Appena metto piede nell'appartamento sento tutta la stanchezza di questa giornata piombarmi addosso. Sento i miei poveri piedi pulsare dopo esser stati chiusi per tutta la giornata nelle décolleté color carne che non so chi stamattina me la abbia fatte abbinare al pantalone elegante che mi dura ancora dalla mia laurea e che mi ha accompagnata in tutte le occasioni importanti, che non presupponevano un vestito. Al pantalone nero di seta avevo abbinato una camicetta dello stesso colore delle scarpe. Non ero del tutto sicura di questo look ma mia madre, spalleggiata dal mio migliore amico, mi ha detto che, essendo il mio " primo vero colloquio" dovevo avere un look un po' più decoroso. Io non sono abituata a queste cose, ho iniziato a lavorare dalla signora Boschi dopo che suo nipote, matricola alla mia stessa università, le aveva portato a casa un'istruzione del giornalino della scuola contenente un mio articolo sull'inquinamento e la salvaguardia del verde. Perciò non ho mai avuto un colloquio ma solitamente un incontro con una cara signora anziana alla cui redazione non serviva un aspetto da segretaria dei film ma solamente un'anima nobilmente variopinta.
Poggio le chiavi di casa sul mobiletto all'ingresso e finalmente levo i tacchi, abbassandomi di conseguenza di quasi 15 cm. Si può dire che io non abbia mai brillato per la mia altezza ma si sa " nella botte piccola sta il vino buono" sperando solo che a furia di dire questa frase, il vino non si sia trasformato in aceto.
Non riesco neanche ad arrivare al divano per buttarmici sopra con il desiderio di poltrire lì fino a domani che suonano al campanello, rendendo i miei piani un miraggio lontano.
" Ma chi può essere alle 19 di sera?", io non avevo invitato nessuno e spero vivamente che Matteo non si sia fatto venire una delle sue idee per stasera perché ora come ora sarei in grado solo di addormentarmi sul bancone anche di una discoteca.
Apro la porta e mi trovo davanti un ragazzino poco più che maggiorenne.
<< Salve, lei è? >> chiedo io.
<< Lei è la signorina Freddi ?>> annuisco.
<< Questi due sono per lei, arrivederci.>> dice consegnandomi due mazzi di fiori cogliendomi de tutto impreparata.
Noto subito che uno dei due è un piccolo buoquet di mughetti, i miei preferiti con un bigliettino sopra:
" Alla nostra figlia adorata che ora è pronta a spiccare il volo. Il tuo fiore preferito simboleggia purezza e non avresti potuto mai trovare un fiore che ti rappresentasse così bene.
Ti vogliamo bene, Mamma e Papà."
Mi spunta subito un sorriso riconoscendo la grafia precisa e ordinata di mia madre. Scatto una foto per ricordo e chiamo mia madre che mi risponde al terzo squillo tartassandomi di domande scusandosi di non passarmi papà perché è uscito a fare la spesa. Taglio corto con la donna che mi ha messo al mondo con la promessa di chiamarla domani.
A questo punto mi avvicino all'altro mazzo che però questa volta è un tripudio di piccole roselline di ogni forma e colore, anch'esso accompagnato da un bigliettino:
" Alla mia persona, la mia gemella, che tu possa finalmente avere il bello dalla vita.
Alla mia paperotta, che tu possa essere apprezzata per ciò che sei che per l'amore ci sono già io. Con amore Leo e Mat."
Dovevo aspettarmelo da quei due pazzi ai quali mando semplicemente un messaggio rinnovando il mio amore al primo e l'affetto fraterno al secondo con cui mi do appuntamento per la colazione di domani.
Entro in bagno e dopo essermi struccata e preparata per la notte faccio il resoconto della giornata, è una cosa che mi ha insegnato mio nonno da piccola. Ci deve sempre essere un momento durante la giornata in cui si ripensa alla giornata passata. Ripenso al colloquio e spero di ricordare quella sensazione così piacevole che ho sentito quando finalmente tutti i miei sforzi sono stati apprezzati proprio dalla persona che più ammiro in quel campo. Continuo a pensare e inconsciamente mi viene in testa lui. Non so perché o perché proprio ora ma, oggi ho sentito che nonostante tutto mi mancasse qualcosa. E se quel qualcosa fosse proprio lui ? Non capisco il motivo di questi pensieri ma se al mio cuore manca Federico deve arrendersi perché nella mia testa è ancora fissa quella scena nonostante il tempo trascorso.
Ho sempre avuto un grande difetto, quello di saper perdonare ma non dimenticare, la mia mente è subdola ogni volta che mi riavvicino a una persona che mi ha ferito mi rimanda flash che come lame riaccoltellano quel poco che resta da accoltellare, portandomi nuovamente tre passi indietro, lontana.
Ricordo ancora quando Mat, dopo la rottura con Federico, mi aveva proposto di tatuarmi la frase: "io non dimentico, archivio e poi mi vendico" come un mantra. Era perfetta, ma non avrei mai voluto un altro segno sulla mia pelle riconducibile a lui, così Mat mi aveva regalato la maglietta. So che voleva picchiarlo, non è mai stato un onore violento, ma in quel momento si è trattenuto, l'ha fatto solo per me e io devo ringraziarlo doppiamente.
Certe volte sono convinta che non tutti siano destinati a vivere con qualcuno, trovare quel fantomatico qualcuno di cui tanto si parla. Credo di essere una di quelle persone che può solo accostare il proprio universo a qualcuno per un tempo limitato. Sono destinata alla solitudine, o per lo meno per ora il mio destino non ha previsto nessuno e non so fino a che punto sia un male perché come si potrebbe pretendere di amare o conoscere qualcuno o esserlo da qualcuno se prima non lo facciamo con noi stessi.
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Stuck in her daydream
ChickLit(SOSPESA) Ginevra, torinese doc, insegue il suo sogno a soli 22 anni, vuole scrivere del mondo, vuole avere il privilegio di informare le persone sugli eventi, e quale miglior accessione se non la ricerca di un nuovo stagista da parte di Arturo Maga...