mano al petto. Lui sorride come se non avessi appena rischiato un infarto

-buonasera Ness, domito bene?- mi chiede con il solito sorriso tra le labbra, giuro che ora vado lì e gli rompo il labbro, e lo lascio lì a morire dissanguato. Io non gli rispondo nemmeno e mi alzo dal letto, ehi aspetta, sposto il mio sguardo dalla finestra al letto, dopodiché guardo male Evan

-non mi pare di averti mai chiesto di portarmi a letto, Baker- dico incrociando le braccia, lui alza le sopracciglia trattenendo una risata, alzo gli occhi al cielo -non devi sempre pensare a quello è, le persone possono intendere altro-

-io non ho aperto bocca Ness- mi dice sorridendo strafottente, io sbuffo esasperata ed esco dalla mia camera ciabattando. Scendo le scale con calma, l'appartamento è silenzioso, decisamente troppo silenzioso. Dove sono le altre?

Scendo in cucina, mi preparo un caffè per risvegliarmi da questo coma. Evan mi segue e si siede sul bancone

-dove sono gli altri?- chiedo mentre mi preparo la mia essenza di vitale. Dopodiché lo verso in una tazza e mi giro incrociando il suo sguardo alzando un sopracciglio in attesa di una risposta, lui scuote la testa come risvegliandosi da una trans.

-sono andati al cinema credo, quando siamo arrivati ero salito in camera tua per chiamarti e ti ho trovato che dormivi, così ho detto agli altri di andare e sono rimasto con te-

-a fissarmi mentre dormo come uno stolker- dico finendo io la frase per lui

-esatto, ora ho la galleria piena di tue foto mentre sbavi nel sonno- mi dice sfilando il telefono dalla tasca posteriore dei jeans, e scuotendolo con fare divertito. Io lo guardo male e mi sporgo verso di lui per recuperarlo. Ma lui alza il braccio verso l'alto, io saltello per provare a raggiungerlo ma sono troppo bassa e mi arrendo presto

-vaffanculo- prendo lo sgabello ci salgo sopra e cerco di raggiungerlo, pessima idea devo dire, infatti lo sgabello si rivela poco stabile, e mi basta muovermi un po' perché io rischi di cadere. Chiudo gli occhi aspettandomi uno schianto a terra del mio sedere ma ciò non accade. Quando riapro gli occhi sono tra le braccia di Evan che mi guarda quasi preoccupato.

-tutto bene?- mi chiede, io annuisco e lui mi fa scendere dolcemente, quando tocco terra mi allontano di quattro passi da lui. Prendo nuovamente in mano la mia tazza del caffè e ne bevo un sorso, lui si siede su una sedia mentre io mi accomodo sopra al bancone. Guarda l'ora sul telefono

-andiamo a mangiare fuori, Ness, preparati- mi dice ancora guardando il telefono io per poco non sputo il caffe

-cosa?!- esclamo

-sono le sette di sera, ho fame, andiamo a mangiare- mi dice alzando lo sguardo incrociando il mio -muoviti- mi dice per poi tornare a concentrarsi sul cellulare -se ti muovi andiamo a mangiare pizza- mi dice senza incrociare il mio sguardo.

Nonostante odi prendere ordini, soprattutto da quel essere umano di nome Evan Baker, sento la pizza che mi chiama, e per lei farei qualunque cosa, giuro. Scendo dal bancone con un salto, lascio un quarto della tazza lì sopra e mi dirigo in camera a darmi una sistemata.

Mi dirigo in bagno sotto lo sguardo vigile di Evan, quando lo guardo mi rendo conto che sta finendo la mia tazza di caffè come se nulla fosse. Lo guardo male ma lascio perdere. Mi trucco leggermente e mi pettino i capelli con delicatezza, oggi sono particolarmente lisci, sono i residui di ieri sera.

Ieri sera non c'era nulla di speciale da fare, così abbiamo deciso che per una sera potevamo stare tranquilli, e siamo semplicemente andati a bere qualcosa tutti insieme. Eric incluso, devo dire che quel ragazzo mi piace ogni giorno di più. Non in quel senso che sia chiaro, ma come amico, lo adoro. Mi sembra di conoscerlo già da una vita. Incredibile vero? Già.

Torno in camera, e dico ad Evan di andarsene perché devo cambiarmi, lui mi guarda come se si chiedesse se faccio sul serio, io lo guardo aspettando che esca

-facevamo tutti e tre il bagno insieme da piccoli Ness. Io, te e Aaron ti ho già vista nuda- mi dice. Mi duole il cuore dirlo ma sì, da piccoli le nostre mamme ci facevano fare il bagno insieme. Meglio non commentare. Io lo guardo male

-si da il caso che però siamo cresciuti, perciò se vuoi mangiare esci dalla mia fottuta camera e aspettami in cucina- dico piantando i piedi per terra e guardandolo imperterrita, lui scuote la testa ma esce dalla mia stanza, io chiudo la porta e apro la mia cabina armadio.

Indosso un paio di Jeans neri a vita alta e un semplice maglione di lana beige abbastanza largo. Arrotolo le maniche perché sono troppo lunghe e mi guardo allo specchio. Manca decisamente qualcosa, vado verso il mio piccolo portagioie e prendo due orecchini pendenti, che metto subito, e una collana particolarmente lunga, con un pendente a forma di mappamondo. La lego al collo, e noto che arriva all'altezza del seno. Ora si ragiona. Indosso gli anfibi, prendo giubbotto e borsa.

Scendo le scale, trovo Evan intento a guardare la televisione

-sono pronta andiamo?- dico attirando la sua attenzione, lui mi guarda dalla testa ai piedi, poi torna sui miei occhi. Si alza dal divano, spegne la televisione.

Mi passa accanto -sei un vero schianto, Ness- mi dice facendomi l'occhiolino.

-sei disgustoso- dico, mi sorride e prende il giubbetto in pelle. Apre la porta, invitandomi ad uscire. Chiudo a chiave l'appartamento e prendiamo l'ascensore.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora