Parte 31 Fede

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<< Dimmi che stai scherzando>>
Quanto vorrei che fosse così.
<< Federico io non ti riconosco più. Il Federico che conoscevo io non avrebbe mai torturato così una persona, men che meno quella che dice di amare. Il ragazzo che ho davanti a quanto pare ama solo se stesso. Sai io e Gwen eravamo amici prima che arrivassi tu nella sua vita e per sostenere te ho perso lei. Ti sei mai chiesto una sola volta come sia stato difficile per me scegliere tra due persone a cui tenevo ?
Tu ormai non fai altro che entrare nella vita delle persone per poi scatenare terremoti dentro di loro quando ti ormai te ne sei già andato.
Non so cosa ti sia preso, Londra ti ha cambiato o forse il tuo girare sempre ti ha reso uno stronzo che gretola le radici degli altri perché non ne ha di proprie, non lo so.
Di al mio migliore amico di tornare presto perché io con questo non voglio averci niente a che fare.>> se ne va sbattendo la porta di casa mia.
Ma perché nessuno mi vuole ascoltare ?
Davvero non merito neanche il beneficio del dubbio ?
Okay all'apparenza sembra tutto chiaro ma non è detto che sia così.
So di averla fatta grossa quadra volta ma non mi sarei mai aspettato una reazione del genere da Paolo.  Lui è sempre stato al mio fianco dai tempi dei bambini, lui è quello tranquillo del gruppo, quindi, forse ho esagerato, veramente.
Lui crede che non ricordi che per colpa mia ha perso un'amica. Ginevra e Paolo si conoscono fin da ragazzini.
I loro padri lavorano nello stesso ospedale, il padre di Gwen primario di neurochirurgia e il padre di Paolo un cardiochirurgo in lizza per diventare capo del suo reparto, spesso quindi si trovavano a fare degli interventi insieme senza considerare il fatto che abbiamo fatto la specializzazione insieme.
Il loro rapporto quindi va oltre il lavoro e quindi spesso si sono trovati con le loro famiglie ed ecco che le strade di Paolo e Ginevra si sono incrociate. Crescendo hanno legato ma poi la sfera dove c'erano loro due è quella dove c'eravamo io e Paolo sono entrate in collisione facendo scoppiare la prima.
Dovrei dire che mi sconvolge la sua reazione ma in realtà no, me la aspettavo da un po' in realtà, lui mi ha sempre difeso, non si è mai allontanato da me, forse mi vedeva solo, Gwen in ogni caso aveva Matteo e Leonardo.
Sono rimasto interdetto, non so che dire.
Ieri sera poi è stato terribile a partire da Antonella attaccata come una piovra al mio braccio fino a quel ragazzo che flirtava con Ginevra.
Stare lì seduto con un'altra al mio fianco ma avere lo sguardo fisso su un'altra, posso solo immaginare come si sia sentita dopo avermi visto proprio con Antonella dopo tre giorni di silenzio.
Si sarà sentita TRADITA, di nuovo.
Lei mi ha scritto in questi giorni ma io non ho avuto il coraggio di risponderle sapendo che sarei andato alla festa con Antonella.
———
Finalmente posso chiudere questa situazione una volta per tutte.
Ho contattato Antonella e dopo quella mattina è la prima volta che la vedo.
Abbiamo appuntamento in un ristorante vicino casa di Gwen.
Lei non sa che io so dove abita ma le cose non vanno mai come si vuole. Una mattina passeggiando con Paolo l'ho vista uscire da quel portone per andare a correre. È stato il vado a portarmi lì in quel posto a quell'ora.
L'ora di pranzo arriva velocemente e senza badare troppo al look, raggiungo il ristorante.
Lei è già lì.
<< Rico!>> mi corre incontro.
Lei è l'unica persona sulla faccia della terra a chiamarmi così, per fortuna.
<< Mi sei mancato un sacco!>> mi salta al collo.
Ci sediamo, lei parla ma non riesco a recepire una sola parola di quello che dice.
La guardo e cerco quel particolare, quella singola caratteristica peculiare che da ragazzo me l'aveva fatta scegliere.
I miei occhi però sembrano cechi o forse semplicemente la mia testa non cataloga più nello stesso modo di cinque anni fa.
<< E dal punto di vista amoroso, qualcuna in giro nel mondo tu ha rubato il cuore?>>
Non serve andare troppo lontano, lei è proprio in quel portone.
<< No, il mio cuore appartiene a Torino.>>
Infondo è la verità, la sua interpretazione non mi compete e, infatti, sorride come se avessi detto che appartiene a lei.
<< Ho saputo che lavori in un giornale, giusto?>>
<< Si scatto per un giornale.>>
<< Beh, deve essere un grande cambiamento, prima lavoravi come una specie di freelance e decidevi tu i soggetti, ora ti viene imposto.
Perché hai cambiato ?>>
<< Una persona che mi sta molto a cuore dice " Il cambiamento é il moto dell'evoluzione".>>
Forse ero semplicemente stanco di scappare.
<< Mio padre è una specie di finanziatore di quel giornale.
Diciamo che ha prestato dei soldi al tuo direttore che gli resta ancora oggi ricorrente anche dopo aver saturato il prestito. Ormai sono anni che non hanno più rapporti dal punto di vista economico. Data la loro amicizia la mia famiglia è invitata ogni qualvolta ci siano degli eventi viene invitata , perciò, ci sarò anche io alla festa domani sera.>>
Ecco la mia condanna a morte.
Avevo organizzato tutto per passare la serata con Gwen, ma ecco che l'universo mi punisce per le bugie.
<< Perché non andiamo insieme? Ci sarà anche mio padre, gli farà sicuramente piacere rivederti, poi insieme a me...>>
Posso mai rifiutarmi di incontrare il miglior amico del mio capo? Ecco, no.
<< Certo.>> non mi rendo neanche conto di aver accettato.
———
Sono stato un coglione, me ne rendo conto, ero lì per strapparle uno straccio di indizio e mi sono ritrovato ad accettare di accompagnarla a una festa in cui ci sarebbe stata anche Ginevra.
Ieri sera era stupenda in quell'abito bordeaux mentre volteggiava abbracciata a quel ragazzo.
———
La redazione ha cambiato completamente aspetto, già dall'entrata che varco con Antonella che mi stritola il braccio.
Lei è lì,  i miei occhi la catturano subito tra la folla.
Balla, o meglio, fluttua sotto lo sguardo attento dei presenti, tutti ipnotizzati a guardare lei e lui.
Aspettate ma lui chi è?
Chi è quel ragazzo che le ha appena sussurrato qualcosa all'orecchio che l'ha fatta ridere.
Quel ragazzo che la stringe e lei lo lascia fare, quel ragazzo nei cui occhi si sta perdendo, quel ragazzo con il quale sembra rinchiusa in una bolla.
Succede tutto in un attimo.
La musica cessa, con essa le danze.
Loro due si guardano ancora finché per caso lei non sposta gli occhi tra la folla bloccandosi su di me.
Succede tutto in un attimo, lei che scappa e lo sconosciuto che l'insegue.
Questa volta l'ho ferita nel profondo.
———
Edoardo Magamelli.
Il famoso figlio avvocato del direttore.
Il famoso figlio scappato a Roma dopo aver frequentato legge alla Bocconi di Milano laureandosi un anno in anticipo.
Il famoso figlio di cui tutti i giornali parlarono per un po' dopo che salvo un ragazzino che stava annegando mentre era in vacanza a Mykonos.
Il famoso figlio diventato uno dei più famosi avvocati penalisti, mai una parola di troppo, mai una dichiarazione fuori luogo, mai uno scivolone.
Tutti questo a soli 25 anni.
Il ragazzo perfetto.
Uno così può mutare solo a una come Gwen.
