24. Bel visino

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Il grande salice piangente intinge le sue estremità nell'acqua piatta dello stagno. Non posso resistere, attraverso la piccola radura di corsa e gli sono sotto. La mia irruenza disturba una coppia di uccellini che avevano trovato riparo tra le sue foglie a spirale. Un fremito d'ali, e la coppia è già scappata lontano. 

Chiudo gli occhi, respiro il ricordo di nonna Ines, che trovo in tutti i salici sparsi sul mio cammino. Per tutti provo la stessa attrazione, un filo di rimpianto, tanta nostalgia. E questo, nella tenuta di Madame che sembra non avere confini, è, senza dubbio, il salice piangente più bello che abbia mai visto. Sta fiorendo, si va puntinando di ciuffi di peli bianchi e finissimi.

Damiano Re scosta un mazzo di rami penduli e si fa avanti, con il solito mezzo sorriso. Ha i mocassini macchiati di pioggia e i capelli in disordine. Non pensavo che lo avrei mai visto così.

"Ti fai rincorrere come un cerbiatto", scuote il capo per levarsi di dosso l'acqua. "Non istigarmi, sono un cacciatore che non molla mai, finché non ha stretto le mani al collo della preda".

Questa volta riesco a sostenere i suoi occhi chiari: "Sta confondendo le prede, signor Re. Se è Aslan che vuole, è nel posto sbagliato".

Scoppia a ridere, e i rami si muovono come infastiditi. Resto ferma a osservare le sue mani lunghe e lattiginose posarsi sul mio petto, i pollici premono contro le mie ossa, si allungano salendo sul collo, si agganciano al mento e piegano le mie labbra all'ingiù: "Una preda porta all'altra", scandisce piano. "Se devo fare sesso con te, per farlo impazzire di rabbia, lo farò - punta il mio seno, vuole toccarmi - e credo anche che mi piacerà".

Vi siete mai trovati davanti a una scelta che non potete evitare, perché questa scelta è lì, che spinge, che vi trattiene? Avete cercato in ogni modo di evitarlo, eppure il destino arriva prendendo la scorciatoia che non avevate calcolato: eccomi, ci sono, ragazza, tocca a te, fai la tua mossa.

Il destino ha voluto così: che Damiano Re prendesse la via più breve, ora mi è vicino come solo Aslan ha potuto. Non era quello che volevo? Posso finalmente portare a termine il mio piano, flirtare con Re, offrirmi al suo corpo immaginando che al suo posto ci sia Alessandro Aslan. Saranno orgogliose di me, Emma e Mutter. Vorranno conoscerlo, servigli il vino nel servizio buono. Avanti, fattelo Rossella, è un bel ragazzo, è ricco, una scopata per una fotografia. Cos'hai da perdere, cosa ti trattiene? Forse un paio di ciliegi in fiore? Non è stato che un batter di ciglia, lui da te non tornerà più.

Aspettate, qualcosa vi starà certamente sfuggendo. Credo sia meglio cominciare dall'inizio di questa giornata, che si è aperta all'alba. Aslan si presenta sotto casa mia stranamente in ritardo. Tutta colpa di Sermenti e Lu, che trovo già comodi nell'abitacolo del suo fuoristrada.

"Con Rossella siamo a quattro. Non manca qualcuno?", chiede Lu con espressione ingenua.

"Damiano preferisce raggiungerci più tardi", grugnisce Sermenti, che si è sistemato davanti, accanto ad Aslan.

Il mio buongiorno è svogliato. Lu alza la mano, prima di coprirsi uno sbadiglio, e Coco borbotta qualche considerazione sul mio abbigliamento che non comprendo.

"Cos'ha detto?", chiedo a Lu, mentre mi posiziono dietro e chiudo la portiera.

"Ho detto che, in mezzo a voi giovani, mi sento ancora più vecchio!", alza la voce Corrado, per essere esplicito. "Diavolo di una Marguerite, questa è l'ultima provocazione che le fai passare liscia, Alessandro; ci siamo intesi?".

Aslan non gli risponde, i suoi occhi nocciola mi fissano dallo specchietto retrovisore.

"Come va la mano?", gli domando.

Crisantemi fritti a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora