Tre tazze di tè fumante. Una giravolta di fogli, nel valzer che le nostre quattro mani disegnano sul tavolo della cucina. Le mie dita sottili, i suoi dieci anelli di pietre dure e argento che brillano sotto il lampadario che funziona a singhiozzo. Alcune occhiate furtive, per rubargli l'espressione concentrata che lo rende ancora più affascinante, quell'indice che gli scava le fossette che sono solite sorridere con lui. Il familiare profumo legnoso che mi costringe a respirare piano; mentre Aslan, chino su di me - il braccio premuto contro lo schienale della mia sedia - si avvicina per spiegarmi nozioni che, a corta distanza, non afferro. E, nel mezzo, lei: Daniela.
Ebbene sì, avete capito bene: ho scelto di passare la notte nel nostro appartamento al Quartiere Universitario, terrorizzata da cosa sarebbe potuto accadere nell'intimità della villa del mio capo. Soprattutto, consapevole del fatto che, così facendo, io e Aslan non saremmo mai potuti rimanere soli. Daniela sta preparando una ricerca importante per il suo Dipartimento e, in questi giorni, sta studiando davanti ai fornelli fino a tarda sera, perché una scrivania in camera non ce l'ha. Così, eccola sedere con noi, avvolta nel suo accappatoio giallo, gongolante per questa incursione notturna che le permette di analizzare meglio il rapporto che mi lega ad Alessandro Aslan.
Dovreste chinarvi un poco e dare un'occhiata sotto al tavolo: sono stata costretta a calzare le pantofole imbottite raffiguranti il canarino Titti, che Danny mi ha regalato, identiche alle sue, per il mio ultimo compleanno. Aslan avrebbe potuto indossare il paio riservato agli ospiti, di un numero notevolmente superiore, quelle del Gatto Silvestro, ma ha declinato la proposta, preferendo restare scalzo. Un'abitudine che fa parte della sua cultura, mi ha assicurato per liberarmi dall'imbarazzo: "Sul serio, a Istanbul è da maleducati essere invitati e non togliersi le scarpe, anche a pranzo", è stata la frase che ha sfoderato per quietare la mia coinquilina, ossessionata dall'igiene domestico.
"E così...", sbotta Danny d'un tratto, lo sguardo spietato puntato su di noi. "State preparando due spot in una notte".
Aslan la fissa interdetto, mentre io affondo il viso nel tè. Cosa diavolo avrà in mente Daniela? Dove sta andando a parare?
"Ci stavo ragionando su solo per il fatto che domani è domenica, se non sbaglio", i suoi occhietti furbi guizzano prima da una parte poi dall'altra. "Siete un gran bell'esempio di dedizione al lavoro, signor Aslan. Lasci che mi complimenti con lei e con Rossella, dico davvero".
"Ancora tè?", mi intrometto per non permetterle di andare avanti. Ho capito a cosa sta alludendo e non posso lasciare che rovini il piano di conquista di Damiano Re. Aslan è il mio capo e Daniela, che è la mia famiglia in pratica, non può rivolgersi a lui con troppa confidenza.
"Si tratta di un'emergenza, Daniela" le spiega lui, i gomiti premuti sul tavolo, lo sguardo diretto. "In tarda mattinata verranno a casa mia le nostre clienti e valuteranno la proposta, per poi decidere se proseguire o meno". Nel completare la frase, i suoi occhi passano, allusivi, a me.
"Ho combinato un guaio", confesso a Daniela per spostare l'argomento sul progetto. "Sai come sono, io e la mia lingua lunga. Stavo per far rompere l'accordo dell'Agenzia".
"Tu cosa?". Perfetto, Daniela e la sua imbarazzante impulsività.
"Acqua passata", interviene Aslan, intento a esaminare l'ultima scena dell'ultimo spot. "Sono le sei e un quarto del mattino e l'offerta che presenteremo tra poche ore a CamitraM è molto buona".
A quella considerazione mi lascio scappare un sorriso: "Sul serio?".
Daniela si sistema l'accappatoio e si accoccola sul piano del tavolo, divertita. Fa così ogni volta che, sullo schermo, la star planetaria Julia Roberts torna implorante a Notting Hill, dal suo dolce libraio Hugh Grant.
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Crisantemi fritti a colazione
RomanceVINCITORE WATTYS 2020 - CATEGORIA ROMANCE Qual è la più grande bugia che avete detto? Pensateci. Qualunque cosa vi torni alla mente non sarà una bugia grande quanto la mia. Sapete, è imbarazzante confessarlo: mi sono inventata un fidanzato. E gli h...