||il casino che ho in testa||

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-Evan che ci fai qui?- gli chiedo confusa, lui si passa la mano tra i capelli in disordine e prende fiato, a quanto pare ha fatto una corsa, indossa solo una felpa e un paio di jeans scoloriti, è pazzo ad uscire così con il freddo che c'è fuori, tira aria di neve e questo va in giro in felpa, è fuori di testa. Alzo lo sguardo e incrocia il mio sguardo, i suoi occhi sono come sempre neri, ma a contrario di questa mattina riesco a confondere la pupilla dall'iride.

-io... mi dispiace Ness, mi dispiace per questa mattina e per Cole- mi dice, quando sento il nome di Cole incontro i suoi occhi e lo guardo confusa, perché mi chiede scusa per Cole. In quel momento noto quest'ultimo uscire dall'appartamento con lo sguardo basso, quando lo alza lo noto subito. Ha un occhio nero e un labbro abbastanza gonfio. Sposto lo sguardo su Evan che mi sta difronte con uno sguardo da cane bastonato, io lo guardo con occhi sbarrati

-che cazzo gli hai fatto Baker?- gli chiedo incrociando i suoi occhi, lui cerca di distoglierli, perché sa che capirò se mente, è un mio pregio capisco subito quando la gente mente, io seguo il suo sguardo, lui sbuffa e non mi risponde, così io lo spintono lontano da me e mi avvio verso Cole, lo guardo con aria dispiaciuta -che cosa è successo?- gli chiedo guardando quei suoi occhi azzurri, lui alza le spalle

-non è nulla Sam, sto bene- mi dice sorridendo, io gli sorrido e gli sfioro l'occhio nero, vedo che fa una smorfia di dolore, deve fare molto male, ma non mi lascia il tempo di chiederglielo perché sorride e mi chiede se sono pronta, io gli sorrido -si prendo il cappotto e arrivo- gli dico tornando nell'appartamento a prendere cappotto e borsa. Saluto le ragazze, dicendo loro con lo sguardo che spiegherò tutto loro quando sarò tornata, Beth i chiede se sto bene con lo sguardo, e io non rispondo. Perché non so nemmeno io come sto in questo momento, e preferisco non saperlo.

Esco dall'appartamento, passo accanto ad Evan dirigendomi verso Cole, ma lui mi ferma prendendomi per il polso, io mi volto e lo guardo negli occhi, si sente in colpa e gli dispiace, lo leggo nei suoi occhi, ma obbligo me stessa a strattonarmi per fare in modo che mi lasci, lo guardo per l'ultima volta, dopodiché mi volto e cammino verso Cole, facendogli uno dei sorrisi più falsi che sono in grado di fare. Non so perché ma sento come se il cuore mi fosse sprofondato nel petto.

**********

Cole mi porta a mangiare il sushi in un ristorante cinese, mi fa accomodare in un tavolo vicino all'acquario, che c'è in mezzo alla sala, ordiniamo e iniziamo a parlare tranquillamente, a volte noto il resto dei clienti seduti ai tavoli vicini ai nostri, guardare il suo occhio con aria spaventata e quasi schifata. Ma lui continua a parlare tranquillamente con me, come se esistessi solo io. Io lo ascolto attentamente mentre mi spiega il programma che è riuscito a fare per fare in modo che un robot faccia ciò che dice lui. Cole è sempre stato molto bravo quando si parla di tecnologia e informatica, e riesce a fare cose che io nemmeno se in tre anni riuscirei a fare.

Quando arrivano i nostri piatti iniziamo a mangiare, ed è davvero tenero vederlo provare ad usare le bacchette in vano, ridacchio e incontro i suoi occhi

-è semplice guarda, metti il pollice e l'indice in questo modo, e poi li muovi così- gli dico mostrandogli il movimento che faccio per riuscire a usarle tranquillamente, lui ci prova e dopo alcuni tentativi riesce a prendere un pezzo di sushi e a portarselo alla bocca, io batto le mani entusiasta -ce l'hai fatta!-esclamo felice, lui alza lo sguardo e mi guarda negli occhi

-solo grazie a te- mi dice sorridendo, e io abbasso lo sguardo sorridendo

-esagerato- dico sorridendo, e tornando a mangiare tranquillamente. Parliamo tranquilla tra di noi per tutta la cena. Quando arriva il momento di pagare la cena, lui nonostante io gli abbia detto che non c'era problema per me fare metà, decide di pagare per entrambi. Usciamo dal ristorante, e vaghiamo senza una meta per tutto il centro commerciale, lui insiste per pagarmi il gelato, io dico che non importa che sto bene anche così, ma lui mi sorride e lo compra lo stesso, per entrambi.

I need a hug [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora