James

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Camminare per i sentieri rocciosi di quel paesino non era piacevole, ma, ormai, mi ero abituato a tenere gli occhi aperti. Le rocce potevano essere scivolose o appuntite, ma nè Reina nè io eravamo in difficoltà. Frutto di mesi e mesi di passaggio per quei sentieri.
Non che camminare su un bel prato mi dispiacesse. Anzi, l'avrei preferito. Ma avrei affrontato altri mille sentieri del genere, pur di riportare Reina a casa sana e salva.
Non potevo abbandonarla: Dimitri mi aveva messo in guardia sui licantropi. Erano dappertutto, nei boschi. E non avrei permesso loro di fare del male a Reina. Nè a me.
Reina si muoveva con un'agilità aggraziata, come tutto, di lei. Se avesse abitato in città, sarebbe diventata un'ottima ballerina. Magari, avrebbe ballato in uno di quei teatri che piacciono tanto a Dimitri, dove ballano tutte quelle ballerine cosí belle da togliere il fiato.
Alzai lo sguardo sopra di me, tra le chiome degli alberi. Ormai, eravamo quasi arrivati alla casa di Reina, ma non potevo permettermi di abbassare la guardia. Il cielo cominciava a tingersi delle sfumature bluastre della notte.
Dobbiamo accelerare il passo, pensai, ma, proprio in quel momento, uscimmo da quel tripudio di alberi, per posare i piedi su un morbido giardino ricoperto di erba e ghiaia: eravamo arrivati.
Mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo, proprio mentre Rowena usciva di casa, forse attirata dai rumori che facevano i nostri piedi nudi, a contatto con la terra. Reina aveva cominciato a correre verso la propria casa, allegra e spensierata.
Non appena arrivó da Rowena, le lanció le braccia al collo e la strinse in un tenero abbraccio fraterno.
Rowena, che aveva in mano un mestolo ed addosso un grembiule, spalancò gli occhi per la sorpresa, nonostante fosse sempre quello il modo in cui veniva accolta dalla sorella: con un abbraccio. Ma, subito, si riprese e ricambiò, titubante, l'abbraccio.
La staccò, subito dopo, da sé, la allontanó e le guardó con attenzione il collo, in cerca di segni rivelatori.
Alzai gli occhi al cielo.
Sempre la solita storia.
Rowena aveva paura che potessi trasformare la sua adorata sorellina umana in un mostro con i canini affilati. Ma non avrei mai fatto una cosa del genere. Non a Reina.
Reina disse qualcosa, che non riuscii a sentire, a Rowena, mantenendo il sorriso sul volto, quindi Rowena mi lanció un'occhiataccia, squadrandomi da capo a piedi.
Rispose seccamente a Reina, a cui vacilló il sorriso, per poi riaccendersi quando ribattè.
Qualcosa mi fece pensare che ero io l'argomento del loro discorso. Ma non osavo interromperle per chiederlo, non quando Rowena aveva un mestolo in mano.
Certo, ricevere un mestolo sulla nuca non era sicuramente come avere un paletto conficcato nel cuore, ma avrebbe fatto comunque male. Forse, Rowena non si sarebbe limitata solo al mestolo. Forse avrebbe anche preso un coltello, per lanciarmelo dritto dritto nel petto e-

"Posso parlarti?".
Sussultai, colto di sorpresa, e mi girai di scatto. Lasciai andare un sospiro di sollievo, quando vidi che la voce che avevo appena sentito apparteneva a Dimitri.

"Cavolo, mi hai fatto prendere un colpo! La prossima volta, avvisami quando hai intenzione di avvicinarti di soppiatto mentre sono perso nei miei pensieri!" borbottai, ancora irrequieto.
Dimitri inarcó un sopracciglio, sospettoso.

"A cosa stavi pensando?" domandó, ignaro delle mie folli ipotesi su come Rowena avrebbe potuto uccidermi.
Scacciai la sua domanda con una mano.

"Niente di importante. Di cosa volevi parlarmi?" mi voltai verso di lui, notando, solo allora, le lunghe ombre scure sotto i suoi occhi.
Era da solo un giorno che non lo vedevo, ma sembrava averne passate molte. Aggrottai la fronte, preoccupato. Non mi capitava spesso di vederlo in quelle condizioni, non un principe come lui, sempre abituato a mantenere l'immagine e le buone maniere che si addicono ad un re. Quella sera, invece, si era avvicinato di soppiatto alle mie spalle, cosa che non capitava spesso, se non nelle emergenze, in cui voleva essere solo con me per parlare.

"Cos'è successo?" chiesi, abbandonando ogni briciolo di ironia, nella voce.
Non è il momento di scherzare, compresi.
Dimitri serró la mascella, un movimento quasi impercettibile, poi lanció un'occhiata a Reina e Rowena, che stavano ancora parlando tra di loro.

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