2. Kanpai!

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"Pensa un po', questo lo chiamano Cuscino della Suocera! Prima o poi ci sarà utile, tienilo a mente!".

Daniela cerca di tirarmi su il morale parlando dei suoi amati cactus. Ne ha una ventina, ammassati sul terrazzino del nostro appartamento al Quartiere Universitario. Tondi, particolarmente spinosi o alti, li colleziona senza un criterio preciso: l'importante è che siano piante grasse. Esemplari da accudire, coccolare, in pratica da trattare come figli.

Armeggia concentrata in un vaso di plastica per interrare radici e il resto in uno più grande. Mi ascolta china su quel cuscinetto tutto punte, senza lasciarsi scappare un commento o una esclamazione. Vuole che arrivi alla fine.

Quando siamo preoccupate per qualcosa ci riuniamo qui, sul terrazzino che dà sui tetti dei palazzi vicini. Una distesa di tegole rossicce interrotta a sinistra dalle creste del polmone verde della città, il Parco "Zumaglini", e a destra più in lontananza dai profili dei primi grattacieli che si stagliano contro il grigio-azzurro, laggiù dove comincia il Quartiere degli Affari. Nel mezzo, Lei la Signora, la cupola della cattedrale a due passi da casa, cuore del centro storico. Una cipolla di inspiegabile maestosità.

Sto bevendo una tazza di tè bancha sprofondata nella sedia a dondolo. Il suo è un movimento che mi culla con dolcezza, e consola.

"Danny, non riesco a pensare ad altro: ti rendi minimamente conto? Non solo ho mentito a mia madre e a mia sorella, ho persino esagerato. Com'è successo, mi chiedo io? Ho addirittura inventato una storia surreale, che non potrò mai provare... Alla fine, dovrò confessare tutto: io, Damiano Re, non l'ho neppure incrociato per strada ed è l'ultima persona al mondo che vorrebbe fidanzarsi con me".

Daniela mi guarda, poi torna al lavoro.

"Oddio, immaginati la reazione di Emma e la faccia bianca di Mutter che trattiene il fiato, per non lasciare sfogare la rabbia! Quando lo fa, due volte su tre le sia alza la pressione, accusa palpitazioni e vertigini, e si rimette solo dopo una settimana di deliri ingestibili. Un vero dramma, non puoi capire!".

La mia coinquilina solleva lo sguardo ancora una volta, con la bocca inclinata a smorfia: "Non lo capisco, ma lo ricordo bene. Quand'è stata l'ultima volta che è successo?".

"Solo un mese fa...".

"Appunto. Tua madre è un solido ionico, fin troppo fragile. Non cedere al suo ricatto, però, dammi retta".

Non so cosa sia un solido ionico, ma a Daniela credo ciecamente, e annuisco. A quel punto, lei si ferma, lascia andare il cactus e accorre finalmente in mio aiuto: "Allora, Ros, ascoltami. Quello che posso consigliarti è questo: non fissarti sulla difficoltà del progetto, ma buttati e guida la forza di attrazione! Cosa ti impedisce di provare a cercare Damiano Re? Potresti essere fortunata, potresti riuscirci davvero!".

Sbatacchio il bancha nella tazza, mentre mi sollevo per incrociare i suoi occhi guizzanti: "Danny, parli sul serio?".

"Nello stato in cui ti trovi, non potrei scherzare". Incrocia gli indici e li incolla, schioccandoci sopra un bacio. "Cerchiamo di essere realiste, va bene?".

Annuisco ancora.

"Damiano Re è semplicemente un uomo. Diciamo un uomo di successo che conduce una vita agiata, ma - tieni presente - di fatto è come noi, esemplari del genere sapiens sapiens che non si sono ancora realizzati. Se si rimpinza troppo di caviale, fa indigestione, no? Se dimentica i suoi calzini preferiti, in puro filo di Scozia, alla sera dopo una giornata frenetica dovrà fare i conti con le vesciche, giusto? Va in bagno, si soffia il naso, suda, e chissà cos'altro ancora!".

"Quindi?".

"Quindi, percorre le nostre stesse strade e, per quanto alto possa volare, poserà sempre i piedi sul nostro stesso suolo. Fanno eccezione solo le trasferte sull'elicottero personale di famiglia".

Crisantemi fritti a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora