13. Profumo al sandalo

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"Amica mia, questo è solo l'inizio. Ed è tutto merito del sandalo, credimi!". Daniela è costretta a saltare a due a due i gradini della scalinata che ci riporta in superficie, dopo un claustrofobico viaggio nella ressa dell'ora di punta sui treni e tra i cunicoli della Metropolitana linea A. Cerca, così facendo, di starmi al passo, perché - la sua natura impone - proprio non le va di rinunciare a imbastire una conversazione anche questa mattina, al primo albeggiare. Mozziconi di frasi si allungano con i suoi respiri affannosi.

Le ho raccontato dell'incontro ravvicinato con Alessandro Aslan e di quanto lui abbia apprezzato le mie idee. Come avrete notato, mi è purtroppo scappato un accenno al profumo che gli ho sentito addosso: è stato un attimo, lo so, però non riesco a liberarmi dal ricordo della piacevolezza di quella nota legnosa. Dico purtroppo perché, confessandole questa debolezza, ho scatenato in Daniela l'impareggiabile dote dei più raffinati Nasi di Francia.

"Tu non lo sai - spiega, pigiando l'indice sulla sua prominenza a patata - ma un recente studio universitario ha dimostrato che le molecole odorose del profumo al sandalo sono in grado di legare i recettori olfattivi delle cellule dell'epidermide".

La guardo perplessa. Dove vuole arrivare? "Eccezionale, non trovi?", prosegue. Ogni tanto mi ricorda di essere tra le dottorande più promettenti di Chimica alla Statale.   

"Danny, parla meno e cammina più velocemente, per favore" la sgrido, una volta  sulla strada.

"Ci sono, ci sono!", mi rassicura saltellando sulle punte dei piedi. Secca e sgraziata. La scena è talmente comica che non riesco a trattenere un risolino.

"Accidenti, perché mi ostino a spiegare a te, comune mortale, le meraviglie dell'analisi scientifica?", mi allontana offesa. "Sappi, e te lo dico da amica nonostante la tua totale e fastidiosa irriverenza nei confronti della materia, che segnali a cascata e proliferazione cellulare sono un cocktail fatale".

Cocktail fatale? "Cosa vuoi dire? Alessandro Aslan è pericoloso per la mia salute?".

Daniela mi fa segno di entrare senza troppi convenevoli. Il tavolino del bistrot di fronte all'Agenzia Re, che siamo solite occupare quando ci è possibile incrociare i turni, è ancora libero. Ci scuotiamo a colpi di pizzicotti, trotterellando alla conquista della postazione più raccolta del locale, dove potremo parlare con calma.

"Il solito! Attenzione: cornetto bello pieno e meno cacao sul cappuccino, grazie!", la sento minacciare la cameriera mentre mi accomodo.

"Intendevo dire che gli effetti benefici del sandalo sono sorprendenti", a parlare adesso è la dottoranda, che riprende il filo del discorso con tono solenne. "Fragranza corposa e persistente: è associata all'integrità spirituale, alla meditazione e alla saggezza. Devo proprio spiegarti tutto, bambina?".

"Non proprio tutto, quasi tutto" la punzecchio divertita.

"Riesci a ricordarne l'effetto sulla sua pelle?".

"Vagamente", mento.

Una sua alzata di spalle mi rincuora, forse è ancora disposta a credere che Aslan mi lasci indifferente: "Sappi che il profumo di quest'uomo fa per te. Il sandalo stimola la parte destra del cervello, che favorisce la creatività e l'intuizione. Insomma, è una persona che può apprezzare il tuo talento, Ros. E l'ha già fatto, con complimenti inclusi, o sbaglio?".

"Danny, è solo un profumo", la freno. "Aslan potrebbe averne altri mille, cambiarli di continuo. La tua analisi non prova un bel niente".

"Forse hai ragione" prende atto Daniela, che sembra abbandonare le molecole odorose per aggredire le meringhe mignon spolverate sul cappuccino. "Potresti, però, avere torto e, in quel caso, ti assicuro che me ne farai vedere delle belle, amica mia".

Crisantemi fritti a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora