"Lo vedi?".
"Sì, adesso lo vedo!".
"E cosa sta facendo?".
"Un bel niente".
"Come un bel niente? Non è possibile fare un bel niente! Non facendo niente si fa comunque qualcosa, Danny. Allora, dimmi, cosa fa?".
"Oddio, Rossella! Ti impegnassi a conquistare il grande capo tanto quanto ti industri a irritare i miei nervi, a quest'ora saresti in ginocchio davanti all'altare, in procinto di diventare Lady Spot".
"Questa poi! Lady Spot...".
Daniela mi interrompe: "Un attimo! Si è alzato".
Subito contrariata poi preda dell'eccitazione, scatto in piedi pronta a dare inizio al pedinamento.
"Giù, stai giù!", mi ordina l'altra, schiacciandomi la testa e premendomi il gomito sulla spalla. Io però, guerriera quale sono, oppongo resistenza. O quasi: "Ahi, mi fai male", le faccio notare, offesa.
"Ben ti sta!", mi canzona lei. "Se continui così, rovinerai anche questo piano. Non è il tuo turno di lavoro e, se Annabella ti scopre, verrai licenziata in tronco... Dieci giorni, Rossella: vuoi durare così poco? Permetti almeno a Re Damiano di posare i suoi occhi celesti sul tuo bel visino!".
"Va bene, hai vinto tu! Mi ritiro". Un sonoro sbuffo mi riaccompagna al nascondiglio che ho scelto per le oramai consuete ricognizioni, l'angolo tra il tostapane e il bidone di raccolta dei filtri della macchinetta per il caffè.
La mia coinquilina strizza gli occhi, tesa sulle punte dei piedi. "Dov'è finito, adesso? Oh, Ros! È tutta colpa tua, sei un vero impiastro!", mi rinfaccia con l'indice puntato contro il naso.
Le rivolgo, di rimando, la linguaccia.
"Aspetta! Eccolo, è tornato... Vuoi sapere cosa sta facendo, adesso?".
"Sono qui per questo, amica cara!".
"Bene, stai a sentire. Maglioncino color cachi, barba incolta, un certo numero di ore di sonno arretrato, a giudicare dalla mitragliata di sbadigli. Infila in bocca un bastoncino di liquirizia e si risiede alla scrivania, afferra una busta, si alza, credo stia andando in sala riunioni...". Silenzio. "Affermativo, si è fermato proprio davanti alla sala riunioni. Ora si guarda attorno, forse aspetta qualcuno...".
"Dici? Guarda ancora, guarda meglio!".
Daniela allunga il panno umido sul bancone della sala bar e aggroviglia cerchi di detergente al piano in acciaio. Lo fa con professionalità sorprendente, quasi ci abbia preso gusto, e con altrettanta disinvoltura tiene sotto controllo l'open space. È così che l'area ristoro è diventata, in questa prima settimana di lavoro all'Agenzia Re, la nostra immaginaria torretta di avvistamento.
"Guarda ancora, guarda meglio - mi imita Daniela, con voce stridula - La fai facile, tu. Se trovano questo posto sporco, sai a chi faranno storie? Alla sottoscritta. E così, Lady Spot, potrai dire addio al tuo grande sogno di riscatto".
Dovrei ribatterle che poco mi importa, ma più la osservo all'opera più mi viene da sorridere. Il grembiule azzurro che le hanno assegnato è troppo largo per la sua taglia ssl ("S'è Stretta in Lavatrice", avete letto bene, Danny intende così la extra small). Le cade male addosso, la infagotta. Per la verità, l'ha scambiato con il mio, in camerino il giorno del colloquio, perché - a suo parere - chi è qui per farsi guardare "non sono di certo io. Poi dai, Ros, che spettacolo avrei da offrire, sottile come mi hanno fatta? Sfodera tu le curve e semina dopamina ovunque!".
Peccato che, lo avrete già capito, in questi dieci interminabili giorni, io non abbia fatto altro che spargere sì ma mangiapolvere, ovunque e senza tregua. Mangiapolvere soltanto. Di Damiano Re non ho incrociato altro, in ordine di apparizione, se non: le pantofole in pura lana merino, che lascia la sera sotto alla scrivania per poi indossare prima di entrare in ufficio; il suo ufficio appunto (spostare voce al punto uno), un piccolo angolo di palazzo completamente ricoperto dalla calda e morbida moquette, che fa tanto anni Ottanta, e dominato da una poltrona a forma di uovo appesa al soffitto; terzo, proprio quell'aggeggio dalla dubbia utilità, che sembra non smettere mai di oscillare; per finire, gli avanzi dei suoi pasti, quasi sempre solitari, verdure per lo più.
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Crisantemi fritti a colazione
RomanceVINCITORE WATTYS 2020 - CATEGORIA ROMANCE Qual è la più grande bugia che avete detto? Pensateci. Qualunque cosa vi torni alla mente non sarà una bugia grande quanto la mia. Sapete, è imbarazzante confessarlo: mi sono inventata un fidanzato. E gli h...