Parte 9 Gwen

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Esco dalla redazione al telefono con mia mamma che mi avverte che lei e papà torneranno domani. I miei genitori sono due medici che si sono conosciuti durante un viaggio in Africa con i medici senza frontiere. Lui di Torino, lei di Firenze si sono innamorati è trasferiti nella città natale di mio padre, il dottor Giovanni Freddi, un uomo semplice e genuino a cui piace sorridere alla vita e a cui devo la mia passione per i viaggi. Mia madre Caterina Crischetti, Fiorentina doc, nonostante amasse la sua città più di ogni altra cosa, ha trovati qualcuno da amare di più. È una persona fantastica, troppo buona e un po' sedentaria, amante della famiglia, farebbe di tutto per le persone che ama e sopratutto per noi, ma sgarra più di una volta e per lei sei chiuso fuori a una porta blindata. Non ho fratelli, ma non nego di averne voluti. Però devo ammettere che posso non avere fratelli di sangue ma Mat è come se lo fosse. Sono legata a lui più di quanto possano esser legati due fratelli. Ha tutte le carte in regola per distruggermi ma non c'è mai stata una sola volta in cui mi abbia ferito.
<< Hola amor, non dovresti esser a lavoro.>> dice non appena lo chiamo per vederci.
<< Sono appena uscita, ti vengo a prendere sono in bici così rimetti un po' in moto quel corpo flaccido che ti ritrovi. La laurea ti stai rovinando.>> lo sfotto io.
<< Oh, ma ti sei svegliata con un po' di simpatia repressa ?>>
<< Ho un sacco di cose da raccontarti, muoviti, ti voglio trovare sotto al portone.>> chiudo prima che possa replicare e parto, direzione casa Lucetta.
" Oh, she's sweet but psycho
a little bit spycho..."
Ormai è un tormentone questa canzone ed è diventata un tormento da quando Mat ha iniziato a cantarla 24h24.
Pedalo cercando di non morire e in poco tempo arrivo a casa Lucetta e stranamente Mat è già sceso.
<< Mi sconvolgi>> dico avvicinandomi, lui essendo concentrato sul telefono sbanda e io rido.
<< Oggi sei proprio stronza.>> dice mettendosi in sella alla bici diretto chissà dove.
<< Ehi, scemo fermati>> dico io cercando di raggiungerlo ma lui fa finta di nulla.
Gira un tratto a destra e finalmente capisco che si sta dirigendo verso il centro di Torino forse per prendere un aperitivo, non so come è già mezzogiorno.
Come avevo ipotizzato si ferma davanti a un bar con dei tavolini all'aperto in un gazebo riscaldato.
<< Ti sei calmato?>> gli chiedo mettendo il catenaccio ad entrambe le bici.
<< Forse, ma mi vuoi dire perché 1 sei già uscita dalla redazione e 2 perché sei così felice, io continuo a sostenere che tu sia meteoropatica.>> dice mentre vorrebbe entrare nel bar ma io lo fermo prima.
<< Non fermiamoci qua perché volevo andare a mangiare fuori con te visto che stasera esco con tuo fratello.>> sgancio la prima bomba.
<< Cosa ? Perché? >> mi chiede acconsentendo a non mangiare solo perché ora è distratto da altro.
<< Partiamo dal principio. Stamattina ero di buon umore così ho preso la bici e mi sono fermata a fare colazione al bar di Michele, si quel bar- dico rispondendo alla domanda espressa dalla sua faccia- e ho incontrato tuo fratello che mi ha invitata a cena. Ci siamo salutati e ognuno per la propria strada dopo esserci accordati per stasera alle otto sotto casa mia. Sono andata in redazione e la signora Boschi mi ha comunicato che domani dovrei passare da Magamelli per comunicargli la mia scelta.>> dico facendo la vaga.
<< Okay, allora ho capito la tua uscita con Leo e adesso ho capito anche il tuo invito a pranzo per farti perdonare. Il problema è che non capisco quale decisione... non ci credo, sei stata assunta.>> dice saltandomi addosso con la delicatezza di un tricheco e credo che ci sia stato il mio angelo custode a mantenermi.
<< Ma sei scemo, non sono stata assunta, devo ancora decidere.>>
<< Eh sì, e io sono l'orso giocondo.>>
<< Tu non stai bene.>>
———
<< Amor, ora ti lascio che devi prepararti.>> dice Mat baciandomi una guancia sotto il portone e io salgo nel mio appartamento.
Sono quasi le sei, con Mat ce la siamo presa comoda, ma dovrei avere tutto il tempo per preparami.
Mi infilo sotto la doccia e dopo aver cantato 4-5 canzoni, con il rischio di spaccare il vetro della doccia, esco. Metto la crema al cocco, una chicca trovata nel mio ultimo viaggio a Parigi, è una goccia di olio sui capelli e li asciugo lasciandoli in dolci onde. Per il trucco non esagero, non mi piace avere il cerone sul viso così passo solo un po' di mascara e un rossetto nude e sono pronta. Indosso un vestito bordeaux, consigliatomi da Mat, di pizzo con le décolleté nude di ieri, giubbino di pelle per smorzare il tutto, due gocce di profumo al mughetto e sono pronta. Stranamente in anticipo, di cinque minuti, però sempre in anticipo.
Scatto una foto allo specchio intero dell'armadio e la invio a Mat che approva dicendo di essere invidioso del fratello.
Mi siedo un po' sul divano e sul tavolino del salotto noto il mio quaderno, amo scrivere ma non ne ho avuto il tempo e ne sento la mancanza, è la mia valvola di sfogo. Mi appunto mentalmente di farlo non appena torno, ho la strana sensazione che la giornata non sia finita, e non solo in senso letterale.
Mi squilla il telefono e dopo aver letto sul display "Leo" mi precipito in ascensore, sono al quarto piano e non ho voglia di fare le scale.
<< Paperotta mi stupisci sempre, non so come fai a diventare ogni giorno sempre più bella, guarda che io poi sono geloso.>> dice e io divento del colore del vestito.
<< Leo, non ti smentisci mai, sei il solito adulatore. Dove mi porti?>>
<< Al tuo ristorante preferito>> dice mettendo in moto direzione ristorante "Spazio7".


Ho deciso di pubblicare oggi perché sono molto felice, ho preso una decisione importante e volevo condividere con voi la mia gioia.
Vorrei tanto sapere il vostro pensiero su questa storia, quindi commentate o contattatemi su Instagram @petite_etoile13

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