Parte 15 Fede

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Stronza, lo ha fatto a posta.
La prima manche l'ha vinta lei.
Mi ha steso con quella specie di sfilata e non posso dire non aver provato a guardarle il fondoschiena ma era coperto dall'impermeabile, avevo dubbi che lei fosse sempre un passo avanti a me? Assolutamente no.
Per tornare alla realtà, durante l'incontro ho visto una strana affinità tra Ginevra e il nostro capo, anche il fatto che si dessero il tu, sono sicuro che per convincere Ginevra lui abbia faticato parecchio perché lei è sempre stata molto attenta alla forma, educazione rigida e rispetto alla base di tutto.
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<< Sai qual'è il bello dell'amore?>> disse lei guardandomi, non so come le venne quella domanda così dal nulla, un attimo prima era sdraiata con la testa appoggiata al mio petto mentre giocava con i fili d'erba sotto un albero de parco e un attimo dopo se ne usciva così.
Dalla sua faccia capii che voleva una risposta che, però, io lì per lì, su due piedi non potevo dare, così continuò.
<< Io credo che il bello dell'amore sia quando, visti dall'esterno, non si sa dove inizi l'uno e finisca l'altra, visti dall'interno, ci si sente incompleti da soli, come se durante l'assenza dell'altro si vado sempre alla ricerca di quel qualcosa che ci manca per poi scoprire che quel qualcosa per l'altra persona.
Credo che il bello dell'amore sia la scelta, perché siamo più di 7 miliardi ma solo una persona sarà il nostro " per sempre".
Solo una persona saprà emozionarci.
Una persona, un determinato mix di sfumature di un colore anziché un altro che può "cambiare il peso del mare".>> disse lei con aria sognante tornando ad appoggiare la testa sul mio petto dandomi così la " possibilità" di tornare ad accarezzarle i capelli.
Lì capii che una parte della sua bellezza era proprio la profondità che non la lasciava mai.
Il suo elemento era l'acqua è la sua anima giaceva nel più profondo dei suoi abissi.
<< E tu hai trovato questa persona?>> chiesi io e questa volta fu lei ad arrossire e non rispondere dandomi forse la possibilità di pensare di poter essere io quella persona, in futuro.
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Ora so risospendere a quella domanda e finalmente capisco cosa voleva dirmi mia nonna quando parlava dell'amore. Lei diceva: "Trova quella persona con cui ballare sotto la pioggia, trova quella persona con cui scalare le montagne delle paure, trova quella persona con cui attraversare gli oceani d'insicurezze.
Nota bene, ho detto "con cui", non "per cui", il principio è questo.
La bellezza del viaggio è compierlo con la persona con cui la tua tempesta per un attimo si acquieta e non per lei,  perché, arrivato a destinazione, non ti serve qualcuno per mostrare le ferite che hai appena subito, ma qualcuno che guardando le tue ferite decide di curarle insieme alle sue".
Quant'era saggia mia nonna.
Noi pensiamo sempre che l'amore, amare, significa attraversare mari,percorrere chilometri per arrivare dall'altra persona, però, una volta arrivati a destinazione, noi non ci saremmo più, annientati dalle cicatrici mentre l'altra persona non avrà neanche un graffio e alla lunga il dolore è il peso delle ferite farà la differenza.
Non so chi tra noi sia il moribondo e chi il sano, so solo che entrambi abbiamo le nostre ferite e dobbiamo riuscire a trovarci nel mezzo per curarle insieme.

Stuck in her daydreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora