Capitolo 25

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Lestat Defendi

La sento urlare. Sento Demetra gridare e la prima cosa che faccio è correre da lei. Tutti i muscoli si contraggono sentendo la paura nella voce di Demetra.

Entro in bagno e mi irrigidisco non appena vedo una scritta di sangue sullo specchio:

Il tempo di rilassarsi è scaduto.

Che cosa significa?

La porta alle mie spalle si chiude di scatto e afferro Demetra, stringendola al mio petto. Controllo che non sia ferita e le accarezzo la schiena.

Non ho la minima idea di che cosa stia accadendo. Non sento alcun rumore e non percepisco Luca.

«Cosa sta succedendo?» balbetta Demetra.

«Non lo so» ammetto. «Tu stai bene? Sei ferita?»

«No! No! No!» grida. «Mi stavo lavando la faccia e quella cosa è comparsa sullo specchio.» Si allontana e agita le mani come una forsennata.

«Buonasera e benvenuti.»

Una voce ormai familiare rimbomba per la stanza.

«Eugenio, sei tu?» chiedo.

«Eugenio?» sussurra Demetra immobilizzandosi.

«Il tempo di rilassarsi è scaduto. Avete avuto due giorni di totale relax senza di me, ma adesso è tempo di farmi divertire.»

«Che cosa vuoi da noi?» domanda Demetra.

«Non mi sembra difficile: voglio giocare» afferma Eugenio.

Da dove viene la voce? Non ci sono altoparlanti e, di sicuro, nemmeno interfoni.

«Dov'è Luca?» chiede Demetra spaventata.

«Il figlio di Zaire è in un'altra stanza» risponde la voce.

Demetra, completamente in crisi, prova ad aprire la porta, ma senza risultati; stringe i denti e fissa il soffitto.

«Non si apre» mormora esasperata. Agita le mani, ma si vede che sta provando a essere calma.

«Che cosa dobbiamo fare?» esorto.

«Per aprire la porta dovrete superare delle prove» dichiara la voce di Eugenio.

«È uno scherzo?» rimanda Demetra.

«La mia vita può durare qualche ora, quello che produco mi divora. Sottile sono veloce, grossa sono lenta e il vento molto mi spaventa. Chi sono?» domanda la voce di Eugenio.

«Apri questa maledetta porta!» esclama Demetra continuando a tirare la maniglia.

«Demetra, non scherza» affermo cercando di calmarla. Le prendo il polso e sospiro. «Guardami» insisto, obbligandola a guardarmi negli occhi. «Fa' un grosso respiro...»

«Che cosa ci farà se non risponderemo? Ci rinchiuderà in questo bagno per sempre?» ribatte lei.

«Credo che farà molto più di questo...» constato.

C'è un grosso rischio: potrei perdere il controllo per via della fame e mordere Demetra.

«Nella stanza in cui si trova il figlio di Zaire è presente una bomba, che esploderà esattamente fra trentacinque minuti. Si disinnescherà solo quando voi due oltrepasserete la soglia della sua porta» spiega la voce di Eugenio.

Prendo entrambe le mani di Demetra e sintonizzo il mio respiro con il suo. «Per quanto tu creda che sia impossibile, dobbiamo rispondere e trovare una soluzione. Che cosa mi hai detto tu prima? Non dobbiamo rinchiuderci nella nostra testa.»

Il segreto dei RicordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora