18. Vuoi sapere un segreto?

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Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Se ne sta davanti a me, impettito e scaltro, più magro di come me l'ero immaginata, di gran lunga più alto. D'istinto, sbircio i suoi piedi, infilati in un paio di costosi sandali di cuoio del più fine artigianato, piedi affusolati e ossuti, e non li riconosco: le pantofole che, per dieci giorni, ho sistemato metodicamente sulla porta del suo ufficio, da semplice addetta alle pulizie, mi avevano raccontato di un piede piccolo e paffuto. Chi è, allora, l'uomo che ho davanti? Cosa rappresenta per me?

Ho cullato l'idea di Damiano Re, arricchendola di aspettative strampalate e di falsi particolari, forse ben disposta a credere che non l'avrei mai incontrato e, ora, che invece posso constatare che esiste e che non è un mito prodotto dalla mia immaginazione o la bufala orchestrata dal gotha delle riviste scandalistiche, una cosa soltanto farei: chiudere il portoncino che lo tiene a distanza e proseguire la mia vita come se niente fosse accaduto, come se lui - Damiano Re, lo scapolo d'oro della fotografia - non fosse mai tornato. Libera di concedermi all'uomo che non avrei mai pensato di conoscere, e che non potevo sapere di stare aspettando.

"Rossella, entra in casa, per favore" mi consiglia, gentile, Aslan. Sul suo viso è sparita la nota di desiderio di poco fa, ci leggo una carica di disprezzo riservato solo a poche persone che, nell'esperienza di ognuno di noi, ci hanno deluso o tradito profondamente. Immagino che Damiano Re sia proprio questo per lui: una cocente delusione, che nemmeno il più collaudato autocontrollo può nascondere.

"Non vuole che resti qui?" provo a oppormi, poi realizzo che, secondo il racconto propinato ad Aslan da Corrado Sermenti, io dovrei conoscere bene Damiano, da due anni almeno; allora, colpevole, ritratto: "Forse è meglio che vada, scusi l'invadenza". Staccarmi dal suo fianco mi riconsegna alla realtà: al bacio che ci siamo scambiati, completamente rapiti l'uno dall'altra, e alle parole d'amore che mi ha sussurrato come una liberazione, e che al solo pensiero mi fanno ancora arrossire.

Corro a quella dichiarazione, un fiume in piena di sentimento, mentre rivolgo a Damiano Re un timido "Arrivederci" e faccio per allontanarmi. Il cappotto rosa di Martina, però, mi travolge.

"Fammi passare", si scansa rabbiosa, per poi fermarsi davanti al mio capo a testa alta e a orgoglio di donna rifiutata spiegato. Scandisce il suo ultimatum a braccia conserte: "Alessandro, non starò qui un minuto di più ad aspettare che tu riceva - fulmina con le sue lunghe ciglia il nuovo arrivato - mezzo mondo". Damiano Re piega il capo all'indietro, spiazzato ma divertito. "Volevi una risposta?" - continua la CamitraM - "Eccola: gli spot che mi hai proposto sono belli, ma non mi convincono. L'accordo, per ora, salta".

Salta? Guardo Aslan torturare la sua fossetta con l'indice. Per la verità, dovevamo aspettarcelo. Martina ci avrà visti o, quantomeno, starà sospettando della nostra attrazione reciproca. Di certo, e questo le farà male, non è lei che Aslan vuole, il messaggio le è arrivato forte e chiaro.

La sua fronte ampia si concentra sulle sopracciglia, le preme ma non troppo: "Fai come vuoi, Martina. Se questo è un bene per la tua azienda, hai preso la scelta giusta", le dice sfacciato.

Adesso è lei a restare colpita da quella resa. Scioglie le braccia e aspetta che Aslan le sferri il colpo della sconfitta. Colpo che arriva subito: "In ogni caso, lascio a te e a Camilla una settimana di tempo per riflettere bene. Avevate i tempi contati, la sfilata di lancio arriverà presto, non puoi essere sicura di sostituirci con professionisti validi, e tu lo sai. Tutto questo per dirti che gli spot sono stati fatti per CamitraM e per CamitraM resteranno, se lo vorrete".

Accidenti, penso, non ho mai trovato esempio concreto nella mia vita di un carattere d'acciaio come quello di Alessandro Aslan. Anche nella situazione più difficile, davanti a un no all'apparenza categorico, il suo sangue freddo l'ha aiutato a mantenere lucidità e acume e, ancora una volta, a uscirne vincente. Mi chiedo, allora: c'è qualcosa in grado di fargli perdere il controllo?

Crisantemi fritti a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora