Capitano

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"Papà, non andare. So che devi proteggere Rowena, gliel'hai promesso-".

"Gliel'ho giurato." sibilai, in risposta ai dubbi di Shila.
Rowena era riuscita a trovare altre guardie e, ora, stava organizzando con loro il contrattacco. Io ero già stato avvertito del luogo in cui l'avremmo messo in atto, ma non sapevo ancora come questo sarebbe potuto succedere: Dimitri aveva preso completamente alla sprovvista Rowena e tutto il resto del suo regno, che, ora, era immerso nel caos piú totale. Ma non me. Io avevo previsto un possibile attacco da parte di Dimitri, sapevo che qualcuno di molto vicino a Rowena stava cercando di aiutarlo, altrimenti Dimitri non sarebbe riuscito nemmeno a liberarsi dalle catene che lo avevano tenuto prigioniero per alcuni giorni. Non sarebbe arrivato cosí lontano, senza l'aiuto di qualcuno abbastanza potente da permettergli una fuga organizzata. Ma Rowena non aveva voluto ascoltarmi, non aveva voluto accettare l'idea che Dimitri potesse batterla sul tempo, l'idea che uno dei suoi due piú antichi nemici potesse prendere il suo posto di stratega e sovrano. La sua corona era unica. Non l'avrebbe ceduta a nessun vampiro, nè ad alcun licantropo.
Quindi, senza la possibilità di un attacco a sorpresa, dopo che Rowena era stata sopraffatta dalla potenza di Dimitri, la regina dei licantropi era stata costretta ad organizzare velocemente un contrattacco. Da sola.

"Papà, non andare." mi ripeté Shila, sfiorandomi il braccio con la punta delle dita.
Voltai di scatto la testa verso di lei, allarmato da quel contatto: dopo che ero stato guarito al petto, mia figlia mi aveva spiegato quale fosse la sua abilità. Era stato un dialogo estremamente privato, segreto: se Rowena fosse venuta a sapere che Shila sapeva curare grazie solo alla forza di una carezza delle sue dita, l'avrebbe usata come crocerossina nella guerra che stava imperversando fuori da quella stanza, pur sapendo che ai licantropi usare la propria abilità richiedeva un enorme sforzo, sia fisico sia psicologico. Ma questo non l'avrebbe fermata: il suo obiettivo era vincere la guerra, a qualunque costo. Sacrificare la vita di qualche suo suddito non avrebbe significato una grossa perdita, se persa nell'atto di usare tutte le proprie energie in difesa della vita della propria regina. Ma la verità era che, nonostante avessi giurato che avrei sacrificato tutto, per lei, non era vero. Non avrei sacrificato mia figlia per i suoi folli piani, non quando tutto quello sarebbe potuto essere evitato.
Osservai Rowena, intenta a parlare con una delle guardie che stavano spesso posizionate ai lati della sala da pranzo. Una sala da pranzo che, probabilmente, non avremmo piú visto. O, perlomeno, non intera.
Come sempre, Rowena si voltó nella mia direzione, quando puntai gli occhi su di lei: era come se sentisse che la stavo osservando, come se ci fosse stato un qualche tipo di legame, tra di noi. Era come se, trasformandola, l'avessi legata a me.
Il suo sguardo era eloquente, parlava solo a me, un messaggio che avrei potuto capire senza grandi difficoltà: vai a cercare Lilith.

"Nella sala da ballo, Capitano. Raggiungici appena puoi." disse a parole, invece.
Appena puoi.
Appena avessi trovato Lilith.
Guardai Shila, il suo viso una maschera di terrore e preoccupazione, la fronte aggrottata, gli occhi attenti.

"Papà, rischierai di prenderti un altro pugnale nel petto-".
Non la lasciai finire di parlare, sicuro di cosa avrei dovuto fare. Le diedi un rapido bacio sulla guancia, prima di sussurrarle la solita raccomandazione all'orecchio.

"Prenditi cura dei tuoi fratelli, mentre non ci sono. Torneró presto.".

"Vivo?" chiese Shila, il tono serio e deciso.
Avrebbe preteso una risposta.
Mi scostai dalla sua guancia e la guardai attentamente. Era il mio ritratto, piú giovane ed al femminile. Ed anche un po' piú cauto.
Le mostrai il mio sorriso piú beffardo, solo per poter farla stare tranquilla, in mia assenza.

"Non potrei mai permettere ad uno di quei succhiasangue di privarvi di me. Siamo una famiglia. E vi prometto che cercheró di mantenerla intatta il piú possibile." mormorai, perchè solo Shila potesse ascoltarmi o, perlomeno, sentirmi, mentre Rowena e le guardie parlavano.
Afferrai la maniglia della porta e la abbassai, continuando a guardare mia figlia. Non potevo perdere altro tempo, altrimenti Dimitri avrebbe potuto portare con sè Lilith in un posto troppo lontano da quel regno per essere raggiunto.
Lanciai un'ultima occhiata di esortazione a Shila, mentre oltrepassavo l'entrata di quella stanza, richiudendo la porta alle mie spalle.

"Stai attento." mi sembró di sentir dire, quando chiusi la porta.
Ma i rumori di pistole che sparavano, paletti conficcati nei petti, pugnali che ferivano ed urla avevano già riempito le mie orecchie: non avrei potuto chiedere dove fosse Lilith, ma cercarne le tracce.

Ringraziai il mio olfatto da licantropo: nonostante l'odore metallico e disgustoso del sangue, insieme con quello della polvere da sparo, riuscii a fiutare la scia dei passi di Lilith. Mi muovevo in base a quelli, un'ombra sui passi di una ragazza dispersa, in un regno troppo grande per non potersi perdere, almeno una volta. Anch'io ero riuscito a farlo, appena dopo la formazione di quello stesso regno.
Mi mossi con cautela, conficcando paletti e, se necessario, sparando ai ribelli. Man mano che avanzavo verso Lilith, notavo che i ribelli aumentavano, mentre l'odore di Lilith diventava sempre piú intenso.
Non mi ci volle molto a trovarla: era in braccio a Dimitri, pronta a fuggire con lui.
Non questa volta.
Non volevo uccidere Dimitri, Rowena non me l'avrebbe permesso. Volevo solo ferirlo. Ma i ribelli furono piú scaltri di me nel proteggere il loro nuovo re.
Sparai. Ma il colpo non andó a segno. Perchè colpí qualcuno che non sarebbe mai riuscito a concludere un discorso senza balbettare per la paura, di fronte a Rowena. O, perlomeno, questo era quello che aveva sempre fatto credere. Io, peró, non mi capacitai del suo tradimento.
Il proiettile passò attraverso la sua spalla di lupo ed il suo petto, mentre si gettava tra me e Dimitri. Il lupo cadde a terra, mentre sparavo un altro colpo contro Dimitri. Ma lui si giró in quel momento ed il proiettile colpí Lilith, anche se di sbieco: il lupo era intervenuto di nuovo, questa volta colpito esattamente al petto, una macchia di sangue scura che si diffondeva velocemente, sul suo pelo chiaro. Il lupo cadde a terra, mentre Dimitri fuggiva con Lilith. Gli occhi della guardia di Rowena a cui avevo sparato diventarono grigi.
Poi, Nick morí.

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