Lo precede un intenso aroma di caffè. Una fragranza che percepisco subito estranea alla raccolta atmosfera che ci accoglie. Non si annuncia, preferendo anzi farsi avanti senza preamboli, bicchierino di plastica fumante alla mano. Non vorrei, ma non posso fare a meno di puntargli gli occhi contro: sfoggia un completo turchese che, una volta piombato con baldanza nell'ufficio di Aslan, finisce con l'abbagliarci d'un colpo, tutti insieme. Io, Madame, Teo e Corrado.
"La puntualità è sempre il tuo forte. Dico bene, Damiano?", lo apostrofa Alessandro Aslan, senza degnarlo di uno sguardo.
"Questi amministratori delegati!", gli ribatte quello, con la bocca piena. "Credono che il mondo si possa organizzare come alla voce bilancio d'esercizio. Madame - Damiano Re porta avanti la sua manica colorata, intanto deglutisce - Non perdi occasione per diventare sempre più bella", si complimenta con le solite buone maniere.
"Oh, vecchia volpe! Mi fa piacere che tu sia qui", lo saluta Madame, porgendogli solo la punta delle dita, come le vere nobildonne. "Voglio che anche tu partecipi al progetto che ho cominciato a illustrare ai tuoi colleghi. Su, accomodati vicino a me", e così dicendo gli indica il posto lasciato vuoto da Sermenti.
Noto le dita cicciottelle, ricoperte di ori, della fondatrice della Garbure tamburellare alla sua destra, sul tappeto. E contemporaneamente sento provenire dalla scrivania, attorno alla quale sono ancora riuniti Aslan, Corrado e Teo, un sonoro grugnito: "Che colpo basso è questo, Marguerite? Non avevi finito? Non ci stavamo salutando?", interviene a questo punto Coco.
"Proprio no, vecchio brontolone!", si schernisce lei con enfasi, e subito riacquista la sua caratteristica compostezza: "Vedi, renard - spiega, ammiccante, a Damiano Re - lancerò la mia nuova collezione di ciondoli preziosi con un logo che verrà ideato proprio da voi".
"Da noi?". L'espressione di Re tradisce una certa confusione.
"Ho cercato di spiegarle che non siamo disegnatori; ma la conosci, no? Ha la testa di marmo, questa francese!", interviene ancora Sermenti, infastidito.
Il turchese si fa più acceso: "Corrado ha ragione, cara la mia Madame", gli fa eco Damiano. "Non possiamo lanciarci in un'impresa che non ci compete, per quanto il nostro team sia famoso per l'indiscusso talento creativo. Non ti basta averci con te per la promozione pubblicitaria?".
Dovreste vederla, Marguerite Rochelais. Investita da un soffio al sapore di caffè, che le si attacca alla punta del naso, ruota gli occhi all'indietro e prende ad agitare il suo pomposo abito di seta, quasi cerchi di ripulire l'aria attorno a lei: "Quando fai così, renard - la sento redarguire Damiano Re con supponenza - mi ricordi perché la Garbure non è mai riuscita a chiudere il benché minimo accordo con te".
"Al contrario, l'Agenzia Re accetta le sfide", prosegue determinato Alessandro Aslan, mentre congeda Teo con un convincente "Mi fido di te, vai pure".
Liberatosi delle scartoffie da visionare, Aslan si appoggia con il bacino alla scrivania. Sembra rivolgersi esclusivamente a Madame, ma è chiaro a tutti che è al suo avversario che sta parlando: "I nostri clienti devono venire soddisfatti al cento per cento, e così sarà. Cosa vuoi che facciamo per te, Madame?".
Uno sbuffo, e Corrado Sermenti si lascia cadere all'indietro: è fatta, finisce con l'arrendersi a pancia all'insù. Mentre Damiano Re stringe la mandibola con forza, senza obiettare. Cosa starà macchinando, mi chiedo io.
Madame batte le mani, soddisfatta e infantile: "Il mio diasporo!", e per un istante scorgo la coda del suo occhio chiaro pungermi, allusiva. "Ecco cosa vi chiedo: desidero che il logo sia il meglio che possiate inventarvi; quindi, dovrete competere tra di voi. Vi dividerete in due squadre e mi presenterete due diverse offerte. Il vincitore si guadagnerà il contratto pubblicitario".
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Crisantemi fritti a colazione
RomanceVINCITORE WATTYS 2020 - CATEGORIA ROMANCE Qual è la più grande bugia che avete detto? Pensateci. Qualunque cosa vi torni alla mente non sarà una bugia grande quanto la mia. Sapete, è imbarazzante confessarlo: mi sono inventata un fidanzato. E gli h...