26. Il patto

4.1K 333 109
                                    

L'elica del ventilatore si ferma all'improvviso. Mi fermo anch'io. I fiori di ciliegio, non più sospinti da quel soffio artificiale, si posano veloci sul prato tinto di rosa. Aslan è tornato, mi rincuoro. E il petto comincia a farmi male.

Lo cerco, lì dove non l'ho più visto. Ho un sorriso stupido stampato sul viso, uno di quelli che non si staccano più. Questo, però, subito scivola via, piegandomi le labbra al mento.

"Un siparietto interessante" scherza Damiano Re, accarezzando il macchinario che ha appena spento.

Mi guardo attorno, siamo soli.

"Cosa ci fa qui?", cerco di ricompormi.

"Un giro, Rossella", si fa largo tra i cespugli. "Non perdi occasione per tenermi a distanza", ringhia mentre il suo bel pantalone di frescolana si impiglia tra i rametti spinosi, che gli intricano ginocchia e caviglie.

"Se posso, una tuta sportiva sarebbe stata l'ideale...", gli faccio notare, il sopracciglio alzato.

"Dannazione", sfrega il punto in cui la spina ha stracciato il tessuto. "Cosa mi stavi dicendo?".

Gli indico il pantalone: "Apprezzo la sua eccentricità, signor Re, ma francamente credo che, per un bosco, sia un po' fuoriluogo".

"Eccentrico... è così che mi consideri, Rossella?". Le sue braccia conserte sembrano intimarmi di tacere, lui al contrario pare divertito: "E cos'altro?".

"Be', cosa vuole che le dica, non passa inosservato", prendo a torturarmi un'unghia. "Ma questo lo sa, è quello che vuole, e le riesce bene".

"E tu pensi di passare inosservata?", mi preme l'indice contro la fronte. "Confessa, e sii sincera".

"A dire il vero, sono piuttosto noiosa", ammetto piano.

La sua risata rompe i rumori familiari del bosco: "Hai ragione, sei una ragazza piuttosto anonima. Un peccato, perché hai una bellezza naturale impressionante".

"Impressionante?", non vorrei ma arrossisco.

"Sì", mi fa segno di seguirlo. "Tu vivi nel tuo mondo, coltivi piccoli piaceri per pochi, parli a sproposito e a volte sei goffa. Cosa starà pensando, si chiede la gente mentre sei assorta, dove si troverà Rossella in questo momento? La tua testolina è un rebus".

"Però! Descrizione perfetta, sembra proprio stia parlando di me".

"Questo ti rende interessante". I suoi occhi chiari corrono tra i miei capelli: "Se non se ne fosse accorto Aslan per primo, me ne sarei accorto io in ogni caso".

"Mmm, Aslan", mi fermo tra l'erba alta. Se Damiano Re desidera fortemente qualcosa, non lascia nulla al caso, neppure un incontro. "Ho il sentore che questa chiacchierata mi stia portando all'argomento che le preme. Non perdiamo tempo, allora. Cosa vuole sapere, signor Re?".

"Ah, Rossella, non fare così - strizza gli occhi, tesi in direzione della villa - Non volevo offenderti, ma è mio dovere controllare che il tuo legame burrascoso con Alessandro non interferisca nel nostro progetto".

"Cosa intende?", perdo la pazienza.

Damiano Re, i capelli cenere ondeggianti nell'aria frizzante sul primo calar del sole, inspira il fiato della sera: "Ti è stata di ispirazione la tenuta? Intendo, domani avrò il logo da presentare a Madame? Dobbiamo batterli a ogni costo".

"Lo immaginavo", piego il collo all'indietro. "Lei non si fida di me".

"Non è esatto", mi corregge Re. "Le tue idee funzionano e, da quanto ho potuto constatare con le campagne del Paese delle Stoviglie e di CamitraM, sei una vera artista. Ho solo bisogno che mi assicuri che darai il massimo e non farai sconti ad Aslan, perché - guardami bene - lui non ne farà a te".

Crisantemi fritti a colazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora