Capitolo 20

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Una canzone consigliata 😍


Demetra Romano

«Lestat» sussurro.

Lui alza la testa e le spalle seguono il movimento. Si irrigidisce per qualche secondo e si volta subito dopo.

Non so cosa fare.

Gli corro incontro o è troppo?

Lestat spalanca gli occhi e socchiude la bocca per lo stupore. Si alza facendo sbattere lo sgabello del piano contro il pavimento e fa un passo avanti.

«Sei un'allucinazione...» sussurra serrando gli occhi.

«No» mormoro sentendo le lacrime scendere lungo il mio viso.

«Sei veramente tu?» chiede facendo un altro passo in avanti.

«Sì» singhiozzo.

Porto un piede in avanti e salgo le piccole scale. Ci troviamo a meno di un metro di distanza l'uno dall'altra e il mio corpo trema più di quanto dovrebbe.

Non crede che sia io.

Che cosa gli hanno fatto?

C'è una sola cosa che posso fare - anzi, che posso dire. Una cosa che lui ha sempre ripetuto per farsi riconoscere, anche se era nei panni di Daniel.

«Officium meum est non amare: et salvum facere, adoremus eum, et viva» affermo con la gola chiusa. «Sono io» aggiungo in un bisbiglio, ridendo.

«Sei tu» sussurra Lestat venendo verso di me.

Gli vado incontro e gli salto in braccio. Lui mi afferra e mi stringe forte; mi scosta i capelli ed è come se assaporasse ogni parte di me.

«Sei tu» ripete con voce quasi distrutta.

«Sono io» confermo ridendo.

«Pensavo che mi avessi dimenticato...» mormora continuando a stringermi a sé.

«Sono qui.»

Metto la testa nell'incavo del suo collo perfetto e respiro quel profumo che per due anni mi è mancato.

All'improvviso, sotto di me, sento il corpo di Lestat irrigidirsi e un urlo – e non solo – mi riporta alla realtà.

In un battito di ciglia finisco contro una parete e a dividere me dal capo dei vampiri d'Europa c'è il solo e inimitabile Luca.

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Lestat Defendi

Lei è qui.

Pensavo che mi avesse dimenticato.

«Lestat, calmati!» esclama Luca con tono serio, porgendomi una mano.

«Sono calmo» mormoro con un fiatone inatteso.

«Non è vero» sussurra il ragazzo. «Prova a tornare umano, per favore.»

I miei occhi finiscono su un vecchio specchio posizionato sulla parete di fronte a me, a noi, e mi vedo. Ho ancora i denti di fuori e gli occhi rossi.

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