A una di quelle ragazze che sanno ancora arrossire ai complimenti distogliendo lo sguardo, a una di quelle ragazze timide, esattamente timide, impacciate, forse anche un po' maldestre, che quando entrano nella tua vita non puoi fare niente, una di quelle ragazze che non hanno dimenticato di essere un po' bambina e si emozionano ancora a seguire la traiettoria di una farfalla, un palloncino che vola, un tramonto che illumina tutto.
Una di quelle ragazze che appena sorridono inspiegabilmente fanno sorridere anche te perché cavolo sono nelle proprio perché impacciate, timide, e soprattutto bambine, non fanno perso l'innocenza, non hanno perso la meraviglia, non hanno perso l'incanto di guardare la vita sempre con occhi nuovi.
Vorrei davvero odiarlo, renderebbe tutto più semplice, ma sono stato io fargli posto nel suo cuore con tutti i miei errori.
All'università un amico mi ripeteva sempre " non tutti quelli che se ne vanno lasciano vuoti, alcuni fanno solo spazio", ecco, io gli ho fatto spazio.
Da quello che so sarebbero la coppia perfetta, due ragazzi intelligenti, colto, con la passione del viaggiare...
Ho sempre pensato che ci sia un destino che governa ogni nostra azione, come se queste fossero dei semplici tasselli di un puzzle più grande, piccoli step per arrivare alla destinazione finale.
Ma dov'è che devo andare ?
E se avesse ragione Paolo? E se fossi cambiato senza rendermene conto?
Forse ho davvero lasciato un pezzo di cuore in ogni posto che ho visitato è quello che resta non è sufficiente.
Guardò l'orologio che impertinente continua a segnare il tempo che scorre, tic tac, tic tac, sono le 21:45. La mattinata non è ancora finita e io già mi sento stravolto.
Il mio cervello mi tortura proiettando il suo viso ogni volta che chiudo gli occhi. La sua espressione che muta appena mi vede.
———
La sto aspettando, non appena ho visto che era in procinto di andarsene ho simulato un SOS e sono corso qui.
Lei e il golden boy non si sono scollati un attimo, sempre lì a scambiarsi occhiate complici.
Il padre di Antonella poi "Lo conosci dai tempi della scuola" ma se noi ci saremmo visti si e no due volte e io la figlia l'ho conosciuta a vent'anni quando già frequentavo l'università mi vuole spiegare quale scuola io avrei frequentato durante la mia conoscenza con la figlia ?
Vedo finalmente un taxi accostare e scende lei. La vedo stringersi nel soprabito leggero stringendosi al collo la stola che fino a poco fa teneva appoggiata lungo le braccia più come vezzo che altro.
Nonostante sia protetta dal cappotto non è di certo indenne dagli sguardo infatti due ragazzi non si perdono nessuna sua mossa senza che lei si accorga di nulla.
Punta diritto nella direzione in cui mi trovo io e aiutato dalla luce di un lampione vedo il suo volto mutare, il sorriso rilassati e un po' sognante di prima ora è sostituito da un'espressione dura.
<< Vai via.>> non mi guarda neanche.
<< Devo spiegarti...>> mi alzo ma lei fa un passo indietro per mantenere le distanze.
I suoi occhi sono vitrei, schierati da un muro spessissimo.
<< Non mi interessa.>> se è possibile il volto le si è indurito ancora di più.
<< Fatti almeno spiegare.>> ritento ma lei non mi considera neanche e si avvicina al portone.
<< Te lo ripeto: NON MI INTERESSA e ora per cortesia, VAI VIA.>> questa volta me lo dice guardandomi negli occhi calcando il concetto.
Questa fa male.
Capisco quanto io l'abbia ferita solo ora, infondo è come se l'avessi illusa, le ho detto che con Antonella potenzialmente non c'è stato nulla e poi mi presento a una festa ufficiale proprio con lei.
Sfrutta il secondo di esitazione che mi colpisce e scompare dietro la porta.
Mi ritrovo così a camminare da soli nel cuore della notte in smoking mentre tutta la città dorme ignara di tutto.
Torino però è sveglia e fa da sfondo alle mie disfatte o meglio, alle mie cazzate.
