||vendetta||

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Mi sveglio e mugolo qualcosa di incomprensibile, mi copro la testa con uno dei tanti cuscini che mi circondano. Finalmente apro gli occhi e cerco di mettere a fuoco il soffitto della mia camera. Mi metto a sedere stiracchiandomi e mi guardo in torno. Dio la mia camera è un disastro, uno di questi giorni devo sistemare questa confusione, altrimenti tra un po' non riuscirò nemmeno a camminare.

Mi stiracchio nuovamente e mi alzo definitivamente dal letto, mi avvio verso la terrazza e apro la porta finestra. Esco in terrazza e prendo una bella boccata d'aria, il fresco mi punge le guance ricordandomi che tra sta arrivando l'inverno. Mi stropiccio gli occhi e torno in camera, mi guardo allo specchio ho un paio di pantaloncini e una maglietta extra large che mi arriva a metà coscia, è una delle poche cose che mi rimangono di papà.

Sospiro e scendo le scale, in salotto trovo l'accampamento dei profughi, Cole, Josh e Evan stanno dormendo. Cole è sdraiato sull'isola, Josh è stravaccato sulla poltrona mentre Evan è sdraiato sul tappeto. Tutti e tre hanno una coperta che li copre. Sembrano quasi teneri. Li lascio dormire ed entro in cucina, Aaron mi fa un cenno con la tazza del caffe che tiene in mano.

-buongiorno- dico avvicinandomi alla macchinetta per farmi la mia essenza vitale, il caffe -sei l'unico sveglio?- chiedo

-mi pare di sì, ho lasciato Rachel a letto, dormiva beatamente- dice sorridendo al pensiero della fidanzata, io lo guardo scuotendo la testa, ha perso completamente la testa per quella ragazza eh. -allora mi spieghi che cazzo è successo ieri sera?- mi chiede, io mi siedo sopra al bancone con la tazza del caffe in mano, prima di rispondere lascio che le mie mani si scaldino con la tazza bollente.

-quella stupida invertebrata mi ha insultata come sempre- dico alzando le spalle con non curanza, noto lo sguardo confuso del mio fratellone -sì mi sono difesa, ma sai ha toccato mamma- dico e lui capisce al volo -spero si strozzi con il suo stupido profumo, un giorno di questi- dico stringendo la tazza, e mio fratello scoppia a ridere di colpo.

-è questa la mia sorellina- mi dice abbracciandomi con dolcezza, e io mi beo di quel abbraccio che mi fa sentire al sicuro come ha sempre fatto. Quando ci stacchiamo scendo dal bancone, mi è appena venuta in mente la vendetta perfetta per Evan. Prendo una tazza abbastanza grande e la riempio di acqua congelata

-che vuoi fare?- mi chiede mio fratello seguendomi con lo sguardo

-lo vedrai- dico sorridendo. Mi avvio in salotto e lui mi segue a ruota, mi metto vicino alla testa di Evan, alzo lo sguardo e noto una scintilla passare per gli occhi di mio fratello, ha capito cosa voglio fare.

Inizia a contare con le dita, 3...2....1... e rovescio la tazza piena di acqua gelata in faccia ad Evan. Lo si sveglia di soprassalto

-ma che stacazzo?- urla alzandosi a sedere, svegliando tutti nell'appartamento, mentre io rido a crepapelle insieme a mio fratello.

-ma chi è quel coglione che urla di prima mattina?- chiede Lucy scendendo le scale, sbadigliando. Quando nota Evan, sorride divertita, mi passa accanto e senza farsi vedere mi da il cinque e mi sussurra -così si fa sorella- poi si dirige in cucina.

Evan mi guarda come se volesse uccidermi, mentre io gli sorrido

-la vendetta va servita di buona mattina- dico e mi alzo in piedi

-me la pagherai Ness- mi dice serio, poi si passa una mano tra i capelli bagnati e scuote la testa senza riuscire a trattenere un sorriso.

Il mio migliore amico mi guarda negli occhi cercando di leggermi dentro, per capire che cazzo mi passa per la testa, ma io distolgo lo sguardo per impedirglielo. Con un sorriso mi dirigo in cucina, passando accanto a mio fratello che mi batte il pugno con fare complice.

Trovo Rachel ai fornelli, non mi ero nemmeno accorta che si era svegliata, okay che l'urlo di Evan avrà svegliato mezzo dormitorio, ma la mia amica in questione ha il sonno parecchio pesante. La guardo mentre impasta non so che cosa e mi siedo sul bancone, riprendendo la tazza di caffè che mi ero preparata prima. Prima era bollente e non riuscivo nemmeno a berlo. Mi porto la tazza alle labbra e bevo un piccolo sorso, prima che mi venga portata via.

-grazie Ness- mi dice Evan sedendosi difronte a me con un sorriso stampato sulle labbra, io lo guardo male

-il mio fottuto caffè- dico alzandomi per andarmi a prendere la tazza, gliela strappo dalle mani, facendo però mezza tazzina di caffe mi cade sulla maglia. Gli lancio un occhiata di astio -io ti uccido- dico tra i denti

-opss quanto mi dispiace- mi guarda con aria di sfida, che mi fa venir voglia di tiragli uno schiaffo, gli lancio il resto del caffè addosso e me ne vado di sopra in camera mia a cercare una maglia da mettere, mentre salgo le scale sento Evan maledirmi in 12 lingue diverse.

Entro in camera e butto la maglia nel cestone degli indumenti sporchi, apro un cassetto e prendo un altra maglia, mentre la indosso bussano alla porta, e senza che io apra bocca entra Evan apparentemente incazzato. Io lo guardo con un sopracciglio alzato

-prima di entrare dovresti aspettare che io ti dica avanti, non so se ti è chiaro- incrocio le braccia al petto, lui mi guarda male e va verso al mio armadio, lo apre e comincia a svuotarlo, io mi avvicino e gli strappo un paio di miei pantaloncini dalle mani -ma che cazzo ti prende?- gli chiedo guardandolo come se fosse impazzito.

-a causa tua- indica la sua maglia -ho bisogno di una maglietta, tuo fratello ha detto che ne hai due tre di sue- mi dice incollando i suoi occhi ai miei

-e chi ti dice che ti darò una maglia?- gli chiedo con sopracciglio alzato

-o mi dai una cazzo di maglietta o me la cerco da solo- io sbuffo ad alta voce e prendo una maglia di mio fratello e gliela lancio giusta in faccia. Lui senza esitare si toglie la propria, rimanendo a petto nudo di fronte a me. Il mio sguardo cade sugli addominali, e suoi muscoli delle braccia che si flettono mentre si toglie la maglia. Che c'è sono pur sempre un adolescente con degli ormoni fuori controllo eh!

Quando lui se ne accorge fa una faccia maliziosa

-ti piace quello che vedi Ness?- mi chiede con il sorriso che dovrebbe far cadere ai suoi piedi tutte le ragazze del mondo. Mi obbligo a distogliere lo sguardo e incontro i suoi occhi scuri, e gli faccio il dito medio

-non mi piaceresti nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla terra Baker- incrocio le braccia al petto, e il suo sguardo cade sul mio seno, io faccio un sorriso soddisfatto -a contrario tuo a quanto pare- lui sembra risvegliarsi

-lo sappiamo tutti e due che finirai con il cadere ai miei piedi Ness, smettila di opporti- dice convinto, io alzo gli occhi al cielo ed esco dalla mia camera esasperata.

Proprio in questo collage doveva finire eh.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora