Stacey

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Cercai di farmi spazio, nella folla che saltellava e ballava a ritmo di musica, mentre le luci colorate scintillavano su di loro. Il volume della musica era decisamente troppo alto, nonostante si trattasse di una festa, e mi sorpresi del fatto che i vicini non si fossero ancora lamentati. Di sicuro, io, al posto loro, l'avrei fatto.
Trascinai Mike al centro della sala, per ballare un po', prima di concedergli il meritato riposo: mi aveva accompagnata ed aspettata a casa, mentre mi preparavo. Lui si era portato i vestiti da casa sua e mi aveva raggiunta subito. Mi aveva dato dei consigli sui vestiti. Era stato gentile, quindi gli avevo promesso un po' di riposo, durante la serata.
In realtà, non avrei voluto concedergli un secondo, presa com'ero da lui: avrei voluto stargli piú vicina, far capire a tutti che Mike era il mio ragazzo, che tutti ci ammirassero. Ma Mike aveva altri piani.
Ballò in pista per una mezz'oretta, mentre lo stuzzicavo, tentando di farlo rinascere, con la mia presenza cosí vicina a lui, ma, non seppi come, riuscí a mantenere il controllo su se stesso e si allontanó. Mi portó con sè a prendere da bere.

"Mike, andiamo a ballare! Non vorrai bere tutta la sera!" gridai, sopra la musica, tentando di riscuoterlo dalla stanchezza che era calata su di lui.
Mike si giró, mostrandomi l'etichetta della bottiglia che aveva in mano: era acqua.
"Da quando bevi acqua alle feste?" gridai, guardandolo, stupita.
Era davvero la prima volta che lo vedevo ad una festa a bere qualcosa di piú sano che una bottiglia di vino o shot vari.

"Cosí mi fai sembrare un ubriacone!" si lamentó scherzosamente Mike, ridendo sotto i baffi e versandosi un po' d'acqua in un bicchiere di plastica rosso.
Osservai l'acqua cadere nel bicchiere.
"Ne vuoi un po'?" mi chiese Mike, porgendomi la bottiglia.
Scossi la testa, anche se cominciavo ad avere la gola secca.

"Voglio solo andare a ballare." lo informai.
Incrociai le braccia al petto, per rendere la mia frase piú perentoria, anche se non funzionó granché.
Al contrario, Mike non si mosse dal tavolo. Anzi, si appoggió al suo bordo imbandito, guardandomi da sopra il bordo del bicchiere, con uno sguardo curioso e con un sorriso beffardo sul viso.
Lo amavo. Amavo anche quel suo insopportabile atteggiamento provocatorio. Ma questo non lo esentava dall'accompagnarmi a ballare.

"Tu puoi andare a ballare. Io devo andare a salutare alcuni amici." posó il suo bicchiere sul tavolo.
Alzai gli occhi al cielo.

"Non puoi salutarli quando andiamo via di qui?" lo implorai.
Ma lui si stava già allontanando.

"Non so quando andranno via loro. Vado solo a parlare, dammi un attimo. Torno subito." mi posó un piccolo bacio sulla fronte e giró sui tacchi.
Dopodichè, scomparve, tra la folla, lasciandomi sola, nel rumore assordante di quella stupida festa.
La rabbia cominciava a ribollire, dentro di me.
Era da quella mattina che continuava a comportarsi in modo strano: mi ignorava, si allontanava da me, quando, prima di quel giorno, non sarebbe riuscito a stare un secondo senza di me.
Ora, sembrava avere qualcosa per la testa, qualcosa piú importante di me.
Furiosa, mi immersi anch'io nella folla, alla ricerca di qualche faccia amica. Non che quelli fossero ragazzi che non conoscevo, ma avrei davvero avuto bisogno di qualche amica, in quel momento, per sfogarmi con lei.
Fortunatamente, arrivai sulla porta d'uscita, che dava sul giardino esterno della villa, prima di quanto pensavo ci avrei messo. Senza pensarci ulteriormente, uscii, ricercando, tra i capannelli di persone, una delle mie due migliori amiche. Ma non sembravano essere lí.

"Stacey!" urló Carol, alzando le braccia ed allargandole, come attendendo un abbraccio.
Avrei voluto ignorarla. Ma era in compagnia di Sarah, una delle mie due migliori amiche. E, di sicuro, non avrei potuto ignorare lei.

"Finalmente! È da tutta la serata che ti cerco!" dissi, rivolta a Sarah.
Carol parve non accorgersi del fatto che la stessi ignorando.

"A dire il vero, mi sei sembrata molto occupata." biascicó Sarah, indicando, con un bicchiere pieno in mano, l'interno della villa.
Non era ubriaca, forse solo un po' brilla.

"Ho lasciato Mike a parlare con dei suoi amici. Sai quanto mi annoiano le loro conversazioni." dissi, squadrandole entrambe da capo a piedi.
Sarah inarcó un sopracciglio, poco convinta.
Mi conosce troppo bene.
Sarah sapeva che non ero stata io a lasciare che Mike parlasse con i suoi amici, quanto piuttosto che lui mi aveva piantata in asso in mezzo alla sala. Forse, aveva addirittura visto tutta la scena. Ma sapeva che io non mi sarei mai allontanata da Mike, per nessun motivo.
Questa volta, peró, non avevo potuto farci niente.
Carol, invece, non sospettó nulla, anzi, sembrava accigliata all'idea che avessi lasciato solo Mike.

"Non sei preoccupata che qualche ragazza possa provarci con lui?" chiese, ignara della rabbia che ricominciava a ribollire, dentro di me.

"Certo, ma so anche che Mike è piú leale di quanto credi." la fulminai con lo sguardo.
Questa volta, Carol si accorse del mio atteggiamento infastidito, nei suoi confronti.

"Va bene, io non lo conosco." concluse lei, stizzita.
Spostai il peso del corpo da una gamba all'altra. Quella sera, avevo deciso di evitare i tacchi, sapendo che avrei dovuto ballare, ma, a questo punto, forse avrei dovuto metterli comunque: Mike non mi aveva fatto ballare granchè.

"Mi sembri un po' arrabbiata, Stacey." constató Sarah.
Ma che perspicace!
Ormai, mancava solo che cominciassi a sputare fuoco, prima che anche gli scoiattoli nella foresta accanto alla villa se ne accorgessero. Sempre se c'erano scoiattoli.
Osservai la foresta, immersa nell'aria lugubre ed inquietante della notte. Deglutii. Non sapevo che fine facessero le ragazze che venivano estratte alla Cerimonia del Cambiamento, ma, di sicuro, non avrei mai voluto essere al posto loro.
Mi sembró di vedere qualcosa luccicare, nell'ombra, ma, forse, era solo il riflesso delle luci della villa.

"Da quando tu e Carol siete cosí amiche?" domandai, lasciando che Carol sentisse benissimo la nostra conversazione.
Questa volta, fu il turno di Sarah di alzare gli occhi al cielo.

"Finiscila di far finta che non esista: Carol è qui. E non siamo amiche." mi informò Sarah.

"Cosa?" scattó Carol, spalancando gli occhi per la sorpresa ed arretrando improvvisamente da Sarah.
Un venticello fresco mi travolse, passando attraverso le due ragazze, di fronte a me.
Mi strinsi le braccia al petto, sentendomi improvvisamente poco vestita, nonostante la camicetta abbottonata e i collant alle gambe.
Mi guardai attorno, in cerca di qualche giacca da infilarmi sopra alla camicetta. Un altro bagliore, nella foresta, catturó la mia attenzione. E ci fu un'ombra: un'ombra si mosse.
Sussultai e spalancai gli occhi per la sorpresa. La villa non aveva siepi o recinti, a dividerla dalla foresta. E chi poteva esserci, là fuori, al limitare della foresta, appostato nel buio?

"Stacey, stai bene? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma." mi chiese Sarah, ma, quasi, non la sentii, terrorizzata da quell'ombra con le orecchie ed una coda, appena visibili, illuminate dalle luci della villa.
Non feci in tempo a dire nulla, ad avvisare la mia migliore amica del pericolo in agguato. Perchè un lupo fu subito su di me. Mi fece sbattere la testa contro le mattonelle affianco alla piscina. Poi, improvvisamente, tutti i rumori e le luci scomparvero.

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