Mi concedo una piccola sosta sul Monte dei Cappuccini prima di tornare a casa, non mi interessa allungare il tragitto perché da qui ho tutta la città ai miei piedi, un tappeto di luci a cullare i miei pensieri, chissà forse queste luci sapranno indicarmi la strada giusta.
———
Non ce la faccio più a stare chiuso in queste quattro mura, mi sento quasi come se mi stessero schiacciano. Ovunque io rivolga lo sguardo vedo una semplice e insulsa superficie bianca, avrei dovuto riempire queste pareti ma non l'ho mai fatto, sono spoglie e vuote come colui che abita qui.
Prendo le chiavi e in un quattro e quattr'otto sono fuori di casa, destinazione: ignota.
Quanto mi mancava vagare per la città senza dover correre in una destinazione ben precisa, senza avere fretta, seguire semplicemente il flusso della città.
In questo momento ci vorrebbe proprio un caffè, quello di "Morsi e Rimorsi" è il migliore e poi non l'ho ancora preso da quando sono tornato a Torino.
Da dove sono io per andare al bar passo davanti a una delle storiche pasticcerie di Torino nota non per il suo gelato al cioccolato, strano ma vero, ma per il suo gelato al pistacchio, il gusto preferito di Ginevra.
La cosa bella di questo posto è che appena la bella stagione inizia crea una specie di soppalchetto con dei tavolini e verso uno di questi si sta dirigendo proprio lei con il suo immancabile gelato.
Non fa in tempo ad alzare sulla testa gli occhiali da sole che viene raggiunta da Edoardo.
Ha fatto presto il ragazzo.
Mi avvicino sicuro di non esser visto grazie a una piccola siepe.
<< Davvero mangi il gelato a fragola?>>
<< Ehi tu pistacchio poca confidenza.>>
E ridono entrambi alludendo  a qualcosa.
<< Oggi nessuna critica sul mio look?>> le chiede lui è lei con un sorrisino lo guarda da capo a piedi. Seguo il suo sguardo e noto che ha una cosa di Gwen addosso.
<< No, oggi sei proprio fico.>> e ride di nuovo.
Non è mai stata un tipo che riusciva a esprimersi così esplicitamente per i complimenti soprattuto alle persone che conosce da poco.
<< Mi stai dicendo che ieri ero brutto?>> si capisce che la sta sfidando, tutta questa conversazione è un'allusione a cose che si saranno detto prima che sanno solo loro.
Per guardarla meglio negli occhi si alza anche lui gli occhiali da sole eliminando l'ultima barriera che c'era tra i loro occhi.
Lei su questo non cambierà mai, non lasciandosi di certo intimidire da lui ma un leggero rossore la tradisce.
<< Mai detto questo o il contrario>> risponde con le sue solite frasi neutre, sono un po' il suo marchio di fabbrica, la sua firma.
Ma davvero mi sono messo a origliare e commentare la mia ex mentre flirta con un altro?
Davvero sono arrivato a questo punto? Il problema è come ci sono arrivato ?
Mi allontano, stare qui oltre a essere molto umiliante e stupido è anche insopportabile.
Ormai la voglia di caffè è passato soprattutto perché dovrei andare in un bar che ha visto la nostra storia crescere mentre lei ne sta costruendo un'altra.
Forse sono davvero arrivato al capolinea senza neanche essermi accorto di esser salito sul treno.
Mentre me ne ritorno a casa mi arriva un messaggio.
-"Rico che ne dici di un pranzo only me and you, ora?"
Ormai ho già perso tutto quello che avevo da perdere a questo giro quindi perché no?
-"Va bene. 10 minuti e sono sotto al tuo portone."
Forse non serve neanche più cercare la verità, ormai siamo andati avanti.


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So di esser stata assente per parecchio tempo ma avevo bisogno di ricaricare le pile.
Non vi posso assicurare che tornerò a pubblicare con costanza, so solo che cercherò di farlo.
Spero vi piaccia questo capitolo.

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