Arturo per sua moglie alla fine ha scelto un semplice ed elegante filo di perle. Mi ha raccontato che da giovane lo indossava tutti i giorni, un po' un vezzo tutto suo, una sua firma che, però, le venne rubata e ultimamente riguardando delle vecchie foto ha visto negli occhi di sua moglie una strana tristezza legata alla solita inevitabile nostalgia, perciò la sua scelta è ricaduta sul questo.
Infondo le ha anche fatto notare come lui la conoscesse al tal punto da capirla senza che lei abbia la necessità di pronunciare una singola parola.
Ieri hanno festeggiato con tutta la famiglia e a sorpresa è arrivato anche il loro unico figlio da Roma che a quanto pare resterà anche per stasera.
Il direttore non so se volutamente o meno si è lasciato sfuggire parecchi dettagli sul figlio, infatti, so che si chiama Edoardo, che si è trasferito a Roma dopo aver frequentato la Bocconi alla facoltà di economia per lavorare in un'importante azienda romana, punto debole di sua madre e ragazzo dal carattere particolare, sa come ottenere quel che vuole.
Sinceramente mi incuriosisce a tal punto che non vedo l'ora di conoscerlo.
Passando da un ragazzo misterioso all'altro di Federico neanche l'ombra e sinceramente questa cosa mi fa arrabbiare perché pochi giorni prima mi chiedi fiducia e dopo scompari senza dire nulla, non rispondi neanche ai messaggi del progetto, sono sinceramente delusa da lui, da me che come una stupida ci sono ricascata di nuovo.
Oggi però è una giornata importante e l'emozione per stasera è palpabile già da un paio di giorni, per dire, Lucia mi ha trascinato per un intero pomeriggio da un negozio all'altro, dall'estetista al parrucchiere perché, "non viene, ma metti caso che venisse anche Matteo io che figura ci faccio?", e a te in quel momento verrebbe quasi voglia di rimpiangere il momento in cui li hai fatti conoscere ma eviti perché vedi la gioia nei suoi occhi e ti trattieni.
<< Gwen sei pronta per stasera?>> mi saluta Fabio non appena varco la soglia della hall della redazione.
<< Buongiorno a te, si sono pronta e tu? Ci farai finalmente conoscere la tua nuova fiamma? La tua "Venere" di Botticelli?>> lo vedo arrossire fino alla punta dei capelli.
La settimana scorsa durante uno dei nostri incontri a pausa pranzo ci ha raccontato di aver conosciuto per caso questa ragazza, mi sembra che l'abbia fatta passare avanti alla cassa del supermercato o una cosa del genere, per poi rincontrarsi nel corso della settimana più volte in una serie di circostanze fortuite. Se non è destino questo.
<< No, stasera no.>> sono pienamente d'accordo con lui, dopo poco più di un mese la relazione deve ancora trovare un equilibrio e sinceramente non mi sembra il caso di presentare una persona in una circostanza del genere, prima di nuotare dove non si tocca bisogna imparare a galleggiare a riva.
Ogni situazione va vissuta per gradi, non si può passare da zero a cento in un battito di ciglia.
Dopo averlo punzecchiato ancora un po' sulla questione della ragazza misteriosa di cui non ha neanche voluto anticipare il nome, io e Lucia avevamo pensato di stalkerarla un po' sui social ma ci è stato impedito, saluto Fabio e raggiungo il mio ufficio.
Arturo non c'è, immagino sia impegnato per ultimare gli ultimi dettagli per stasera, allora io riprendo a rivisionarie una serie di documenti che mi erano stati affidati ieri.
Per permettere a tutti noi di prepararci e al personale di allestire la sala il direttore ha deciso di chiudere all'ora di pranzo.
Durante la mattinata che come si prospettava risulta essere monotona con nessun avvenimento fuori dal comune, Arturo entra in ufficio una sola volta per poi riuscire subito dopo.
La sua faccia è esilarante, al limite dell'esaurimento nervoso.
Appena arriva l'ora di pranzo Lucia entra nel mio ufficio e insieme decidiamo di fermarci a mangiare in un nuovo localino, ultimamente stanno aprendo un sacco di locali, giusto per mangiare una sciocchezza, Lucia ha severamente vietato di appesantirci, non sia mai si gonfiasse la pancia e spuntasse dal vestito, clamoroso!
<< Ma alla fine lo hai più sentito a quel ragazzo che incontrasti in discoteca? >> se ne esce a un tratto lei mentre continua guardare il menu, sinceramente ho bisogno di un attimo prima di capire a quale serata si riferisca.
<< In realtà no, nel senso, mi ha contattata il giorno dopo ma poi sono partita per Parigi e non gli ho più riposto una volta tornata.>>
<< Perché? Mi sembravate molto affiatati.>>
<< In realtà io e lui non abbiamo mai avuto chissà che rapporto, per me è sempre stato un amico di Leonardo, nulla di più, come io per lui ero solo un'amica di Matteo.
Quella sera diciamo diciamo che mi è stato utile, adesso sembra brutto detta così, ma è la realtà.
Mi ero avvicinata al bancone perché non vedevo Federico e da lì avevo una visuale più ampia solo che poi me lo sono trovato di fianco e per non dargli la soddisfazione di fargli sapere che ero lì per lui ho continuato a scrutare la folla ritrovandomi Tommaso davanti.
Era perfetto soprattutto perché Federico non lo aveva mai conosciuto.
Se devo dirla tutta non mi ha mai ispirato grande simpatia, è sempre stato un po' arrogante, quel tipo di persona che ti guarda sempre dall'alto in basso con la sicurezza di essere migliore.
Il suo carattere è indubbiamente migliorato dopo esser partito con i medici senza frontiere, sarà stato il ritrovarsi davanti realtà lontane dalle nostre.
Credo che sia migliorato ma non incontra il mio gusto ecco.>>
Mi guarda in modo strano, come se stesse cercando di capire dai miei occhi se io stia dicendo o meno la verità.
<< Posso dirti una cosa?>> annuisco.
<< Non te lo volevo dire perché credevo ci fosse un qualcosa di trascorso tra di voi, ma adesso posso liberarmi: mi sta proprio antipatico, ci ho scambiato 2, ma dico 2 parole e già mi è salito il nervoso. Sinceramente sono consapevole che il mio giudizio possa sembrare superficiale però la prima impressione è stata questa.>> scoppio a ridere.
Tommaso non è una cattiva persona solo che sbaglia nel modo di porsi, prima o poi si ridimensionerà, già lo ha fatto perché inevitabilmente quando vedi determinate cose ne esci provato, forse quel che resta della sua "arroganza" è solo una sorta di corazza.
<< Io ti adoro.>>
<< Grazie Gwen anche io mi adoro.>>
<< Stupida!>>
Con Lucia è sempre così, non si può stare un attimo seri, con lei la vita sembra semplice, rosea.
So che, però, questa è solo una facciata per nascondere le sue fragilità.
Pian piano ho imparato a conoscerla, a sapere come comportarmi con lei. Orami so che lei è quel tipo di persona che quando dice qualcosa di serio oppure si apre su qualcosa di personale, non bisogna soffermarsi troppo, bisogna far finta di nulla, lei si libererà e appena avrà finito tu non devi far altro che cambiare argomento, allora lei ti guarderà e ti sorriderà con gli occhi facendo finta di nulla.
Infondo tutti abbiamo un'armatura a protezione del nostro vero io.
Dopo pranzo saluto Lucia e scappo a casa.
L'appuntamento è alle 20:00 esatte quindi considerando che abbiamo finito di mangiare alle 15 e le due chiacchiere sono diventate un'ora di scleri di Lucia che si malediva per aver chiesto a Matteo di accompagnarla, in tutto ciò devo calmare Lucia dal vivo in piena crisi sul vestito e Matteo via telefono, anche lui in crisi per il vestito e in panico perché non sa se deve portarle dei fiori o meno.
Saluto la prima e prometto al secondo si passare a casa sua per aiutarlo.
Mi sembra di esser tornata al liceo quando a fine anno si organizzava un ballo per salutare l'anno appena concluso e fare un grande imbocca al lupo ai maturandi.
Matteo ha la stessa ansietta di allora di non piacere alla sua accompagnatrice.
Non appena arrivo a casa noto che sono già le cinque quindi mi devo muovere.
In meno di un'ora ho già lavato i capelli e li ho asciugati in una treccia in modo da definire le onde senza dover usare il ferro.
Mi prendo del tempo per coccolarmi un po' facendo una maschera idratante al viso giusto per prepararlo un po' a sopportare quel trucco che normalmente non metterei.
Sciolgo i capelli e aggiungo un po' di olio sulle punte giusto per ammorbidirli.
Per quanto riguarda il trucco stendo giusto un po' di correttore e lo fisso con della cipria, per gli occhi scelgo di lasciarli molto naturale usando colori tendenti al rosa cipria e al marrone sfumando leggermente un po' di matita azzurra all'interno dell'occhio, passo un po' di mascara e concluso il tutto con una tinta dello stesso colore del vestito.
Non metto collane, giusto un paio di orecchini pendenti per dare un po' di luminosità e un braccialetto ad accompagnare i miei soliti due anelli.
Prima di indossare scarpe e vestito chiamo un taxi giusto per non dover aspettare con i tacchi ai piedi.
Appena infilo il vestito vengo investita da una strana emozione, le scarpe poi concludono il tutto.
Spruzzo una goccia del mio profumo preferito, lo stesso che ormai mi accompagna da anni e che ha impregnato ogni tessuto di casa mia, e già mi sento più sicura, più a mio agio, come se questo odore familiare mi facesse sentire più protetta.
Anche se siamo agli inizi di maggio le serate torinesi sono comunque abbastanza fredde perciò prendo un cappotto nero e la pochette dello stesso colore. Giusto per attenuare il leggero scollo che c'è sulla schiena del vestito decido di portare con me una stola dorata dello stesso colore delle scarpe.
Mi controllo l'ultima volta allo specchio e chiudo la porta di casa.
Sono sinceramente in ansia, come quando dopo anni di università devi discutere la tesi, quel genere di ansia che hai quando qualcosa che aspettavi da tanto è finalmente arrivato e tu hai paura di non riuscire a godertelo a pieno, paura che finisca.
Sembra quasi la scena di un film americano, il tassista che mi apre la porta augurandomi buona serata con un sorriso smagliante, sarà stata la mancia, io che appoggio prima una gamba e poi l'altra facendo attenzione al vestito, il tappeto nero perfettamente steso fino a dentro la redazione e un ragazzo,credo ditta che si occuperà del catering, che mi viene incontro.
Tutto davvero surreale.
Appena varco la soglia stento a riconoscere quello che ormai da mesi è il luogo in cui passo la maggior parte delle mie giornate, stento a credere come tutto quello che la rendeva una sede di un giornale sia scomparso facendo si che sembri un vera location per eventi.
I colori predominati sono il bianco e il nero con qualche sprazzo di oro qua è la. L'intera hall adesso è occupata da dei tavoli perfettamente apparecchiati, al centro spicca la pista da ballo e il bancone di solito presieduto da Fabio adesso viene usato come bancone per i cocktail.
Appena entro vengo investita dallo scintillio generale e in un attimo vengo raggiunta in prima battuta da Lucia e poi da Matteo con tre calici in mano.
<< Sei meravigliosa! Devo venire a dare un'occhiata al tuo armadio.>> è semplice la solita esagerata.
<< Io? Ma ti sei vista tu quanto sei bella stasera ? Matteo è bene che non ti perda di vista.>> arrossisce giusto in tempo per esser raggiunge da Matteo. In tutto ciò io ho ancora il cappotto addosso, praticamente mi hanno braccato all'ingresso.
<< Signorina vuole dare a me ?>> ecco che appare la mia salvatrice, la ringrazio e le lascio il mio cappotto. Dopo due secondi ritorna con il bigliettino per ritirare poi il cappotto a fine serata, è stata davvero dolcissima, non era tenuta a farlo. Mi appunto mentalmente di ringraziarla una volta che la rivedrò più tardi.
Lucia mi guarda e dopo avermi fatto fare una piroette mi sorride.
<< Rettifico sei stupenda.>> sento le guance riscaldarsi.
<< Si Gwen sei proprio bella.>> si aggiunge pure Matteo che dopo la crisi di oggi pomeriggio degna di una reginetta di bellezza sembra aver riacquistato la sua virilità.
Lucia indossa un lungo abito nero con un profondo ma stretto scollo sul davanti, il tessuto scende morbido accarezzando alla perfezione tutte le sue curve donandole maggiore sinuosità, dall'orlo del vestito compaiono quelle che io considero una chicca, le punte delle décolleté rosse.
Matteo, invece, indossa un classico completo nero con camicia bianca e cravatta nera.
Sembrano essersi vestiti insieme, sono perfettamente abbinati sia tra di loro che con il contesto in cui si trovano.
Appena catturo la figura di Arturo mi allontano un attimo dalla coppia con il cuore nello zucchero e vado a salutarlo.
<< Buona sera direttore, signora.>>
<< Greta lei è Ginevra, Gwen lei è mia moglie Greta.>>
<< Signora è un onore conoscerla, suo marito l'ha dipinta come una persona magnifica.>>
<< Ginevra ti prego dammi del tu capisco che tu sia restia a farlo con mio marito ma io non sono nessuno qui, quindi puoi benissimo sbottonarti.>> le sorrido.
La signora Magamelli è una signora di un'eleganza unica, in ogni suo gesto, in ogni parola che pronuncia, la sua voce è melliflua e delicata.
<< Cara come ti trovi a dividere l'ufficio con questo vecchio burbero.>>
<< Sinceramente molto bene, mi lascia spesso carta bianca ed è una cosa magnifica poter scegliere cosa scrivere.>>
Chiacchierare con loro due è davvero stimolante, guardarli mentre, dopo 50 anni, si cercano ancora con gli occhi, si sfiorano, per rassicurarsi che sono davvero lì uno al fianco dell'altra.
Mentre il direttore sta raccontando a sua moglie il nostro scambio di battute durante il mio colloquio si avvicina un ragazzo.
<< Gwen lascia che ti presenti mio figlio Edoardo.>>
<< Edoardo, piacere. >>
<< Ginevra, piacere mio.>>
Mi sento leggermente in soggezione a causa del suo sguardo farsi sempre più insistente.
Edoardo è un ragazzo abbastanza alto, fisico asciutto e direi anche abbastanza muscoloso, occhi marroni molto intesi, magnetici quasi, e capelli scuri ricci.
Cerca ripetutamente di aggiustare un riccio che però gli ricade puntualmente al centro della fronte dandogli l'aria da ragazzino appena uscito dal liceo.
Dal suo comportamento si capisce che non è un tipo timido, anzi, sembra molto spigliato, si nota come sia a suo agio in un contesto del genere tanto da non sentire il bisogno di mettere una cravatta.
<< Finalmente do un volto a questa fantomatica Ginevra. Mi sono arrivate tue notizie fino a Roma.>>
<< Buon segno no? Significa che faccio bene il mio lavoro o che tu sei solito tendere l'orecchio alle news.>> credo di aver esagerato ma appena vedo comparire un sorriso sul volto sia del figlio che dei genitori mi riprendo subito.
<< Figliolo non ti aspettare che Gwen si comporti come le ragazze con cui sei abituato a rapprocciarti tu.>> lo avverte il padre e dopo una smorfia iniziale negli occhi del figlio leggo una sorta di sfida che mi incuriosisce molto.
<< Ginevra mi vorresti accompagnare a prendere un bicchiere di champagne.>> dice porgendomi il braccio. Solo ora mi accorgo di non aver preso il bicchiere da Matteo prima.
Mi congedo da direttore e consorte evitando però il braccio di Magamelli junior.
Mentre ci dirigiamo verso il bancone intercetto lo sguardo di Lucia che mi scatena una risata così plateale a causa dei suoi gesti riferiti al ragazzo al mio fianco che anche il suddetto si gira non capendo perché così all'improvviso abbia iniziato a ridere.
<< Credo che dovremmo saltare i convenevoli come nome, professione, residenza visto che altri ci hanno già dato queste informazioni, mi sfugge però la tua età. So che l'età a una donna non si chiede e non vorrei mai apparire maleducato, ma non credo tu sia già in quella fase della vita in cui non si vuole rivelare la nostra vera età.>>
<< Perché ci tieni tanto?>> si passa la mano tra i cappelli cercando di sistemare il solito riccio.
<< Ginevra sei una ragazza intelligente, non hai bisogno che io ti espliciti il mio interesse.>> mi consegna un bicchiere tenendo l'altro per se mentre resta ancora appoggiato al bancone.
<< 23- cedo- tu?>> è strano come voglia subito palesarmi il suo interesse dopo pochi attimi che ci conosciamo.
<< 25>>
Mi continua a scrutare, i suoi occhi non si spostano dai miei mentre si morde il labbro inferiore facendo comparire una piccola fossetta sulla sua guancia destra.
<< Sei bellissima.>> distolgo lo sguardo da quelle due pozze scure posando lo sguardo sulla sala che mi circonda, la luce dei lampadari che riflette le luci della scenografia creando dei giochi di ombre sulla parte del pavimento preposta a pista.
Matteo ogni tanto cerca di catturare il mio sguardo per assicurarsi che vada tutto bene per poi riposare gli occhi su Lucia.
Ed ecco che le prime note di un motivetto jazz si liberano nella stanza inducendo delle coppie a raggiungere il centro della pista.
Il direttore e sua moglie, Lucia e Matteo, la signora Agata ( la segretaria del direttore) con suo marito. Io seguo i loro movimenti con gli occhi ammirando tutti quegli abiti volteggiare.
<< Madame, mi concederebbe un ballo.>> mi giro a guardare Edoardo, mi verrebbe quasi da rifiutare ma la musica mi convince.
Gli afferro la mano e mi lascio trascinare in pista.
<< Sai hai battuto ogni mia aspettativa.>> dice mentre continuiamo a ondeggiare.
<< In che senso? Avevi delle aspettative su di me?>>
<< Mio padre non faceva altro che parlarmi della sua nuova giornalista, brava nel suo lavoro, con la passione della musica, dall'arte, della poesia e intenditrice di calcio.- il suo tono sbalordito mi fa ridere- La donna perfetta, perciò per la legge dei grandi numeri ti avevo immaginata un po' bruttina.>>
<< Ehi.>> gli compisco il braccio.
<< Dai scherzo, ascolta, credevo che stesse solo esagerando per sottolineare quanto la mia ex fidanzata a lui non piacesse. Credevo fossi solo un'ideale più che una persona vera e propria e poi eccoti qui.>>
<< Credo che tuo padre mi abbia un po' romanzata, io e lui abbiamo un bellissimo rapporto, quando tua mamma viene a trovarti a turno portiamo la colazione in ufficio, spesso mi cede i biglietti che gli regalano della Juventus perché mi dice sempre che andare allo stadio senza di te non avrebbe senso.>>
<< Davvero ti dice questo?>> annuisco guardandolo negli occhi.
A volte anche da adulti dobbiamo ancora sconfiggere i mostri che ci spaventavano da piccoli.
Ci guardiamo negli occhi sorridendoci mentre la musica ci culla.
Mi sento a mio agio con lui, come se lo conoscessi da sempre, sarà perché ne ho sempre sentito parlare o per il suo carattere intrigante, perché mi fa ridere, non so.
Poi però se ritorno con la mente al presente mi sento come un pesce in un acquario, tanti, troppi occhi che mi fissano, ballare con il figlio del capo comporterà questo, anche se il suddetto non compare quasi mai, ora che ci penso credo che sia anche peggio che lui compaia poco, lo mette ancora di più sotto gli occhi di tutti.
<< Li vedi anche tu?- non capisco- gli occhi di tutti che seguono ogni nostra mossa.>>
<< Mi sembra di essere in un acquario.>>
<< Beh diamogli qualcosa da guardare.>>
Non appena la musica si fa più insistente mi stringe dando sfoggio delle sue doti di grande ballerino coinvolgendo anche me in questo spettacolo.
Mi fa volteggiare e credo che questo vestito non si sia mai mosso così come in questo momento.
Però come tutte le cose belle anche la musica a un certo punto finisce e con essa le nostre mosse, io mi ritrovo di faccia all'ingresso mentre Edoardo mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in un attimo però il sorriso mi scompare dal viso.
<< Ginevra tutto okay? >> Edoardo prova a scuotermi ma la mia attenzione è catturata dalla scena che vedo da sopra la sua spalla.
Federico sta varcando la soglia con Antonella attaccata al suo braccio.
Non noto subito il mio sguardo su di lui facendo vagare il suo sulla sala in cui ci troviamo ma non può fuggire per sempre e quando vede è pura esplosione.
Edoardo non so come, forse avrà notato su cosa si erano posati i miei occhi non lo so, mi trascina lontano dalla pista con Lucia e Matteo che ci seguono.
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Stuck in her daydream
ChickLit(SOSPESA) Ginevra, torinese doc, insegue il suo sogno a soli 22 anni, vuole scrivere del mondo, vuole avere il privilegio di informare le persone sugli eventi, e quale miglior accessione se non la ricerca di un nuovo stagista da parte di Arturo Maga...