CAPITOLO 43

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Oggi era il mio compleanno. Facevo 17 anni.

Il giorno del proprio compleanno tutti dovrebbero essere felici no? Beh, io no.

Oggi sarei ritornata a New York. Avrei rivisto tutto. Avrei rivisto lui.

****

-"Ciao pa', alla prossima." dissi abbracciandolo per poi entrare nell'aereo.

-"Tesoro aspetta." mi diede un pacco.

-"Auguri piccola mia." sorrise.

Aprii il pacco. Era un telefono. Precisamente un iPhone. L'ultimo uscito.

-"Grazie papiiii!" li saltai letteralmente addosso.

Rise.

-"staccati senno' perdi l'aereo." sciolsi l'abbraccio.

-"Divertiti. Buon viaggio." mi lasciò un bacio dolce sulla fronte.

Lo salutai ed entrai nell'aereo.

Misi le cuffie e mi addormentai.

****

-"Signorina, si svegli." mi svegliò una signorina anziana.

-"Siamo già arrivati?" chiesi ancora assonnata.

-"Si, tesoro." sorrise. Ricambiai.

Scesi dall'aereo. Mi aspettai qualcuno che sarebbe venuto a prendermi. Invece non c'era nessuno. Gli avevo avvisati quando sarei arrivata.

Presi un taxi e andai a casa.

****

Ero proprio di fronte casa mia.

Entrai piano piano. Ed tutto buio.

-"Mamma?" gridai.

Nessuna risposta.

È logico che non c'era. Questa era casa mia.

Accessi la luce.

-"Auguri!" urlai dallo spavento.

Mi avevano fatto una festa.

C'erano tutti. E anche Louis che mi guardava serio.

Tiffany venne da me e mi abbracciò, poi i miei genitori i ragazzi e tutti gli altri, tranne Louis che mi guardava ancora con quello sguardo che metteva paura.

-"Ciao patata!" mi salutò il biondino irlandese insieme agli altri quattro.

-"Ciao ragazzi." sorrisi.

-"Ecco questo è da parte nostra." arrossirono tutti e quattro.

Che teneri.

Aprii il regalo e trovai le biz.

-"Oddio ragazzi. Vi amo!" li saltai addosso e per fortuna mi presero subito.

-"Lo sappiamo che ci ami, sciocchina." rispose Harry.

Modesto il ragazzo.

-"Andiamo a mangiare ragazzi?" chiese Niall affamato.

Gli altri annuirono e lasciandomi ognuno un bacio sulla guancia se ne andarono.

Louis mi guardava ancora. Non si era mosso di un centimetro. Cominciava a farmi paura.

Salii di sopra per lasciare tutti i regali.

Sentii dei passi. E dopo pochi minuti mi ritrovai difronte Louis.

-"Ben tornata." disse freddo.

-"Emm..grazie..è meglio se scendiamo." dissi per poi andarmene ma lui chiuse con un calcio la porta e mi mise contro il muro e il corpo.

Il contatto col suo corpo mi mandava ancora in tilt.

Io guardavo lui, lui guardava me. Niente parole, solo sguardi.

Leggevo tristezza ma nello stesso tempo rabbia.

-"perché non mi hai degnato manco di una telefonata?" disse con voce roca e piena di delusione.

-"V-volevo starmene da sola." balbettai.

-"E questo "stare sola" voleva dire uscire con un altro?!" alzò la voce.

-"È la mia vita. Decido io!"

-"Tu sei mia. Lo capisci?!"

-"Io non sono di nessuno." cercai di allontanarlo ma inutilmente.

-"Tu.sei.mia." scandì meglio le parole.

-"Louis, lasciami."

-"Non prima aver fatto questo."

Non mi diede il tempo di parlare che si fiondo' sulle mie labbra.

Prese il mio viso nelle sue mani e mi accarezzava dolcemente.

Era così stronzo e dolce contemporaneamente.

Chiese l'accesso e io accettai.

La sua lingua entrò in contatto con la mia. Le nostre lingue iniziarono a muoversi insieme senza mai staccarsi.

Tanti brividi percorsero la mia schiena.

Ci staccammo per riprendere fiato.

-"Jennifer.." disse in un sussuro.

-"Dimmi."

-"Mi dispiace." aveva gli occhi lucidi.

-"Mi dispiace essere andato a letto con un'altra. Mi dispiace averti fatto soffrire, ma amore mio, io ti amo da morire. Per favore, perdonami. L'ultima. Questa sara l'ultima volta. Ti prego."

Il mio cuore diceva di perdonarlo, il mio orgoglio diceva di starli lontano.

Ma io lo amavo. Dio, se lo amavo. E non avrei dato retta al mio orgoglio.

-"Ti amo." dissi per poi continuarlo a baciare.

Louis mi strinse a se' e mi stese sul letto per poi lasciarmi tanti piccoli baci umidi sul collo.

-"Dio, quanto mi sei mancata."

Ci baciammo di nuovo e continuammo cosi per un po'.

Lui è la mia altra metà (sistemazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora