L'impatto fu fin troppo violento. L'aria mi graffió le guance, le braccia, le gambe. Pezzi di roccia volarono sui miei sudditi, mentre il re dei vampiri veniva liberato, grazie all'esplosione. Mi coprii gli occhi con il braccio, non riuscendo a guardare attraverso il cumulo di cenere e macerie che si stava scagliando contro di me, come se, in realtà, i vampiri avessero voluto uccidermi sotterrandomi o bruciandomi viva. L'odore che mi punse il naso era quello: l'odore di terra, rocce e pezzi di legno bruciati. Tossii, riuscendo a malapena a respirare. L'aria era satura di stupore e terrore, oltre che di detriti.
In una certa parte di me, l'odore che sentii non mi spaventó, anzi quasi mi confortó: mi sentivo come se fossi tornata nel passato, nel ricordo che avevo rivisto quando avevo condannato a morte Mike, il ricordo della notte in cui era morta mia sorella.
Il viso di Reina comparve davanti ai miei occhi, lontano, a terra, gli occhi chiusi, i lineamenti sereni.
Reina....
Era lei, era lí, a qualche passo dal muro spezzato a metà, dall'altra parte della sala, una crepa in mezzo a tante pietre e tante rocce tutte uguali. E Dimitri non c'era.
Dimitri è scappato.
Proprio come aveva fatto James, quella notte. Ma, ora, Reina era lí, con me, nella mia stessa stanza. Avrei potuto salvarla.
Le orecchie mi fischiavano per il boato causato dall'esplosione, il mio udito raffinato da licantropo che implorava pietà. Avvertii una leggera fitta alla testa, ma la ignorai: Reina era lí, qualcuno l'aveva riportata da me. O, forse, era sempre rimasta con me, non mi aveva mai abbandonata. Era sempre rimasta nel mio regno, un mio suddito, di cui avevo sempre ignorato l'esistenza.
Cercai di scendere dal palco su cui mi trovavo senza calpestare nessuno dei miei sudditi, stesi a terra per la paura.
Nessuno avrebbe potuto prevedere un attacco di una simile portata. Non l'avevo previsto. Non ero riuscita a farlo. Avevo dato per scontato che Dimitri non avesse potuto interagire con le sue guardie, perchè troppo lontano e mio prigioniero, ma era riuscito a sorprendermi anche questa volta. Ma non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo.
Non appena scesi l'ultimo gradino del palco, cominciai, quasi, a correre: le persone a terra avevano cominciato a rialzarsi e a fuggire in tutte le direzioni, disperate e confuse. Avrei dovuto calmarle, una volta finito tutto questo, riconquistare la loro fiducia come sovrana. Ma questo sarebbe venuto in un secondo momento. Ora, mia sorella mi stava aspettando, avevo una seconda occasione per salvarla.
Sentivo la testa pulsare e la gola secca, il battito del mio cuore sovrastato dalle grida spaventate del mio regno.
Reina, non lasciarmi di nuovo.
Ero a pochi passi da Reina, dalla mia adorata sorella gemella, quando qualcosa mi bloccó. O, meglio, qualcuno. Qualcuno mi aveva bloccato il polso, costringendomi a voltarmi. La sua presa era salda e non fu necessario guardarlo in viso per capire chi fosse stato a trattenermi dal ricongiungermi con la ragazza dai capelli rossi stesa a terra: il Capitano. Solo lui avrebbe potuto mantenere una presa cosí salda e solo lui avrebbe potuto agire in un modo cosí misurato, come se avesse calcolato ogni sua mossa, in una situazione del genere.
Tentai di liberarmi dalla presa della mia guardia del corpo, che non mi molló nemmeno per un secondo, ma che, al contrario, mi fece avvicinare a sé."Rowena, dobbiamo andare!" gridó il Capitano, cogliendomi di sorpresa.
Rowena?!
Il Capitano mi aveva appena pronunciato il mio nome in pubblico! Avevo sempre cercato di mantenere la mia identità nascosta, per poterla usare contro i miei nemici in qualunque momento. Ma, attorno a me, dominava il caos, quindi dubitavo che qualcuno avesse potuto sentire o capire cos'avesse detto il Capitano.
Mi voltai verso Reina, desiderando di raggiungerla. Finalmente, era di nuovo lí con me.
"Rowena, lei non è Reina! Lei è Lilith! Non è tua sorella!" gridó ancora il Capitano, dopo aver seguito il mio sguardo sul corpo di mia sorella.
Ma come poteva il Capitano affermare che quella non era mia sorella? Come poteva non vederla?
Socchiusi gli occhi, quando un pezzo di cenere voló davanti a me. Improvvisamente, Reina cominció ad assumere tratti piú spigolosi, una pelle piú rosea di quella che aveva sempre avuto, sembrava piú piccola di com'era in realtà. No, quella ragazza non era Reina. Il Capitano aveva ragione: quella ragazza era Lilith.
Il mio cuore urló di disperazione, non appena mi resi conto della verità: non era stata Reina quella che avevo visto dal palco, ma Lilith. Il corpo di Reina era da tutt'altra parte, forse disperso nella foresta, forse in una qualche buca nella terra.
Ma Lilith ha il sangue di Reina, dentro di sè. Lei è legata a me. Devo salvarla.
Approfittai del fatto che il Capitano aveva allentato la presa sul mio polso, per strattonarlo via e correre verso Lilith. In un secondo, ero inginocchiata accanto a lei, il mio viso tra le mie mani. Il suo viso era sporco di cenere e sangue, pieno di graffi e sofferente. Lilith respirava ancora, ma a fatica ed irregolarmente.
Notai la presenza del Capitano dietro di me, non appena si fermó."Chiama Sylver." gridai.
Il Capitano non si mosse.
Cosa avrei dovuto dirgli per farlo muovere?
La rabbia montava, dentro di me.
"Chiamala!" gridai, di nuovo, ormai disperata.
Mancavano pochi secondi e Lilith avrebbe rischiato la morte. L'unico rimedio, per lei, era la saliva di vampiro. Su questo ero certa.
Al Capitano non serví che urlassi una terza volta per obbedire: dopo pochi secondi, stava già tornando, con Sylver tenuta per i capelli.
"Leccala!" gridai.
Ma lei si contorceva, cercava di liberarsi dalla stretta del Capitano.
"Leccala!" gridai di nuovo, piú perentoria, indicando Lilith.
La vampira fu costretta ad obbedire, almeno per evitare la mia ira.
Fui grata del lavoro che fece, la sua lingua che lavorava su ogni ferita di Lilith.
Ma un movimento, oltre la crepa nel muro, attiró la mia attenzione: Dimitri, il capo chino, di fronte ad un uomo alto, che teneva, sopra al re dei vampiri, sollevata, una corona.
Non potei fare altro che rimanere a guardare: Dimitri venne lentamente incoronato di fronte ai miei occhi.
La sua fu una dichiarazione di guerra ufficiale: ora, non erano piú due ragazzini che combattevano. Ora, la guerra stava venendo combattuta tra due re, tra due sovrani, tra due pari. E si sa: non possono esistere due persone con la stessa corona in testa.
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Ricordi perduti
VampireGli spin-off della serie "Uno di noi", con capitoli inediti e capitoli extra. Nuovi punti di vista, scene raccontate da personaggi diversi, segreti non ancora svelati ed un ulteriore finale alla storia. "Ricordi perduti" ripercorre la storia d'amore...