CAPITOLO 15

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Aprii la porta del bagno e vidi Jennifer stesa a pancia in giù. Corsi subito da lei. Dovevo portarla in ospedale. La girai delicatamente in pancia in su e la presi in braccio. Sembrava quasi un angelo.

Uscii dalla scuola senza farmi notare e la portai a un ospedale più vicino al quartiere.

Ci misi una decina minuti ad arrivare. Jennifer era leggera come una piuma quindi non mi stancai facilmente.

Arrivai all'ospedale e chiamai un infermeria, che mise Jennifer su un lettino e portandola in una stanza con altri dottori dentro. Li seguii e quando stavo per entrare nella stanza mi chiusero la porta in faccia. Bella educazione. Non sapendo che fare mi sedetti su una sedia aspettando che un dottore uscisse.

Aspettai circa mezz'ora e finalmente arrivo' il dottore. Gli andai subito incontro.

-"Lei è un parente della signorina Jennifer Scott?"

-"Sono il suo ragazzo, in questo momento i suoi genitori hanno da fare e sono venuto io."

Il suo fidanzato? Ma davvero avevo detto sta cosa? no, stavo impazzendo.

-"Uhm Ok."

-"Mi dica, come sta Jennifer? Cos'ha?"

-"Ha avuto solo un calo di pressione. È molto magra e probabilmente ha saltato tutti i pasti e non è un bene. Potrebbe avere gravi problemi. Per favore, potrebbe prendersi cura di lei?”

-"Si si certo." sorrisi.

-"Bene, se vuole vederla può entrare e potete andarvene quando volevo. A presto." mi sorrise e se ne andò.

Volevo vedere Jennifer, ma qualcosa me lo impediva. Alla fine mi feci forza ed entrai. Era girata, guardava fuori la finestra.

Mi avvicinai piano piano.

-"Ehi.." dissi piano senza farla spaventare.

Si girò e appena mi vide spalancò gli occhi, ma io le sorrisi in modo sincero.

-"E tu cosa ci fai qua?" il mio sorriso svanì.

Non mi aspettavo una domanda cosi. Pensavo a un "Grazie per avermi portata qui" o semplicemente solo un sorriso.

-"Ti ho portata io qui." il tono di voce era duro.

-"Oh." abbassò lo sguardo.

-"Un grazie no eh?" chiesi sarcasticamente, ma di sarcastico c'era ben poco.

-"Dovrei?" aveva lo sguardo ancora basso.

-"Lascia stare, come ti senti?"

-"Bene, ma voglio andarmene di qua."

-"Perfetto, prendi le tue cose e andiamo."

-"Ecco prefererei fare tutto da sola se non ti dispiace." disse alzandosi dal letto.

La mia pazienza aveva un certo limite.

-"No, ma io dico, hai qualche problema con me?! Sono stato l'unico che si è preoccupato perché tu non ritornavi dal bagno e quando ti ho vista per terra ti ho subito portata qui. E tu cosa fai?! Mi tratti così. Sai io non ti capisco Jennifer."

-"Louis...aspetta..." non la volevo sentire e cosi me ne uscì dalla stanza per uscire da questo ospedale.

Lui è la mia altra metà (sistemazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora