Capitolo 38

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POV'S FRANCISCO
"Mamma,ancora non capisco perché te ne sei voluta andare via...e non provare a dire che nonna sta male perché non è assolutamente vero." dico a mia madre per telefono cercando di farle uscire qualche informazione da quella sua fuga così improvvisa. "Tesoro, posso dirti soltanto che ho bisogno di stare da sola per un po', tu ormai sei grande e maturo, ma ti prego ti chiedo soltanto una cosa:non illudere o mentire nessuno perché farai solo del male alla persona che c'è davanti a te." mi confessa con la voce rotta dal pianto. "Mamma,ti voglio bene e ricordati che su di me ci potrai sempre contare!" esclamo e cerco di distrarla raccontandole della partita di basket che avevo fatto la mattina. Appena attacco la telefonata sento il squillare il citofonodi casa,alzo la cornetta e una voce maschile mi dice "Fratello, scendi che ho un po' di bagagli da scaricare" quelle parole mi fanno sbarrare gli occhi e mi dirigo davanti il portone del palazzo in cui alloggiavo con mia madre, lo apro e vedo uscire da un taxi giallo mio fratello Rodrigo che indossava degli occhiali da sole scuri e i capelli tirati indietro con del gel che rendevano la sua capigliatura più ordinata a differenza della mia completamente stravolta. "Fratello! Che ci fai qui a Manhattan?!" gli domando sorpreso e dandogli una pacca sulla spalla. "Sono venuto per controllarti...sai uno spagnolo in America quanti cuori infranti può provocare!" esclama ridendo mostrando la dentatura bianchissima. "Ma che cuori infranti! Qui in America pensano solo al college e a quanti followers hanno raggiunto su instagram quindi mi dispiace ma preparati!" gli dico prendendo un borsone blu. "Bro,fidati io ci so fare con le donne per venire qui da te ho lasciato persino Tamara...non so se te la ricordi, quella con le tette grosse che mi stava dietro da due anni." continua a raccontarmi elencando anche altre sue cinque conquiste. "Fratello, qui lo spezzacuori sei tu, io da quando sto qui sono stato con due ragazze...anzi due migliori amiche, però vabbè ho fatto un po' una cazzata!" confesso abbassando la testa e nel frattempo cerco di aprire la porta di casa. "Fra, lascia tutte le valigie, mettiti seduto e raccontami ogni cosa e ovviamente voglio i particolari...è sottinteso!" esclama mio fratello facendo segno con la mano di sedermi accanto a lui. "Allora preparati perché ci vorrà un po' di tempo." dico ridendo ed inizio a raccontargli partendo dal mio primo giorno alla nuova scuola menzionando anche l'imbarazzo che provai appena varcai il cancello della scuola...mi sembra ieri settembre e adesso è quasi finito l'anno scolastico, anzi per la precisione mancano quasi due mesi!
"No vabbè Franc, ma io voglio conoscere questa certa Ashley, sei proprio partito per questa tipa, anzi domani ti accompagno a scuola così mi presenti un po' di chicas!" esclama alla fine del mio racconto infinito. "Bro,io adesso ho la partita di basket a scuola quindi se vieni con me ti presento qualcuna, anzi prima vedi qualche profilo Instagram sul mio telefono e dimmi quelle che potrebbero interessarti, intanto io mi vado a preparare il borsone che oggi è la seconda partita della giornata che faccio e se vinciamo questa sicuramente mi alzeranno un po' di voti quindi devo essere bello carico." spiego a mio fratello mentre vado in cucina a prepararmi un frullato proteico. "E bravo il mio fratello secchione, io comunque devo vedere qualche lavoro qui a Manhattan perché il college non mi va di iniziarlo, a mamma avevo detto che mi sarei preso un anno per pensare sul mio futuro ma l'unica cosa che sono riuscito a fare è stato ubriacarmi e fare tanto sesso quindi devo iniziare a mandare qualche curriculum in giro per la città. Comunque accetto volentieri l'invito per la partita di basket!" terminata la frase io finisco di preparare il borsone e mio fratello nel frattempo inizia a curiosare i profili delle mie compagne di classe aggiungendo commenti di ogni tipo. "Bro,se sei arrapato adesso che le hai viste solo sul telefono tu pensa ora che le conoscerai?! Adesso andiamo tanto il campetto di basket sta qui dietro casa!" esclamo mentre prendo le chiavi di casa. Mentre ci dirigiamo verso il campo continuiamo il discorso ragazze fino a quando non vengo interrotto da una voce femminile che appoggia la mano sulla mia spalla. "Francy, pronto per la partita?!" mi volto e vedo Sarah con in mano uno striscione. "Ei Sar, si sono pronto anche se ho un po' di ansia...comunque oggi dopo pranzo è arrivato mio fratello dalla Spagna... Rodrigo Sarah, Sarah Rodrigo!" esclamo presentando mio fratello ad una delle mie più care amiche e viceversa. "Ciao Sarah, è un piacere conoscerti...sbaglio o tu sei quella a cui mio fratello ha fatto cadere i libri e il caffè?!" domanda mio fratello gesticolando, come se volesse ripetere quella scena un po' cringe. "Si, esatto sono io la sfortunata! Francisco mi ha parlato molto bene di te, tu però non verrai nella nostra scuola...giusto?" domanda Sarah sorridendo. "No, anzi sto cercando un lavoretto e devo iniziare a spedire qualche curriculum." continua Rodrigo e nel frattempo vi avviamo tutti e tre verso la scuola. "Se non mi sbaglio il padre di Charlotte stava cercando qualche lavorante...considera che lui è il proprietario di una delle officine auto più importanti di Manhattan e da quanto so in settimana dovrebbe iniziare a fare dei colloqui, quindi se ti va posso chiedere a questa mia amica." dice Sarah risolvendo come sempre i problemi di tutti. "Devi solo dirmi se ti piacciono i motori perché il padre di questa mia amica cerca sia dei ragionieri che dei meccanici e ovviamente devi saper fare le cose che fanno solitamente in un'officina auto!" continua Sarah. "Sarah, comunque tu sei la salvatrice dei fratelli De La Fuente perché mio fratello è malato di auto e moto, quindi posso dirti che sei veramente fantastica!" esclamo abbracciandola e a questo abbraccio si unisce anche mio fratello che continua il mio discorso. "E ovviamente se dovessi essere preso ti offrirò una cena quindi sono in debito con te!" terminate queste parole vedo gli occhi di tutti puntati verso il ragazzo accanto a me e mi sembra di tornare indietro di qualche mese, quando il nuovo volto ero io.

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