CAPITOLO 40

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Mi girai per vedere chi mi aveva chiamata.

Era un ragazzo che non conoscevo, ma a quanto pare non ce l'aveva con me perché andò da una ragazza, la sua ragazza, e la baciò.

Li guardai. Erano così belli da fare invidia al mondo.

Desideravo che Louis venisse da me. Ma lui non mi aveva amata, non mi ama e non mi amerà mai.

Fa schifo sentirsi usata solo per soddisfare i desideri di qualcuno con l'inganno.

Involontariamente mi scese una lacrima che asciugai subito.

Mi sedetti. Mancavano ancora 25 minuti.

LOUIS

Mi svegliai stranamente più presto.

Guardai l'orario sul telefono ed erano le sei. Guardai anche la foto mia e di Jennifer. L'avevo messa come sfondo.

Mi mancava ogni giorno di più. Non avevo il coraggio di andare da lei e dirle che tutto quello che avevo fatto, l'avevo fatto per il suo bene, ma non mi crederebbe.

Ormai l'avevo persa.

Non è detta l'ultima parola.

Si invece.

No, può di nuovo essere tua.

Lei è ed sarà sempre mia.

Decisi di andare da lei.

Mi alzai e andai in bagno e mi guardai allo specchio. Non sembravo più io.

Occhiaie, occhi spenti, barba, e capelli lunghi.

Non mi curavo molto. Senza Jennifer era come se non avessi nulla. Eppure i soldi non mi mancano.

Mi vestì e uscì di casa.

Arrivai a casa sua.

Suonai un paio di volte, ma non venne ad aprire.

Le finestre erano chiuse. Decisi di prendere la chiave di scorta.

Per fortuna non l'aveva tolta.

Entrai in casa. Era buoia e gelida.

-"Jennifer?" la chiamai.

Nessuna risposta.

Andai in camera sua, ma non trovai nessuno. Il letto era fatto.

Aprii subito l'armadio e trovai solo poche robbe.

No. Non può essere partita. Sicuramente si sarà spostata a casa dei suoi.

Uscì di casa e andai a quella dei suoi genitori.

Mi venne ad aprire la madre.

-"Ehi, Louis, che ci fai qui?" disse assonnata.

-"Mi scusi signora, ma dove sta Jennifer?"

-"Oh, non te lo ha detto che partiva? Sta andando a Londra da suo padre."

Rimasi di sasso.

-"No, non mi ha detto nulla. Sa a che ora parte il suo aereo?"

-"Tra un quarto d'ora."

-"Grazie mille signora."

Corsi dentro la mia aiuto. Dovevo raggiungere l'aereoporto entro 10 minuti.

Andai velocissimo. Non rispettai gli stop e i semafori.

Finalmente arrivai all'aeroporto.

Andai da una signora dietro il bancone per informazioni.

-"Scusi, il volo 3 è già partito?"

-"Parte fra qualche minuto."

-"Grazie mille."

Corsi. Corsi fino ad arrivare alla corsia. Forse ce la potevo fare. Ce l'avrei fatta.

Una vocina disse che il volo 3 stava per partire. Merda.

-"Ragazzo, non si può passare di qua." mi disse una guardia.

-"La prego devo fermare la mia ragazza su quell'aereo."

-"Mi dispiace, non può passare."

Pensa Louis, pensa!

-"Guardi! Un asino voltante."

La guardia si girò e io ne approfittai per andare sulla corsia.

Che idiota quello.

Appena arrivai sulla corsia vidi che l'aereo era appena partito.

-"Jennifer, no!" urlai.

Non ce l'avevo fatta.

Mi accovacciai a terra. Tutta la gente che c'era mi guardava con uno sguardo dispiaciuto e anche la guardia di prima.

Ritornerà, ne ero certo.

Lui è la mia altra metà (sistemazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora