Capitolo 12

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POV'S SARAH:
"Kevin grazie per tutto, ma io adesso devo andare a casa perché dopodomani tornano i miei e anche mio zio Logan che non vedo da tanto quindi devo portarmi avanti con lo studio poi se avessi bisogno di qualcosa chiederò alla mia amica Jennifer. Tu stai tranquillo." dico fredda trattenendo le lacrime che vorrei far uscire ripensando a quello che mi sarebbe potuto accadere se solo Kevin non fosse arrivato in tempo. "Sar non c'è bisogno che fai i complimenti con me. D'altronde ci conosciamo da quando siamo piccoli quindi non mi costa nulla aiutarti e insisto a farti fermare qui così almeno sono tranquillo...per favore." dice quasi supplicandomi. "Sarah ti prego pensaci almeno" continua prendendomi la mano e a quel secondo tocco non provo nessun fastidio anche se i miei occhi esprimono solo disgusto infatti ritira subito la mano e abbassa lo sguardo. "D'accordo ci penserò, adesso posso andare a casa per darmi una sistemata?" chiedo con tono infastidito da tutte quelle attenzioni che non mi ha mai dato anche perché solitamente io e Kevin litighiamo su tutto. "Lo sai che verrai senza neanche che te lo chiederò di nuovo." dice ammiccando e accompagnandomi alla porta aprendola,appena sento quella frase mi giro verso di lui,sbuffo e alzo gli occhi al cielo. "Non ci riuscirai anche perché lo sai che sono difficile da convincere." mi avvio verso l'ascensore, prendo il mio cellulare e vado sulla home di instagram per vedere qualche stories postate ieri sera dai miei amici. Per andare da casa di Kevin alla mia decido di prendere l'auto anziché il taxi anche perché ieri sera alla festa mi ero portata pochi soldi che non mi basteranno per una corsa soprattutto per tutto il traffico delle 10:30. Mentre aspetto l'autobus mi siedo sulla panchina accanto ad una signora anziana che mi sorride e riempendomi di complimenti sul bel vestito che indosso(quello dell'orribile festa). Da lontano intravedo il mezzo,saluto l'anziana signora e con un salto salgo all'interno di quest'ultimo. L'autobus è pieno di gente,tutti spingono, tutti mi toccano,sento gli occhi puntati su di me,l'aria mi manca, non respiro, sento di affogare lì dentro, incomincio a sentire caldo,cerco di sbottonarmi il giacchetto ma le mie mani tremano e non riesco a compiere neanche questo semplice movimento. Le porte si aprono,alcune persone scendono e altri salgono,cerco di scappare da quella scatola. Appena appoggio un piede sul marciapiede il tremolio che avevo alle mani si ferma,il sudore non è più freddo come prima e il respiro non è più ovattato...non posso frequentare luoghi dove c'è così tanto contatto perché i miei pensieri hanno una sola destinazione:ieri sera. Prendo il cellulare in mano,cerco nella rubrica un nome,clicco quel nome e avvicino l'iphone all'orecchio."Pronto...ho bisogno di te, ti prego non lasciarmi qui da sola,vieni da me." dico disperata alla persona dall'altra parte.

POV'S KEVIN:
Dopo averle sistemato la camera degli ospiti mi siedo accanto a lei mentre accarezza Romi il gatto di mia sorella che ha lasciato qui da me per via del suo viaggio con le amiche."Ti piace Romi?" chiedo e in quel momento il gatto miagola,ci guardiamo e ridiamo "Romi certo che ti voglio bene,anche se ti conosco da poco!"dice come se parlasse ad un bambino di due anni. "Comunque Kevin grazie,grazie che mi hai salvata,da quell'attacco di panico! È stato orribile salire su quell'autobus stracolmo di gente che mi spingeva e mi sfiorava. Considera che ogni volta che qualcuno saliva strusciava il proprio zaino sulla mia schiena oppure mi dava delle spallate e in quel momento ho rivissuto la stessa scena di ieri sera e non ho neanche il coraggio di tornare a casa mia e rimanere lì da sola. Mi sento così impotente...non so come quel...quel...verme sia riuscito a portarmi in quella stanza." dice con voce tremante. "Sar quel verme ti ha drogato,sicuramente avrà messo una pasticca nel tuo cocktail quando ti sei girata oppure quando non lo guardavi e questo per..." mi blocco per non continuare la frase che potrebbe provocarle solo altro dolore. "per violentarmi,lo so e non c'è bisogno che lo nascondi anche perché ne sono consapevole!" dice abbassando lo sguardo. "Secondo me devi provare a dimenticare l'accaduto pensando a qualcos'altro quindi forza alzati e andiamo a prendere dal tuo armadio qualche indumento così ti trasferisci qui da me e no...non mi darai fastidio...dovrò solo sopportarti per un po' di giorni...giusto?!" dico in modo sarcastico e lei mi scansa dandomi una leggera spinta. "Veramente quella che dovrà sopportarti sono io e comunque starò qui per tre giorni anche perché poi arriveranno i miei e anche mio zio." dice alzandosi in piedi facendo un piccolo saltello.

POV'S ASHLEY:
"Mamma,sei tornata!" dico andando in contro a mia madre e togliendole la borsa da lavoro dalle mani. "Tesoro oggi sono venuta prima per passare tutto il pomeriggio con la mia adorata figlia!" dice abbracciandomi. "Davvero? E cosa facciamo? Anzi dove andiamo?" chiedo curiosa. "Allora volevo fosse una sorpresa ma ho cambiato idea! Allora per prima cosa andiamo a farci manicure, pedicure e un bel massaggio rilassante dall'estetista;subito dopo andiamo a farci un bel taglio per cambiare un po' e infine del sano shopping! Che ne pensi tesoro?!" mi domanda. "Sisisi sono pronta in cinque minuti,mi metto un po' di mascara e possiamo andare." dico correndo verso la mia camera;mi dirigo verso la toeletta,apro il cassetto 'reparto ciglia e sopracciglia', prendo il mio mascara preferito della Maybelline lilla e passo più volte il prodotto e poi ripasso l'eyeliner che avevo disegnato questa mattina per renderlo ancora più accesso. Prima di alzarmi dalla mia poltroncina bianca e oro appoggio le labbra sull' interno della mano e mando un bacio allo specchio facendo finta che lì ci siano tutti i miei fans.

POV'S FRANCISCO:
Cammino per le strade di Manhattan pensando a quel bacio,da lontano intravedo quella stessa ragazza che ho visto piangere e che ho consolato, ridere insieme a sua madre. Quel sorriso mi fa sentire meglio,alzo il volume della musica e un fiume di parole fa ondeggiare i capelli della ragazza più bella che abbia mai visto. Ride,sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, prende dalla borsa un paio di occhiali di sole, li mette ed è sempre più bella. Quel senso di vuoto che avevo mi fa riempire la testa di pensieri. Mi siedo su un tavolino, prendo il telefono,alzo il volume della musica e compongo delle frasi ammirando la proprietaria di quel sorriso bellissimo. Continuo a scrive e ad ogni suo passo sento il marciapiede vibrare. Rialzo lo sguardo e la mia musa è fuggita camminando come una modella sulla passerella senza considerare gli occhi ammaliati dei passanti.

TEENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora